Una spedizione punitiva contro il centro di accoglienza di via del Frantoio, nel quartiere Tiburtino, ha provocato il ferimento di un eritreo di 40 anni. Indagano i carabinieri.

Tutto è cominciato alle ore 22:30 del 29 agosto. In via del Frantoio, davanti il centro di accoglienza e smistamento gestito dalla Croce Rossa, alcuni ragazzini del quartiere avrebbero preso in giro un eritreo di 40 anni (con problemi psichici) per la sua mania di raccogliere le cicche di sigaretta da terra. Questi avrebbe risposto lanciando un sasso contro di loro, senza però colpirli. Uno dei bambini ha raccontato l’episodio spiacevole alla madre, che si è diretta immediatamente al centro di accoglienza per affrontare di persona il responsabile.

E’ a questo punto che le versioni dei fatti raccontate dalla madre e dalla Croce Rossa divergono completamente. La donna, con problemi legati all’abuso di alcol e droga, ha così dichiarato al Messaggero: «Mi hanno sequestrata per un’ora insieme a mio nipote di 12 anni, trascinata all’interno del centro per due volte e colpita. Ho avuto paura, pensavo di morire. Loro erano in tanti, una cinquantina;  mi sono coperta il volto e speravo che non facessero nulla di male al bambino». 

Tuttavia, la ricostruzione degli operatori del centro e dei carabinieri non collima con quanto dichiarato dalla donna. Anzi, quest’ultima, durante il tragitto verso il centro, avrebbe coinvolto altre persone nella “ricerca”, giungendo in gruppo in via del Frantoio. Temendo una spedizione punitiva, i profughi si sono radunati per difendersi. Nella colluttazione è rimasto ferito da una coltellata/ bottigliata (non è ancora chiaro) alla schiena l’eritreo che aveva lanciato il sasso. Inoltre, i fatti sarebbero avvenuti davanti il cancello della struttura, non al suo interno. In ogni caso, la storia del sequestro non è suffragata da alcuna prova, come confermano gli stessi Carabinieri (che infatti hanno parlato di una zuffa, non di un sequestro di persona). La procura di Roma, intanto, procede per tentato omicidio verso chi ha accoltellato il profugo.

Ma la storia di via del Frantoio è esemplare di come basti soffiare leggermente sul fuoco diffondendo notizie false o imprecise per dare il via ad un tumulto. Prova di ciò ne è il post del responsabile di Casapound Lazio, dove i fatti sembrano presi dalla trama de “La Ciociara” di De Sica: «Stanotte alcuni residenti del quartiere hanno affollato i cancelli dell’ingresso del centro d’accoglienza di via del Frantoio inferociti. Pare che una donna sia stata rapita dagli ospiti del centro gestito dalla Croce Rossa in seguito ad un diverbio. È dovuta intervenire la celere per sedare gli animi ed evitare un assalto alla struttura». Da sottolineare come all’arrivo dei carabinieri e della polizia, intorno alla mezzanotte e quaranta, gran parte dei partecipanti alla rissa si fosse ormai dispersa autonomamente.

«Quanto è accaduto questa notte al Tiburtino – ha dichiarato la Croce Rossa sui fatti –  è sintomo di una situazione di tensione. Siamo preoccupati per la pacifica convivenza di tutti. Il fatto che circolino notizie varie e spesso infondate è il segnale che non si vuole stare alla realtà dei fatti. Una realtà è che la persona eritrea ferita non è ospite del Presidio Umanitario dalla fine di  luglio scorso ma è attualmente inserito nel programma di relocation ospite del CAS Staderini. Un altro dato di fatto è che non ci sono state persone “sequestrate” e che la tensione per fortuna non ha prodotto gravi conseguenze. Noi siamo disponibili a prendere tutti i provvedimenti necessari qualora si accertassero fatti diversi, ma al momento possiamo confermare che dal Presidio non è partita alcuna forma di aggressione. Siamo disponibili come sempre nei confronti della popolazione residente e auspichiamo che lo siano anche le Istituzioni del territorio. Da subito ieri sera ci siamo messi in contatto con le Forze dell’Ordine e attendiamo la conclusione delle indagini». 

Lorenzo Spizzirri