“Rosencrantz e Guildenstern sono morti “, un controverso Leone d’oro

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Prendiamo il nostro areo ed andiamo a Venezia per parlare di un film vincitore del Leone d’oro non senza molte critiche. È l’unico film da regista del famoso drammaturgo e sceneggiatore Tom Stoppard, premio Oscar perShakespeare in love. Abbiamo dedicato questa puntata al suo “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”

Tom Stoppard, famoso per i suoi drammi teatrali e sceneggiatore di film di successo come “L’impero del sole” e “Shakespeare in love”, ha avuto anche un’unica ma significativa esperienza come regista cinematografico. Si tratta del film del 1990 “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, un adattamento cinematografico di un suo dramma di successo. È una rilettura grottesca e tragicomica shakespeariana dove i protagonisti sono due amici del famoso principe danese Amleto.

Rosencrantz e Guildenstern sono morti, tra dramma, commedia sofisticata e divertimento

Il trailer di Rosencrantz e Guildenstern sono morti, fonte johnhuston1

Il lavoro fatto da Tom Stoppard in “Rosencrantz e Guildenstern sono morti “ è profondo meticoloso. Il famoso drammaturgo inglese coniuga perfettamente il dramma shakespeariano con la commedia sofisticata e la slapstick comedy. Non mancano infatti scene divertenti come la partita a tennis e discorsi surreali che rimandano al teatro dell’assurdo. Un’opera inconsueta con un cast di eccezione in cui spiccano Gary Oldman e Tim Roth nel ruolo dei due protagonisti che erano personaggi secondari di “Amleto” ora sono invece tragicomici antieroi.

La vittoria del Leone d’oro e le proteste

Quando nel 1990, la giuria presieduta da Gore Vidal assegnò il Leone d’oro a “Rosencrantz e Guildenstern sono morti” di Tom Stoppard si spaccò letteralmente la critica. Da un lato c’era chi apprezzava questo film singolare, intelligente e dalla struttura robusta. Dall’altro ci furono pensati attacchi seguiti da una distribuzione cinematografica rinunciataria nei confronti del film. Ingiurie dovute anche alla presenza in concorso quell’anno a Venezia di due grandi cult come “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorse e “Un angelo alla mia tavola” di Jane Champion ritenuti più meritevoli della vittoria finale.

Questo lungometraggio è stato poi inseguito rivalutato come uno dei più sottovalutati degli anni 90′. Tuttavia Stoppard non ha mai più lavorato a nessuna regia cinematografica ma è tornato comunque a portare con successo Shakespeare al cinema. 8 anni dopo la vittoria a Venezia, vinse assieme a Marc Norman un Oscar per la miglior sceneggiatura originale per il film “Shakespeare in love”.

Stefano Delle Cave