“Scream”, quando una maschera bianca fa la storia dell’horror

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Di Redazione Metropolitan

Negli ultimi decenni pochi film horror sono riusciti ad entrare nell’immaginario collettivo come quelli della saga Scream.  Iniziata alla metà degli anni 90’, questa serie cinematografica è composta da quattro pellicole: Scream, Scream 2, Scream 3 e Sceram 4. Sono uscite rispettivamente nel 1996, 1997, 2000 e 2011 e sono state tutte dirette dal regista americano Wes Craven. Il 14 gennaio del 2022 è, inoltre, prevista l’uscita del quinto capitolo. Fin dal primo Scream, il progetto ha ottenuto una grandissima popolarità, prima in America e poi in tutto il mondo. La cosa non è scemata nemmeno nei lavori successivi. Infatti, nel loro insieme, i quattro film hanno ottenuto più di 608 milioni di dollari d’incasso al box-office in tutto il mondo.

La saga Scream segue le vicende che coinvolgono Sidney Prescott (Neve Campbell). Attraverso questo progetto, noi la seguiamo nel corso degli anni, a partire dall’ultimo anno di liceo fino a quando è già trentenne. L’unica costante nel corso delle pellicole sembra essere il fatto che ovunque Sidney vada sia perseguitata da ghostface. Si tratta di qualcuno che compie diversi efferati omicidi e che ha come fine ultimo quello di uccidere lei. Ad impersonarlo sono diversi individui. Tutti indossano un costume con una maschera bianca da fantasma e una tunica nera. Ciò s’ispira al protagonista di Stab (Squartati), la serie cinematografica fittizia celebre tra i personaggi di Scream.

Neve Campbell nel ruolo di Sidney Prescott nme.com
Neve Campbell nel ruolo di Sidney Prescott nella serie Scream – Photo Credits: nme.com

Scream: il segreto del successo

Non si può non essere d’accordo con un punto. Scream ha cambiato per sempre il genere slasher/horror. Per prima cosa, ha portato nel grande schermo un’inedita commistione tra thriller/horror e commedia. Questo sicuramente ha contribuito al suo successo tra il grande pubblico. Grazie a tale elemento, infatti, il tutto risulta essere più gradevole e divertente. Inoltre, si alleggerisce l’atmosfera, rendendola molto meno pesante e cupa rispetto a quella di un tipico horror. Ne consegue, dunque che la saga sia abbastanza facile da vedere, anche per i non amanti del genere. Ciò crea un prodotto usufruibile e apprezzabile da un pubblico molto più vasto.

Un altro aspetto che deve essere stato molto apprezzato dal pubblico è il poco utilizzo del CGI (computer-generated imagery). Infatti, discostandosi da altri horror degli anni ’90, la saga Scream ha voluto ritornare a quello che erano le modalità di creazione classiche delle pellicole slasher. Ciò ha significato un approccio più semplice, con poco utilizzo della manipolazione tramite il digitale. Che dire, è stata sicuramente una vera manna dal cielo per i puristi del genere.

Scene d’apertura che fanno la storia

Quando si riflette su cosa ha reso questo progetto così popolare non si può non pensare ad un altro elemento. Si sa, un titolo d’effetto, un’introduzione accattivante, fanno la differenza. La stessa cosa si può dire per quanto riguarda la scena iniziale di un film. Quella di Scream (1996), è sicuramente una delle più iconiche della storia del cinema horror. Una ragazza è da sola in casa e risponde al telefono. Dall’altra parte uno sconosciuto. Una persona che si rivela essere poi il suo assassino. A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che a recitare nel ruolo della giovane c’è Drew Barrymore, una vera super star già all’epoca. E’ stato sicuramente rivoluzionario e sconvolgente fare morire il personaggio di un’attrice così celebre dopo solo pochi minuti.

Da questa scena, inoltre, si nota un altro aspetto. Gli sceneggiatori non hanno mai esitato ad uccidere cinematograficamente delle vere proprie celebrites. Una è, Barrymore, appunto, ma molti altri nomi si sono susseguiti nel corso dei quattro film. Ad esempio, hanno trovato la morte nel set attori come Henry Winkler, Sarah Michelle Gellar, Matthew Lillard e Lucy Hale. Questo ha sicuramente aiutato ad aumentare l’interesse tra il pubblico. Una persona non sa mai cosa aspettarsi. Ha la certezza che nessuno è sicuro, questo almeno fino ai titoli di coda.

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Giorgia Silvestri