Putin, la condanna a Kara-Murza e le punizioni inflitte ai nemici di Putin

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Di Stefano Delle Cave

Nel nuovo totalitarismo russo non c’è posto per i nemici di Putin. Vladimir Kara-Murza condannato a 25 anni di prigione è solo l’ultimo di una lista di oppositori che sono morti, in carcere o costretti all’esilio. Basti pensare alla morte della giornalista Anna Politkovskaya o al tentativo di avvelenamento e l’incarcerazione dell’oppositore Alex Navalny. È il prezzo pagato per opporsi ad un regime che non risparmia neanche i bambini.

ll totalitarismo russo e la condanna a Kara-Murza

Vladimir Kara- Murza  è l'ultimo degli oppositori di Putin punito dal regime, fonte laregione.ch
Vladimir Kara-Murza, fonte laregione.ch

Dallo scoppio della guerra in Ucraina si assiste sempre di più ad una deriva totalitaria di Vladimir Putin. La Russia è ormai un paese dove non esiste più la libertà di stampa, di espressione e di manifestazione e dove esprimersi contro quella che è denominata operazione speciale è un suicidio. A fare le spese di tutto questo anche i bambini. Basti pensare al caso della tredicenne Maria finita in orfanotrofio per un disegno pacifista mentre il padre è stato mandato in carcere . In questa scia di terrore Vladimir Kara-Murza è solo l’ultimo di una lunga lista di oppositori fermati dal regime.

L’uomo, infatti, come riportato da Rainews, è stato condannato a 25 anni di galera in un processo a porte chiuse contestato da tutto l’occidente per “alto tradimento, diffusione di notizie false sull’esercito, collaborazione con un’organizzazione indesiderata”. È la più alta condanna inflitta ad un oppositore politco in russia, segno che il governo ha deciso di dare un segnale molto forte.

È il prezzo che paga chi si oppone a Putin e alla sua politica da sempre e che spesso rischia anche la vita. Basti pensare alla morte mai chiarita della giornalista Anna Politkovskaya uccisa nel giorno del compleanno dello zar dopo la pubblicazione del suo libro intitotalo “la Russia di Putin” in cui si criticava la condotta russa in Cecenia e si paventava la deriva autoriataria del regime putiniano. Oppure alla morte dell‘ex vice ministro Boris Nemtsov che aveva pagato con la vita la scelta di opporsi all’annessione con la Crimea e per questo era stato ucciso da un colpo di pistola nel 2015.

In carcere o costretti all’esilio

Altri oppositori, come lo stesso Kara-Murza, sono finiti in carcere. Basti pensare ad Alex Navalny che aveva già subito un tentativo di avvelenamento a cui era sopravvissuto e che ora marcisce in galera, dove destano preoccupazioni le sue condizioni di salute. Altri ancora sono stati costretti a fuggire all’estero come l’ex magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky che, dopo una lunga condanna al carcere, ora vive a Londra dove finanzia progetti mediatici contro il Cremlino. Oppure il presentatore televisivo Maxim Galkin che ora vive in Israele ed è diventato sui social una delle voci principali contro la guerra in Ucraina e considerato un agente straniero dalla Russia.

Stefano Delle Cave

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