E’ scoppiato un vero e proprio caso netturbini nella capitale. Uno su tre è inabile al lavoro in maniera temporanea o permanente e questo rallenta la raccolta dei rifiuti. L’amministratore unico di Ama sta pensando a nuove assunzioni. L’assenteismo per malattia al momento è alle stelle.
Il caso netturbini dell’Ama
Un nuovo problema è stato sollevato per quanto concerne la raccolta rifiuti nella capitale. Sul tavolo dell’amministratore di Ama Zaghis c’è un rapporto interno che ha fatto scoppiare un vero e proprio caso netturbini a Roma. Uno su cinque, secondo questo documento, è inabile al lavoro in maniera temporanea o permanente. Quindi 1500 netturbini su 43000 operatori ecologici sarebbero inabili, circa il 35 % del totale, non potrebbe svolgere le più comuni mansioni quali essere su un camion e raccogliere immondizia.
A comprova di questo esistono certificati di inidoneità al lavoro con varie motivazioni, dall’allergia allo smog e alle polveri al rischio di “carichi pesanti” che i netturbini sosterrebbero svuotando cassonetti in giro per la città. A questi si aggiungono gli inabili temporanei che hanno problemi tali da non poter recarsi normalmente a lavoro.
L’assenteismo e il cambiamento di Zaghis
L’inidoneità di questo gran numero di netturbini rallenta la raccolta di rifiuti nella capitale. A questo si aggiunge l’alto tasso di assenteismo degli operatori dell’Ama che si attesta al 15% per quanto riguarda la malattia e i permessi dati dalla legge 104. “Ora le cose dovranno cambiare”, ha detto l’amministratore unico di Ama Zaghis che si prepara a spostare la maggior parte dei netturbini inidonei ad altre mansioni meno rischiose.
“Intensificheremo le visite mediche e assumeremo 350 nuovi dipendenti che abbasseranno l’età media del personale, ora ferma a circa 50 anni”, ha fatto posi sapere Zaghis che ora si ritrova questa nuova gatta da pelare in un periodo non facile della raccolta rifiuti a Roma che potrebbe arrivare ben presto allo stremo con l’imminente chiusura della discarica di Colleferro.