Il 9 maggio del 1946, un mese prima del referendum che spartisce le acque fra Monarchia e Repubblica, Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto II di Savoia. Si trasferisce in Egitto con la regina Elena, facendo proprio il titolo di Conte di Pollenzo. Sale al trono del Regno d’Italia Umberto di Savoia, diventando re Umberto II e Maria José, da principessa di Piemonte diviene regina d’Italia. Il Regno di quest’ultimo fu breve poiché i risultati del referendum virarono a favore di una Repubblica.

Il trono di Vittorio Emanuele III da Mussolini alla seconda guerra mondiale,  nel 1946 decide di abdicare affidando il trono al figlio Umberto II

Vittorio Emanuele III abdica Umberto II
Umberto I di Savoia

Vittorio Emanuele III fu figlio di Umberto I e Margherita di Savoia. Cresciuto per percorrere la strada della carriera militare, ottenne infatti il comando dell’armata a Napoli. Sale al trono dopo l’improvvisa scomparsa del padre che fu assassinato. Sposa Elena figlia del principe Nicola di Montenegro. Durante il suo Regno sostiene l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale e nel dopoguerra, durante la marcia su Roma delle camicie nere fasciste, non proclama lo stato di assedio. Favorisce così la formazione del governo da parte di Benito Mussolini. Non si oppose mai di fatto alla soppressione del regime e si creò così una diarchia tra il Duce e il sovrano, che lasciava alla corona un potere puramente nominale.

Solo dopo il conflitto della seconda guerra mondiale, Vittorio Emanuele fece arrestare Mussolini nel 1943, portando alla guida del governo il maresciallo Badoglio. Dopo l’annuncio dell’armistizio il sovrano abbandona Roma, e reduce dalle forti pressioni degli antifascisti, decide di abdicare affidando il trono al figlio Umberto. Questo avvene solo nel momento in cui sarà liberata Roma. Abdica ufficialmente il 9 maggio 1946 alle soglie del referendum istituzionale del 2 giugno con l’intento di favorire la monarchia. Si ritira in ad Alessandria d’Egitto e muore l’anno seguente. E’ sepolto nella cattedrale di Santa Caterina.

Vittorio Emanuele III è costretto ad abbandonare un regno durato quasi mezzo secolo

Vittorio Emanuele III è costretto ad abbandonare un regno durato quasi mezzo secolo. Ma non solo. Si saprà solo più tardi che con lui si chiude la storia della casa regnante fra le più longeve d’europa. Il 9 maggio 1946 dalla sua villa di Napoli, dove viveva il monarca, arriva un’importante comunicato:

“Oggi alle 15:15 in Napoli, il re Vittorio Emanuele III ha firmato l’atto di abdicazione e,  secondo la consuetudine, è partito in volontario esilio. Non appena il nuovo re Umberto II tornerà a Roma ne verrà data comunicazione ufficiale al Consiglio dei ministri“.  

La Repubblica

Il Regno di Vittorio Emanuele era cominciato quando l’anarchico Gaetano Bresci aveva ucciso a colpi di pistola Umberto I. Il sovrano regnò per quasi mezzo secolo, da Giolitti alla prima guerra mondiale.  Con l’arrivo del fascismo, del quale ne favorì l’espansione, si andò  fino alla fuga di Pescara l’8 settembre 1943. L’abdicazione fu necessaria per dare un’ultima speranza ai Savoia prima del referendum istituzionale. Quest’ultimo avrebbe portato l’Italia ad essere una Repubblica o a rimanere una monarchia. Si vota il 7 Aprile e quasi il 65% sembrava schierato dalla parte della Repubblica. La definitiva spinta che lo portò all’abdicazione viene data da un viaggio di Alcide de Gaspari a Parigi, che comunicò al figlio Umberto che gli alleati volevano l’allontanamento del padre.

Dopo il rischio di una guerra civile l’Italia diventò una Repubblica

Quel giorno il sovrano davanti al notaio firma la sua abdicazione e insieme alla moglie Elena si imbarca sul “duca degli Abruzzi”. Mentre il re scompariva all’orizzonte il popolo era pronto al duello elettorale del 2 giugno 1946. Questa fu la data in cui l’Italia diventò una Repubblica. Il sovrano Umberto II infatti il 13 giugno parte per in Portogallo e il 18 giugno è finalmente proclamata la Repubblica. Il 28 giugno Enrico De Nicola è eletto capo provvisorio dello Stato. L’abdicazione è però criticata dalla sinistra italiana e l’ex sovrano additato come “ il re fascista”. Vittorio Emanuele assume il titolo di conte di Pollenzo, riferito alla località di Bra che nel 700 apparteneva ai Romagnano ma che passò poi ai Savoia, dove Carlo Alberto aveva fatto costruire uno splendido castello. La sera dell’abdicazione il re e la Regina Elena si trasferirono in Egitto, ospiti del re Farouk I.

L’ex sovrano muore ad Alessandria d’Egitto il 28 dicembre 1947. Il figlio Umberto I fu l’ultimo sovrano d’Italia ma rimase in carica solo dal 9 maggio al 2 giugno 1946. In seguito al referendum viene proclamata la Repubblica. La Corte di Cassazione sancisce il passaggio dei poteri dal re al presidente del Consiglio dei ministri e Umberto lascia il paese per dirigersi a Cascais, in Portogallo. Porta con sé la consorte Maria José ,sposata nel 1930 a Roma. E’ chiamato il “re di maggio” perché regnò solo per poco più di un mese. Umberto è un re definitosi “schiacciato dal proprio padre, dopo la rivelazione che fece lui stesso quando comunicò la sua volontà di tornare a Roma e combattere, quando il padre glielo impedì. Dopo i risultati dell’elezione i monarchici contestarono i risultati e si fece vivo il rischio di una guerra civile, per questo la scelta di Umberto all’esilio, dove resterà per 37 anni fino alla sua morte nel 1983.

Sabrina Baiocco

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