“Radiant Vision”: Keith Haring illumina la Reggia di Monza con una mostra mai vista in Europa

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Di Marta Millauro

Radiant Vision“: l’arte a servizio del popolo ritorna con grande entusiasmo all Villa Reale di Monza. Ad illuminare lo spazio dell’Orangerie è il tag inconfondibile di Keith Haring. Linee spesse, colori sgargianti e immagini ben definite sono il simbolo di un’arte che ristabilisce il contatto con il primordiale e diventa veicolo di temi sociali di assoluta urgenza comunicativa. La collezione privata, che racchiude più di 100 opere, saluta la Reggia brianzola di fine ‘700 e approda per la prima volta in Europa. Ad accogliere l’artista americano, che contribuì a definire la cultura pop degli anni ’80, c’è un vasto roseto che, forse per casualità, diventa esso stesso simbolo di una storia che emana bellezza, ma una volta toccata con mano provoca dolore.

Lo spazio espositivo prescelto gioca sul contrasto per eccellenza: quello tra il nero delle pareti e i colori pieni e vivaci scelti da Haring. Le stesse opere dell’artista si scontrano tra di loro, mostrando la complessità dei temi trattati, delle forme materiche e delle tecniche di lavorazione. L’artista della Pennsylvania si presenta nella sua completezza, ricordando all’osservatore quanto pittura, stampa, scultura, fotografia, pubblicità e merchandising siano interscambiabili, ma insostituibili, seppur concorrano ad un unico obiettivo: coinvolgere il popolo. I simboli scelti da Keith, tra cui impossibile non citare il “Radiant Baby“, si svuotano così della “banalità” del segno, diventando democratici e politici.

“Radiant Vision”: l’arte è per tutti

Keith Haring – Allestimenti Michener Art Museum

Grazie a “Radiant Vision“, progetto concepito da Pan Art Connections, si ripercorre il credo di Haring. Lo spettatore è catapultato nella corrotta e caotica New York degli anni ’80, città dove esplose la creatività dell’artista. Nonostante la metropoli di allora non ricordi neanche lontanamente la Grande Mela a cui oggi siamo abituati, le opere di Keith vibrano dell’energia di un luogo che, volente o nolente, ti travolge con le sue radiazioni. Ai temi bruschi denunciati dalle serigrafie presenti nella mostra, si contrappongono i colori accesi e le espressioni gioviali dei suoi simboli.

Una semiotica ben precisa che si avvale anche della neutralità del bianco e del nero. Haring inizia la sua opera di democratizzazione dell’arte disegnando con un gessetto negli spazi neri spogli della metropolitana, dedicati invece alla pubblicità. “Radiant Vision” permette allo spettatore di meravigliarsi di fronte a due di queste opere uniche, caratterizzate da un tratto veloce, studiato apposta per un luogo che vive di frenesia e di precoce abbandono. Eppure la metropolitana è per Keith il perfetto museo in cui tutti possono permettersi di fare e di usufruire dell’arte.

Dagli spazi grandi agli oggetti piccoli: la democratizzazione dell’arte si avvale del merchandising e diventa economica. Passeggiando per gli spazi della Reggia di Monza è evidente come questo concetto fosse centrale per Haring. Lo testimoniano le fotografie scattate nel suo pop shop, dove lo stesso artista si fa arte, o le spille, gli Swatch e gli utensili da cucina custoditi nelle teche del museo.

L’attivismo di Keith Haring

Keith Haring, “Medusa” – Allestimento Michener Art Museum

Passeggiando per l’Orangerie è possibile, inoltre, ammirare l’opera più grande di Haring, ovvero “Medusa Head“. La stampa lunga più di due metri e alta un metro e mezzo introduce allo spettatore un tema molto caro all’artista: la lotta all’AIDS. Keith vede morire diversi conoscenti per mano del virus e inizia, così, una campagna di sensibilizzazione per prevenire la malattia. In diverse serigrafie affronta il tema del sesso senza tabù, invitando la comunità a vivere il proprio affetto in maniera sì libera, ma consapevole. Grazie alla sua arte Haring diventa precursore di quello che oggi definiamo “Attivismo”. La lotta alla giustizia sociale tocca anche il tema del razzismo, come ben visibile in un opera mai titolata in cui un “uomo nero” si ribella alla sottomissione di un “omino bianco”.

Al centro della produzione artistica di questo immenso artista vi sono soprattutto i bambini. Bambini radianti, felici, che godono a pieno del diritto ad un’infanzia serena; bambini che non sono inferiori agli adulti, ma brillano di un’intelligenza creativa non indifferente. Nell’ultimo spazio dedicato alla mostra vi è una serie di disegni realizzati da Keith insieme a Sean Kalish, bambino che frequentava il famoso Pop Shop dell’artista. Il sociale si introduce nell’arte e le immagini diventano delle vere e proprie bombe nucleari, le uniche che Haring vorrebbe esistessero. Nonostante la sua precoce scomparsa, avvenuta a soli 31 anni per via dell’AIDS, le sue immagini vibrano, urlano e, ahimè, sono attuali più che mai.

“Radiant Vision”: quando vedere la mostra

Un’eredità culturale importante, un’occasione unica da non perdere. “Radiant Vision” sarà ospitata dall’Orangerie della Reggia di Monza dal 30 settembre 2022 al 29 gennaio 2023. La mostra è stata curata da Francesca Bogioli, mentre la produzione è di General Service, GCR e Saga MDS. Hanno collaborato a questo progetto itinerante Il Consorzio Villa Reale e il Parco di Monza. Per maggiori informazioni riguardanti orari di visita e modalità di ammissione consultare la pagina ufficiale dell’evento.

Marta Millauro

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