Le nuove linee guida per l’aborto semplice, sicuro ed economico

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Di Redazione Metropolitan

Un aborto più semplice per le donne e più economico per lo stato. Rivoluzione del Ministro Roberto Speranza.

Il ministro approva le direttive del Consiglio Superiore della Sanità: le nuove linee guida

Le nuove linee guida del ministero della Salute

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha appena annunciato le nuove linee guida sull’interruzione volontaria della gravidanza per via farmacologica.

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Le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana. È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà“. Vengono quindi sostituite le linee guida del 2010.

Le linee guida del 2010

Le passate linee guida permettevano somministrazione del farmaco solo entro le prime sette settimane di amenorrea (l’assenza di mestruazioni) e consigliavano tre giorni di ospedalizzazione, demandando alle regioni la scelta del ricovero. Questa indicazione ha dato vita a diverse modalità di ricovero, non ultimo il caso della regione Umbria, per il quale il ministro Speranza aveva chiesto un parere del Consiglio Superiore della Sanità.

Modalità di aborto

Esistono due modi per abortire: la via chirurgica (tramite aspirazione del feto) e la via farmacologica (attraverso l’assunzione di due farmacia a distanza di 48 ore). Com’è possibile intuire e come confermano numerosi studi scientifici corroborati dal patrocinio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il secondo metodo è più sicuro. A tal punto che i due farmaci utilizzati per abortire (mifepristone e misoprostolo) sono inseriti tra i farmaci essenziali.

La storia dell’Aborto in Italia

In Italia l’aborto farmacologico è divenuto legalmente praticabile solo nel 2009, seppure ancora oggi gli ostacoli da affrontare sono molti. Il limite di tempo, ridotto rispetto a quello indicato dal farmaco stesso (9 settimane al posto di 7) e adottato dagli altri paesi d’Europa, e il ricovero ordinario in ospedale di tre giorni rendono la scelta dell’interruzione volontaria della gravidanza più difficile da gestire, e di conseguenza limitata.

Negli altri paesi europei l’aborto farmacologico è infatti oggetto di un day hospital o di un ricovero casalingo e lo possono somministrare anche i medici di famiglia (in Francia) e le ostetriche (in Francia e in Svezia), dopo un’adeguata formazione.

Le nuove linee guida

Prima di tutto il periodo di somministrazione dell’aborto farmacologico passa da sette a nove settimane. Secondo il parere del Consiglio “non esistono [infatti] evidenze scientifiche che sconsiglino la somministrazione alla nona settimana“.
Il farmaco, inoltre, potrà essere somministrato in consultorio, in ambulatorio e in spazi idonei con personale formato.
Le donne che lo assumono, infine, potranno tornare a casa dopo mezz’ora dalla somministrazione, a patto che non siano in condizioni di ansia e che a casa non siano sole. Casca quidni l’obbligo di ricovero fi tre giorni.

Basterà quindi recarsi in consultorio e recuperare le informazioni necessarie per prepararsi all’aborto. Il Consiglio superiore di sanità consiglia di non somministrare il farmaco alle pazienti che soffrono di ansia, che hanno una soglia del dolore molto bassa e che vivono in condizioni igieniche precarie (in questi casi resta consigliato l’aborto chirurgico con sedazione, in ospedale). Infine, dopo due settimane, si prevede una visita di controllo per offrire “una consulenza per contraccezione“.

Sempre il Consiglio Superiore della Sanità evidenza, oltre ai vantaggi per il benessere psico-fisico delle pazienti, dei netti risparmi in termini economici. Rispetto all’aborto chirurgico, che richiede ricoveri, anestesie e l’impiego di sale operatorie, l’aborto farmacologico è più snello, sicuro e agile ad offrirsi a tutte coloro che lo richiedano.

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