Cinema

Roberto Rossellini, 45 anni fa ci lasciava il grande maestro italiano

Il 3 giugno 1977 un attacco di cuore si portava via Roberto Rossellini. È stato uno dei più grandi registi italiani di tutti tempi, vincitore del Leone d’oro a Venezia e della Palma d’oro a Cannes. È stato uno dei padri e dei massimi esponenti del Neorealismo italiano che con il suo cinema ha saputo ispirare le generazioni e le avanguardie cinematografiche successive.

“La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta”

Queste le parole di Otto Preminger a proposito del cinema di Roberto Rossellini. D’altronde con “Roma città aperta” il grande maestro italiano aveva segnato un punto di svolta nel cinema mondiale. Il tuttto introducendo un linguaggio moderno nato grazie anche all’utilizzo delle macchine da presa dei cinegiornali, più leggere rispetto alle macchine da presa cinematografiche dell’epoca. Un uso improvvisato che ben si associava a quella liberta di stile segnata spesso da un’apparente mancanza di preparazione e dall’inesistenza di sceneggiature complete. Grazie a questo Rossellini diede vita ad esperienze cinematografiche indimenticabili che non si fermarono nemmeno con l’arrivo in televisione. Qui Rossellini continuò a sorprendere con l’uso del pancinor , un obiettivo cinematografico che gli permetteva di realizzare bellissime carrellate ottiche.

Cinque film cult di Roberto Rossellini

Un scena di Germania anno zero, fonte Ugo Tramontano

Roberto Rossellini ha girato film indimenticabili di cui abbiamo scelto quelli che per noi sono i cinque migliori. Iniziamo la nostra carrellata cinematografica con il già citato “Roma città aperta”. Un film con cui il grande maestro fu tra i primi raccontare in modo incisivo e veritiero pagine drammatiche e importanti della storia d’Italia come l’occupazione nazista e la Resistenza con una straordinaria Anna Magnani. Rossellini ha poi raccontato lo sbarco degli alleati in Sicilia e la loro risalita al nord nel suo cult a episodi “Paisà” che gli valse una candidatura agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

A concludere, insieme con i due film precedenti, un’ideale trilogia sulla guerra, il bellissimo “Germania anno zero” ambientato durante l’occupazione alleata di Berlino. Per parlare di Rossellini bisogna poi anche parlare di Ingrid Bergman, sua grande compagna di set e di vita. Del loro sodalizio ricordiamo il commovente “Stromboli (Terra di Dio)” con la Bergman nei panni di una donna lituana che deve fuggire da un matrimonio difficile e da una società oppressiva. Concludiamo la nostra carrellata con “Il generale Della Rovere”, il film che valse a Rossellini il Leone d’oro grazie anche alla straordinaria interpretazione di Vittorio de Sica nei panni di un’incredibile truffatore.

Stefano Delle Cave

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