Sam Jones aka “The Shooter”

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Di Redazione Metropolitan

Senza dubbio questo preciso momento storico è dominato dal tiro da 3 punti. Una delle prime caratteristiche che si ricercano un giocatore, indipendentemente dal ruolo, è la capacità di essere pericolosi dal perimetro per allargare il campo e creare spaziature. Fino a poco più di quarant’anni fa la linea che premia con un punto in più però non esisteva, quanto meno nella NBA, ma nonostante questo alcuni giocatori di dimensioni inferiori hanno sviluppato il proprio tiro per aggirare i giganti che dominavano le aree. Tra questi c’è senza dubbio Sam Jones che senza aver mai segnato una tripla in carriera (per motivi anagrafici) viene ricordato per il suo jumpshot mortifero e che oggi compie 87 anni.

Gli anni al College

Nel 1951 si iscrive alla North Carolina Central University dove mette in mostra le ottime doti da scorer e da rimbalzista. Nei primi tre anni viaggia a 17,3 punti e 8,5 rimbalzi di media. Nel 1954 prima di concludere gli studi decide di prestare servizio militare. A 23 anni ritorna alla NCCU per laurearsi e gioca una stagione da 18.6 punti 10.7 rimbalzi di media. Fondamentale per la sua crescita è stato senza dubbio l’allenatore John McLendon membro della Naismith Memorial Basketball Hall Of Fame. Al draft del 1957 viene scelto con la numero 8 dai Boston Celtics, dopo che quqlche anno prima era stato scelto dai Minneapolis Lakers, campioni in carica, pronto per continuare a vincere con la franchigia del Massachussets.

L’approdo in NBA

Il leggendario allenatore dei Celtics “Red” Auerbach era solito scegliere personalmente i giocatori al draft dopo averli visti giocare dal vivo. Nel caso di Sam Jones, però, Red è rimasto affascinato dai racconti che lo descrivevano come una persona completamente dedita alla pallacanestro. Come lo stesso allenatore confermerà qualche anno dopo Sam è ossessionato dalla palla a spicchi. È dotato di un fisico straordinario: 193 cm di altezza, piuttosto rilevanti per una guardia tiratrice al tempo. La sua velocità e i suoi riflessi sommati al tocco da pianista rendono Jones un giocatore piuttosto decisivo per il basket di quell’epoca. Il suo primo anno a livello statistico non è niente di eclatante e il suo impiego è piuttosto limitato e i Celtics perdono alle Finals in un remake della finale dell’anno precedente contro i St Lewis Hawks.

Sam Jones con la maglia dei Celtics (photo credits: NBA.com)

L’impero Celtics

A partire dalla stagione da sophmore Sam inizia a ritagliarsi uno spazio considerevole raddoppiando i minuti di media e raggiungendo la doppia cifra in punti a partita. Arriva anche il primo anello in finale contro i Lakers. Quello del 1959 è il primo di 8 anelli consecutivi che vinceranno quei Celtics guidati da Bill Russell e da uno dei backcourt più forti della storia noto come “Jones Boys“. Infatti insieme a Sam nel reparto guardie c’è un altro Jones, ossia K.C. Jones. Sam è un realizzatore mentre K.C. crea per i compagni. La striscia di titoli consecutivi si interrompe nel 1967 quando tale Wilt Chamberlain con i suoi Warriors riesce ad interrompere l’egemonia di Boston. I due anni successivi i Celtics si laureano nuovamente campioni. Si ritira il 5 maggio 1969 dopo aver realizzato 24 punti conditi da 7 rimbalzi e 2 assist nella storica gara 7 contro i Lakers di West, Baylor e Chaberlain. La sua maglia numero 24 è ovviamente appesa al Garden e il giocatore dopo 5 convocazioni all’All star game e 3 nomine nei quintetti NBA è rientrato di diritto nella Hall of Fame. Meritata considerando i 10 anelli in 12 stagioni.

Lorenzo Mundi

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