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Sentenza storica: “L’autocertificazione falsa non è reato”

Sentenza storica e destinata a fare giurisprudenza dal tribunale di Reggio Emilia. Il giudice sostiene: “L’autocertificazione falsa non è un reato. I Dpcm sono illegittimi e anticostituzionali”.

L’autocertificazione falsa non è reato: ecco l’accaduto

Al centro della contesa l’autocertificazione di due persone fermate dai Carabinieri di Correggio il 13 marzo 2020, col Dpcm in vigore quindi: alla richiesta di spiegazione dei militari, i due, un uomo e una donna, avevano detto di essere fuori casa per motivi di salute: “Sto tornando da una visita ospedaliera”, ha detto la signora, con accompagnatore al fianco. I Carabinieri hanno verificato: la donna quel giorno non aveva fatto alcun accesso all’ospedale. Hanno trasmesso gli atti alla procura, e il Pm, accusandoli di falso, ha chiesto per entrambi un ‘decreto penale di condanna’ al gip. Ma tutto è stato fermato dal giudice De Luca, che ha prosciolto i due “perché il fatto non costituisce reato” e ha direttamente disapplicato l’atto amministrativo.

Al processo il giudice De Luca emette, quindi, una sentenza storica sostenendo che fornire un’autocertificazione falsa non è un reato. Aggiunge inoltre che i Dpcm sono “illegittimi e anticostituzionali”. “Illegittimo” perché contrario all’articolo 13 della Costituzione, che definisce “inviolabile” la libertà personale. Il riferimento è al decreto dell’8 marzo 2020, il primo Dpcm nazionale, quello che nella memoria di tutti è il provvedimento col quale l’allora governo Conte aveva istituito il lockdown. E’ il primo provvedimento penale di questo tipo in Italia.

Gaia Radino

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