Referendum eutanasia: raggiunte 500 mila firme

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Di Redazione Metropolitan

Il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia ha già raggiunto la soglia di sbarramento delle 500 mila firme. Un risultato che sorprende, se si conta che manca ancora un mese e mezzo allo scadere della raccolta firme, e che divide.

I promotori del referendum

I promotori del referendum sono soddisfatti del risultato raggiunto, un richiamo così corposo della società civile al Parlamento affinché si legiferi su un tema tanto delicato che non potrà rimanere inascoltato. Marco Cappato e Filomena Gallo, tra i principali promotori del referendum sull’eutanasia, dicono che l’obiettivo “è arrivare a 750.000 entro il 30 settembre, così da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibile errore, ritardo o difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli”. Per il momento sono 430 mila le firme raccolte ai banchetti disseminati per tutta Italia, 70 mila quelle provenienti dalla piattaforma digitale e un numero imprecisato raccolto dai comuni. Il referendum punta ad abrogare l’articolo 579 del codice penale che criminalizza l’ “omicidio consenziente”  e a rimuovere gli ostacoli alla legalizzazione dell’eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, come in Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna.

Il fronte cattolico

Se al risultato guardano con orgoglio i promotori del referendum e alcuni partiti come i Radicali, +Europa e Sinistra Italiana, è pronto, invece, a dar battaglia il fronte cattolico. In prima fila contro il referendum sull’eutanasia c’è Monsignor Vincenzo Paglia che esprime la propria preoccupazione per la “concezione vitalistica della vita. Una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde a un certo benessere e a una certa concezione di salute viene espulso”. Fa riferimento a una “nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. Chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura”. Dello stesso avviso Paola Binetti dell’Udc esorta a “pretendere ben altre cose dal Sistema Sanitario nazionale. I malati di cancro chiedono terapie innovative – dice – un vaccino contro il cancro, non la morte”. Piovono accuse anche sul Ministro della Salute, Roberto Speranza, che, secondo la Binetti, sarebbe “schierato dalla parte della morte”.

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Giulia Moretti