La solidarietà disinteressanta, spontanea è il gesto e sentimento più umano che si possa esprimere. La vicinanza verso il diverso è un fondamentale monito di apertura e di scambio che al massimo della sua catarsi, dovrebbe smuovere le coscienze, ridisegnare i confini. Il nuovo film di Roberto Andò è un gesto di solidarietà.
Silvio Orlando al timone del nuovo progetto.
Roberto Andò è prima di tutto un intellettuale poliedrico. E’ romanziere, saggista, di norma sceneggiatore e anche regista teatrale (magnifica la sua “Tempesta” di Shakespeare la scorsa stagione), regista d’opera, insomma disctricarsi non è un problema. Pochi i film al cinema, sei, dal 1996 ad oggi ma a loro modo incisivi, sempre pregni di tematiche morali, personaggi a ridosso di un bivio giansenista, o il bene o il male, circondati di pressante attualità. L’ultimo film si affiderà ad un nuovo personaggio inedito, la tenerezza.
Roberto Andò inizia la carriera registica al fianco dei più grandi maestri del cinema, da Fellini a Rosi, da Michael Cimino a Francis Coppola.
“Il bambino nascosto” è già il titolo del romanzo del regista palermitano, che in poco tempo sarà definito omonimo in relazione al film. Siamo a Napoli dove un professore al Conservatorio San Pietro a Majella che tutti chiamano “o’ professor”, il mitico Silvio Orlando, a causa di una lieve distrazione si vede intrufolare in casail ragazzetto Ciro (il piccolo Giuseppe Pirozzi), il quale è scappato di casa dagli inquilini del piano di sopra. Inizierà, dunque, una sommossa di solidarietà da parte dell’occupato contro il nemici dell’occupante.
L’impegno c’è ma la leggerezza sembra farla da padrona in quest’ultima opera. I risvolti sembrano interessanti, l’apparato artistico pure, non ci resta che aspettare.
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