Salario minimo: ecco perchè non funzionerà

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Di Antonio Farris

Il destino economico dello Stivale e del Vecchio Continente sono a rischio. L’UE raggiunge l’accordo sul salario minimo. PD e 5 Stelle sono in attesa di produrre una legge il prima possibile. Sindacati schierati in prima fila alimentano la disputa. Contrari Lega e Confindustria. Il salario minimo farà cadere la spada di Damocle che pende sull’economia nazionale?

Debito pubblico

La politica monetaria è un tema oscuro e distante. Il procedimento di creazione del denaro lo è ancor di più. Cosa c’entra il sistema monetario col salario minimo? In realtà è una questione fondamentale per comprendere se una legge sul salario può essere oggi utile. Il costante crollo delle borse viene presentato come un campanello d’allarme ma è una questione di relativa importanza. Le borse non influenzano l’economia reale di una nazione, piuttosto, è l’economia reale a influenzare le borse.

La meccanica di produzione del denaro, genera una grave défaillance nel sistema. Il denaro che una banca centrale concede, è sempre e comunque in prestito. Pertanto, l’immissione di nuova moneta con il presupposto di risollevare l’economia produce l’effetto contrario. Aumenta il debito pubblico, è un dato di fatto.

In sintesi, lo stato emette titoli di debito che vengono acquistati dalle banche centrali. Le banche centrali emettono il denaro di conseguenza. Se non avviene questo processo, nessuna somma può essere concessa. Contestualmente, più moneta significa maggior debito sul quale grava in aggiunta un interesse da pagare in fase di saldo dello stesso.

Tramite la “riserva frazionaria” o anche “riserva obbligatoria” disposta per legge all’1%, un istituto bancario genera nuova moneta in forma digitale. Essendo obbligato a mantenere un deposito minimo rispetto alla somma effettivamente custodita inizialmente, utilizza il restante denaro per produrre degli utili o concedere altri prestiti.

Inflazione

La nuova moneta generata/immessa con la riserva obbligatoria si auto-deprezza, sottraendo valore alla base monetaria preesistente. L’incremento della moneta in circolazione – sottoforma di dati negli archivi digitali e quindi non fisica – è un fenomeno che prende il nome di “espansione monetaria” e provoca un incremento di domanda di beni e servizi con il conseguente aumento dei prezzi. Il problema sta nel fatto che per controbilanciare l’espansione monetaria, bisognerebbe incrementare proporzionalmente beni e servizi prodotti, ma ciò non avviene.

L’economia è inflazionistica di per sé. Il potere d’acquisto è sceso finora dell’8%. Questo dato si somma all’inflazione naturale annuale prodotta dall’espansione monetaria. La risultante è che il tasso è più alto di quanto in realtà si pensi. Secondo gli economisti, è come se un lavoratore avesse percepito nel 2022 undici stipendi. Il dodicesimo è già stato azzerato dal carovita attuale che pesa sui beni di prima necessità.

Il salario minimo non è la soluzione

In conclusione, contrastare la crisi con una legge sul salario minimo attualmente non si può. Sommando alla politica monetaria odierna e all’inflazione una pressione del sistema fiscale che ha raggiunto quota 50%, un aumento del minimo salariale non avrà alcun effetto se i prezzi continuano a salire. Le forze politiche si scontrano sulla legge. Il PD di Enrico Letta e i 5 Stelle, sostenuti dai sindacati, sono per una approvazione immediata. Matteo Salvini, leader della Lega, punta ancora una volta sulla “Flat Tax”. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi pensa che il salario minimo possa addirittura essere dannoso.

Mentre la crisi grava sempre di più nelle tasche degli Italiani costretti a svuotare il carrello della spesa a causa del carovita, l’inflazione pare bruci un’idea ancor prima che venga proposta.