Ricatto sexy online: un 29enne romano minaccia un uomo del Trentino

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Di Redazione Metropolitan

Un ragazzo di Roma di 29 anni ha adescato un uomo del Trentino su un noto sito di incontri per poi incastrarlo in un ricatto

Si faceva chiamare “Bear” ovvero orso in inglese, il giovane ragazzo romano autore del ricatto ai danni dell’uomo di Trento. Dopo aver aperto il proprio profilo su un famoso sito di incontri, il 29enne aveva dichiarato di essere disponibile per incontri con lo scopo di avere rapporti sessuali.

Così un uomo, a centinaia di chilometri di distanza, è caduto nella trappola che l’ha catapultato in un incubo. L’uomo ha iniziato quindi una corrispondenza intima con il sedicente gigolò. Il Bear romano è poi riuscito a convincere la vittima a farsi inviare foto in atteggiamenti erotici su whatsapp, la celeberrima applicazione di messaggistica.

Così l’uomo di Trento si è ritrovato a vivere un inferno. Subito dopo il ragazzo romano ha cominciato a ricattare l’uomo, minacciava di diffondere le foto se il trentino non gli avesse dato 900 euro.

In principio la vittima ha versato la somma richiesta al suo aguzzino ma, purtroppo per lui, le minacce sono continuate fino a quando il romano non ha raggiunto l’astronomica cifra di 10.000 euro per non pubblicare online il materiale hot.

Il ricatto è avvenuto su whatsapp in seguito allo scambio di foto hot.
Fonte: Wikimedia Commons
Fonte: Wikimedia Commons

A questo punto la vittima è riuscita a trovare il coraggio necessario per contattare la polizia. L’uomo di Trento si è presentato quindi in Questura disperato e in cerca di aiuto. Nell’arco di pochi giorni gli agenti della Mobile hanno identificato il ricattatore e lo hanno arrestato dopo avergli sequestrato carta di credito e telefono.

L’operazione degli agenti

Gli agenti sono risaliti all’identità dell’aguzzino grazie al numero di telefono, ricavato dall’applicazione di incontri, che risultava intestato alla madre. Con l’aiuto dei colleghi romani gli agenti hanno scoperto che la donna intestataria del numero viveva con il figlio e che lui, per la denuncia dello smarrimento della carta di identità, aveva indicato come suo recapito proprio quel numero.

Successivamente è scattata la perquisizione dell’abitazione in seguito della quale è stata ritrovato il telefono incriminato e la carta Postepay con i 900 euro versati dalla vittima. È quindi scatta la richiesta di misura cautelare domiciliare a carico del ragazzo romano, incensurato.

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