Scioglimento del Comune di Tropea per infiltrazioni mafiose

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Di Alessia Spensierato

Martedì il Consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Tropea, nota meta turistica in provincia di Vibo Valentia, in Calabria. La decisione è stata presa su proposta del ministro dell’Interno «alla luce degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa». La gestione dell’amministrazione comunale è stata di conseguenza affidata a una commissione straordinaria per diciotto mesi.

Lo scioglimento è stato deliberato dopo poco più di sei mesi dall’insediamento della “commissione di accesso” ai dati dell’amministrazione comunale, deciso lo scorso ottobre dal prefetto di Vibo Valentia.

A seguito di questa decisione i tropeani non si recheranno alle urne a giugno in occasione delle elezioni europee.

Inoltre, vista la necessità di  completare l’azione di risanamento in atto, il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga, per la durata di sei mesi,  dello scioglimento del Consiglio comunale di Sparanise”, comune in provincia di Caserta, in Campania.  

Il sindaco: “Sinceramente non mi aspettavo un provvedimento del genere”

“Sono molto rammaricato per la decisione del Consiglio dei ministri. So esattamente quello che ho fatto come sindaco e come amministrazione e sinceramente non mi aspettavo un provvedimento del genere”. Così il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì commenta lo scioglimento del Comune per condizionamenti da parte della criminalità organizzata. “Vedremo le motivazioni della decisione – aggiunge Macrì – e stabiliremo il da farsi”.