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Race to Dubai: ci siamo quasi

Si è concluso domenica il penultimo capitolo della Race to Dubai. Un finale ancora incerto ma con qualche sentenza. Gli italiani non saranno in lizza per alzare lo scettro d’Europa… chi vincerà?

Sul percorso del Gary Player CC in Sud Africa, si è concluso il NedBank golf challenge. La seconda tappa dei tre tornei di Play off della Race to Dubai. 

In 63 sono scesi in campo per assicurarsi un posto nella top 50. Alcuni nomi noti hanno preferito saltare l’evento perchè ormai certi di essere ammessi alla finalissima di settimana prossima. Tra questi c’era il nostro Francesco Molinari, già 25esimo prima del torneo e che scenderà di tre posizioni dopo le 72 buche. Servirà praticamente un miracolo al nostro numero uno per potersi ripetere, dopo aver vinto l’ordine di merito l’anno scorso.
Come lui anche Andrea Pavan che ha preferito comunque giocare.
Chi invece, sempre con il tricolore sul cuore, non era certo di essere ammesso era il nostro Guido Migliozzi. 39esima piazza per lui da difendere con le unghie e con i denti.

La cronaca

Pochi ma buoni i professionisti che si sono dati battaglia, tra i quali 2 portacolori italiani. Migliozzi e Pavan.

Le prime 18 buche hanno visto il giovane Guido Migliozzi portarsi a ridosso del leader con una bella performance sporcata da qualche bogey di troppo. Comunque un bel 67, da evidenziare i 30 colpi con cui ha chiuso le prime 9 buche. Campo duro quello disegnato da Gary Player, che fa segnare parecchi birdie ma tantissimi bogey ed oltre.

Race to Dubai
Il Sudafricano Zander Lombard. Ancora in cerca della 1° vittoria sullo European Tour
Photo Credits: Paul Kane/Getty Images AsiaPac

Gli spadaccini affilano le armi per 36 buche non dando mai un vero e proprio affondo alla gara. Il moving day è stranamente serrato. Nessuno prova l’allungo sapendo che ogni colpo pesa al fine della classifica finale.
I soldi in palio sono tanti e, anche per loro, 2.5 milioni di euro di prima moneta fanno gola. 

Il leader dopo 54 buche è un giocatore di casa e porta il nome di Zander Lombard. Un ragazzone che lassù non ci è stato molte volte e che forse soffre di vertigini. Anche perché sono molti a volerlo raggiungere. Mcintyre prova un agguato con un bel 65 che non lo porterà mai in vetta, mentre il Sudafricano gioca e sente la pressione, segna comunque un 72 che lo mantiene vivo ed in vetta. Davanti fanno a cazzotti. È una guerra fratricida tra Lombard ed il connazionale Oosthuizen, quest’ultimo decisamente più esperto e dalla sua un palmares che vede anche un titolo Major.

Tommy Fleetwood esulta alla Ryder Cup, in coppia con Molinari forma i “Moliwood”
Photo Credits: www.couriermail.com

Ma in questo torneo dove succede tutto ed il contrario di tutto, il quarto giorno ribalta nuovamente le sorti del field. I giocatori di casa forse sentono troppo gli occhi addosso e crollano finendo nelle retrovie, segnano un 77 ed un 75 che li porta lontani dalla vetta.
Chi invece non ha paura di niente, anzi, si diverte un mondo, è uno straordinario Tommy Fleetwood.
Usa i par 5 come meglio non si possa fare, segna tre eagle nelle buche più lunghe che fanno pesare meno i tre bogey delle seconde.
È il -12 lo score da battere ma a quel numero ci arrivano in due.
Dentro Marcus Kinhult scorre un sangue svedese, abituato al freddo e le mani non tremano. Nel Playoff però nulla può contro un ragazzo che secondo gli inglesi doveva essere l’erede di Nick Faldo. Un predestinato.

Tommy si porta a casa 2.3 milioni di euro schizzando in seconda posizione nella Race to Dubai scavalcando Jon Rham.

Sarà una battaglia settimana prossima per l’evento finale e martedì tireremo le somme della stagione. Chi prenderà il posto di Francesco Molinari sul tetto d’Europa?

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