Catania, sbarcati i migranti della Sea Watch

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Di Redazione Metropolitan

Catania è la città dove sono sbarcati questa mattina i 47 migranti a bordo della nave Ong tedesca Sea Watch, in mare da 13 giorni. Applausi, abbracci e strette di mano non sono mancati al loro arrivo.

Catania è stata scelta come luogo di approdo della Sea Watch, in quanto vanta una struttura di accoglienza migliore e centri ministeriali per l’accoglienza di minori, rispetto a Siracusa, dove da sei giorni si trovava alla fonda. Al momento, nessun sequestro dell’imbarcazione. Ma il comandante e l’intero equipaggio saranno sentiti nelle prossime ore dalla Procura.

Il momento dello sbarco dei migranti (Credits: www.tgcom24.mediaset.it)

Catania, l’arrivo al porto

Inizialmente, la nave era salpata attorno alle 5:30, dopo che la partenza, nella tarda serata di ieri, era stata rimandata a causa di un guasto tecnico all’ancora. Ad ogni modo, la Sea Watch è entrata nel porto di Catania, scortata da quattro motovedette della guardia di finanza e della guardia costiera. Conseguentemente, appena finite le manovre di attracco nel molo di Levante, i migranti a bordo hanno festeggiato l’arrivo a Catania con applausi e abbracci, anche ai componenti dell’equipaggio.

Gli abbracci fra i migranti e i membri della nave (Credits: www.tgcom24.mediaset.it)

In seguito, i 15 minorenni, per i quali verrà subito nominato un tutore legale, verranno portati in una comunità a Catania. Mentre i maggiorenni nell’hotspot di Messina, dove resteranno in attesa di essere redistribuiti nei Paesi europei che hanno accettato di accoglierli.

Il tweet della Sea Watch

Come punto finale, la Ong ha commentato con soddisfazione lo sbarco in un tweet. 


La #SeaWatch è arrivata a Catania. Siamo contenti che il calvario sia finito per i nostri ospiti. Auguriamo loro il meglio. Speriamo che l’Europa possa accoglierli e permettergli di vivere come meritano”.

Il tweet di Sea Watch Italia (Credits: www.repubblica.it)

Il fronte anti-Salvini

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha affermato che, a parte i minori non accompagnati, in Italia resteranno uno o due migranti. Anche se sperava in un’indagine sul comportamento della Ong che avrebbe portato al sequestro dell’imbarcazione stessa. E, secondo quanto dichiarato, sta lavorando ad individuare “una procedura standard” per impedire l’ingresso delle navi Ong nelle acque territoriali italiane.

Matteo Salvini (Credits: agenparl.eu)

Intanto, un gruppo di avvocati di Legal Team Italia, insieme all’associazione “Lasciateci entrare”, ha presentato un esposto a carico del ministro. Attentato alla costituzione, abuso in atti di ufficio, sequestro di persona, violenza privata, tortura: sono gli eventuali profili di reato.

Il fondo rimpatri: promessa non mantenuta?

Ma salta fuori un’altra questione che rischia di infiammare nuovamente il governo giallo-verde. Secondo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’esecutivo aveva promesso di stanziare per i rimpatri volontari oltre 40 milioni di euro. Ma ne risultano appena 3. Specificatamente, il governo ha preso 3,5 milioni di euro già stanziati per i rimpatri e li ha spostati a livello generale nel Fondo rimpatri.

Nicola Zingaretti (Credits: www.osservatoreitalia.eu)

Quindi, potranno essere usati eventualmente anche per le espulsioni, oltre che per i rimpatri volontari. Inoltre, esponenti del governo avevano promesso in campagna elettorale 500 mila espulsioni. E anche il Contratto di governo riecheggia quelle promesse. In aggiunta a questo, a luglio 2018 Salvini aveva parlato di 42 milioni di euro destinati ai rimpatri. Ma non risulta che questo sia accaduto.

Patrizia Cicconi