Rosberg come Hunt: titolo mondiale e ritiro

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Di Redazione Metropolitan

Rosberg Hunt ritiro – Il 2016 è stato l’anno in cui Nico Rosberg è riuscito a coronare il suo sogno, vincendo il suo primo e ultimo mondiale; il neo campione tedesco decise infatti di ritirarsi dalla Formula 1. Tanti i piloti che in passato avevano preso questa decisione; tra questi anche James Hunt.

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Rosberg and Hamilton – Photo Credit: Motorsport Official Twitter Account

Rosberg Hunt ritiro – Titolo e addio

Nico Rosberg, figlio del campione Keke Rosberg, secondo figlio a riuscire a vincere il titolo iridato dopo l’unica coppia composta da Damon Hill e il padre Graham. Una strada spianata, una carriera nell’automobilismo praticamente scritta fin dal principio. Kart e Formula BMW per iniziare, come da prassi; Formula 1 con Williams e Mercedes per terminare. Dopo aver visto due titoli mondiali finire nelle mani di Lewis Hamilton, compagno di squadra, nel 2016 Nico, complice anche un po’ di fortuna che spesso serve e aiuta, vince il suo primo titolo mondiale; e si ritira dalla Formula 1.

James Hunt, più conosciuto come “Hunt the shunt” e per il suo stile di vita spesso oltre il limite; figlio di una numerosa famiglia, approccia tardi al mondo dell’automobilismo. Inizia con le Mini, ne rimane affascinato, poi arrivano F3, F2 con Niki Lauda e la F1. Vince il titolo nel 1976, lo stesso 1976 protagonista dell’incidente in Germania; una catastrofe per Lauda, una fortuna per Hunt che si aggiudica il titolo stando in testa al mondiale solo una volta, quella giusta. Campione del mondo; poi due anni opachi e a metà del terzo il ritiro. Nel 1993 l’eccesso prevale e James Hunt viene a mancare.

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Nico Rosberg – Photo Credit: Rosberg Official Twitter Account

Rosberg Hunt ritiro – Rivalità sotto pressione

Inevitabile il paragone che tante volte è stato fatto nel tempo; la rivalità tra Rosberg ed Hamilton ha sempre un po’ ricordato quella vissuta con Hunt e Lauda in pista. Entrambe le rivalità erano intense, spesso fatte da colpi scorretti; tanta tensione e tanta pressione a cui i piloti venivano sottoposti. Due guerre più psicologiche che ruota a ruota; ma d’altronde il mondo della Formula 1 è anche questo. Rivalità simili che hanno appassionato il pubblico tanto da amare o odiare questi piloti, tanto da sentirsi parte della loro battaglia.

Menti diverse, guide differenti e caratteri opposti i primi ingredienti per una sana rivalità; poi la pressione a cui un pilota è esposto porta a vedere l’altro come un nemico. Hunt e Lauda all’inizio non erano amici, lo sono diventati con il tempo, imparando a rispettarsi in pista e fuori, tanto da portare Niki ad essere felice per il titolo di James. Percorso inverso per i compagni Mercedes; amici fin dai tempi dei kart poi insieme nella stessa scuderia. Qualcosa si rompe e l’amicizia viene soffocata portando Rosberg a voler solo battere Hamilton; nient’altro.

Rosberg Hunt ritiro – Tanto diversi quanto simili

Nico Rosberg, un ragazzo tranquillo, devoto alla concentrazione, al lavoro, a migliorare le sue prestazioni; James Hunt, esattamente l’opposto, sposato con uno stile di vita spesso sopra le righe. Entrambi con un titolo mondiale, entrambi ritirati a causa della mancanza di uno stimolo per proseguire; Rosberg subito, Hunt dopo quasi tre anni, forse mentalmente fatali. In apparenza tanto diversi, ma dentro all’abitacolo forse la realtà era la stessa. Entrambi infatti avevano un obiettivo: battere il proprio compagno.

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Lauda and Hunt – Photo Credit: F1 Official Twitter Account

Rosberg ha spesso dichiarato che le pressioni a cui è stato sottoposto alla fine hanno avuto la meglio; per questo la decisione di fermarsi. Hunt questo non l’ha mai detto, ma il suo comportamento forse era la prova di un carattere debole, incapace di reggere tanta tensione; un grido d’aiuto mai colto, un modo per mascherarsi e scappare da una realtà troppo pesante. Nico ha avuto la fortuna di una famiglia stabile, in grado di sostenerlo nel difficile percorso fino al titolo iridato; James questa fortuna l’ha cercata ma senza trovarla, creandosi così una finta famiglia dove alcool e fumo erano le uniche certezze.

Due vite opposte ma due caratteri più simili di ciò che le apparenze mostravano; due piloti, due uomini, non del tutto in grado di reggere il peso che il mondo della Formula 1 mette sulle spalle. Rosberg ha avuto una carriera difficile dal punto di vista mentale; figlio d’arte, poi compagni di squadra come Schumacher ed Hamilton. Una salita fino alla vetta dove poi ha voluto rimanere. Hunt era veloce e aveva talento, amava la vita come divertimento, ma non amava se stesso. Un pilota da mondiale dentro ad un uomo stroncato da un infarto figlio di un matrimonio sbagliato. Rosberg e Hunt, diversi fuori, uguali sotto il casco, campioni del mondo.

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Articolo a cura di Chiara Zambelli