La Televisione ha subito grandi cambiamenti e le Serie hanno puntato sempre più in alto. Ecco la mia personale classifica dei migliori show televisivi della decade ormai passata
Serie TV. Esistono due parole più famigliari e allo stesso tempo terrificanti oggigiorno?
Secondo me, No.
Comunque sia, ecco qua la seconda parte della mia personale selezione degli show televisivi che mi hanno stupito nella decade ormai prossima alla conclusione.
Buona lettura e, si spera, Buona visione!
14. Black Mirror
Il mondo è cambiato, nel Bene e nel Male. “Black Mirror” di Charlie Brooker si concentra esclusivamente sul Male!
Ambientate in un futuro non troppo lontano e talvolta incredibilmente vicino, le storie antologiche di “Black Mirror” ci mostrano come la dipendenza verso le nuove tecnologie possano trasportarci in un incubo ad occhi aperti.
Un primo ministro ricattato da dei cyber terroristi, l’ossessiva ricerca di Meriti, la possibilità di rivivere letteralmente i propri ricordi e tante altre vicende rappresentano i tasselli di un terrificante mosaico che Brooker ha sempre temuto e noi con lui.
C’è stato un notevole cambio di rotta da quando la serie è prodotta da Netflix e purtroppo la qualità delle storie è andata sempre calando.
Ciò non toglie che “Black Mirror” è e rimarrà uno dei prodotti televisivi più arguti e vitali di tutti i tempi.
13. Gravity Falls
Bisogna pensare ogni tanto al nostro bambino interiore e a quella fantasia che spesso ha popolato la nostra infanzia. Ed ecco che “Gravity Falls” capita a fagiolo.
Creato da Alex Hirsch, “Gravity Falls” è una serie che avrei tanto amato da bambino, così ricco di avventure sempre più creative intrise di irresistibile umorismo e personaggi fenomenali.
Insieme a Dipper, Mabel, zio Stan, Soos, Wendy e Dondolo, noi spettatori vivremo un’estate folle e piena di misteri ma anche talmente appassionante dal farci riscoprire la fragile delicatezza della nostra infanzia.
“Gravity Falls” è semplicemente strepitoso. Divertente, avvincente, brillante e spesso toccante, è una serie animata che dovete assolutamente recuperare!
12. Show Me a Hero
Una vera e propria perla della produzione HBO firmata da David Simon, cronista dell’animo umano e autore di uno dei capolavori della televisione americana ovvero “The Wire”.
Ispirandosi alla vera storia del sindaco di Yonkers, Nick Wasicsko, Simon inserisce un nuovo pezzo nella sua filmografia composta da opere di denuncia sociale estremamente realistiche e per questo non sempre concilianti.
Difficilmente troverete una miniserie così amara e intensa. Una vicenda tristemente reale che riporta perfettamente problematiche e disagi ancora attuali. Purtroppo.
11. Olive Kitterdige
Basato sull’omonimo romanzo di Elizabeth Strout e diretto da Lisa Cholodenko, “Olive Kitterdige” possiede l’incredibile dono di saper sintetizzare in soli quattro episodi la storia di una donna rigida e complicata.
Olive (interpretata da una Frances McDormand semplicemente divina) è una persona dura di carattere, scorbutica e spesso odiosa ed è la protagonista ideale per una storia che affronta i venticinque anni del suo matrimonio con Henry (un altrettanto magnifico Richard Jenkins).
Un personaggio cucito su misura della McDormand, attrice mai abbastanza valorizzata che riesce a creare empatia con lo spettatore attraverso un essere umano che nella vita reale probabilmente eviteremmo come la pesta senza però comprenderne il disagio.
“Olive Kitterdige” è una miniserie che ha tutto: un’ottima regia, una scrittura sapiente, un cast perfetto, contenuti mai banali e tante emozioni.
10. Justified
Immaginate un western ai giorni nostri e immaginatelo secondo la poetica dello scrittore Elmore Leonard. Ecco a voi “Justified”, summa della poetica dell’autore di “Out of Sight”.
Quella che contraddistingue storie popolate da esseri umani che non fanno altro che commettere errori, dove la morte a volte sembra essere una presa in giro e dove la lingua è più tagliente di un coltello.
La contea di Harlan (Kentucky) diventa così lo scenario di un Far West contemporaneo in cui il sarcastico e spregiudicato Raylan (Timothy Olyphant) diventa il protagonista ideale di storie sempre in bilico tra l’umorismo più grottesco e il dramma.
“Justified” non ha mai avuto un grandissimo successo in Italia e onestamente non ho mai capito perché. Ha sicuramente intrattenuto gli intenditori e deliziato gli ammiratori dello scrittore ma il grande pubblico dovrebbe riscoprire questa perla prodotta da FX.
09. The Americans
Semplicemente uno dei migliori drammi televisivi degli ultimi anni e l’ultimo esponente di uno dei periodi più floridi e creativi della televisione americana.
Ideata da Joe Weisberg, “The Americans” è un dramma famigliare ambientato durante il periodo più delicato della Guerra Fredda (gli anni ’80). Nello specifico quello dei coniugi Jennings, tipica coppia borghese…in apparenza.
In realtà Elizabeth e Philip sono due agenti del KGB infiltrati negli Stati Uniti da quasi quindici anni. Eppure la loro non è una convivenza sempre facile poiché spesso l’ideologia viene messa a dura prova dalla verità dei fatti.
Questo è lo show di Weisberg: un drammatico affresco storico, scritto con precisione e arguzia, sorretto da attori fenomenali e capace di analizzare l’animo umano come pochi prodotti seriali sono riusciti a fare.
08. Gomorra
Sarebbe quantomeno riduttivo definire “Gomorra” una serie gangster.
“Gomorra” è un tremendo e crudo spaccato sociale che utilizza il contesto camorrista per parlare non solo di alcune piaghe che divorano il nostro paese ma soprattutto del Male che alberga nell’essere umano.
Ogni singolo personaggio di questa serie è un esemplare spregevole della razza umana, rappresentanti di un microcosmo che sembra a tutti gli effetti un girone infernale fine a sé stesso.
Il mondo di “Gomorra” è dominato dalla violenza e dalla crudeltà più selvaggia ed è forse questo il segreto del suo controverso successo: l’orrore consapevole che ci provoca l’esistenza di una simile realtà.
07. Mr. Robot
Se “Black Mirror” è una serie che parla di attualità attraverso storie ambientate in un futuro prossimo ma possibilmente molto lontano, “Mr. Robot” è ancorato alla nostra attualità.
Thriller psicologico che strizza l’occhio ai film di culto degli anni ‘80 e ‘90, “Mr. Robot” non è solo una gioia per gli occhi ma è anche una serie che sfida costantemente la pazienza dello spettatore.
Lo fa attraverso una storia in cui realtà e finzione spesso si confondono e dove il percorso del nostro protagonista è un vero e proprio viaggio nella sua psiche contorta mentre vive in un mondo più caotico della sua stessa mente.
“Mr. Robot” ci stuzzica e sconvolge e per questo ha sempre diviso il pubblico ma rimane proprio per questo motivo un grande titolo della televisione contemporanea.
06. Twin Peaks-Il Ritorno
Autore visionario e dal cervello completamente bacato, David Lynch è un regista che ha sempre voluto sperimentare nella sua carriera. L’apice viene raggiunto proprio nel Ritorno a Twin Peaks.
Dimenticate quasi del tutto le atmosfere tragicomiche e spesso vicine alla soap opera che caratterizzavano lo show originale. Il maligno e oscuro mondo di Lynch è giunta al passo successivo.
In fondo “Twin Peaks” ha sempre parlato di questo: una cittadina come tante degli Stati Uniti d’America che sembra uscita da una cartolina d’altri tempi ma che in realtà nasconde un’ Oscurità pronta a esplodere nei modi più inaspettati.
Il Ritorno di “Twin Peaks” non è stato quindi solo piacevole ma anche sorprendentemente originale e mi ha anche ricordato perché David Lynch è ancora oggi uno dei pochi registi al mondo capace, nel Bene e nel Male, di stupirmi continuamente.
05. Bojack Horseman
“Bojack Horseman” è semplicemente un’opera d’arte.
Un cartone animato per adulti che accantona progressivamente la comicità scorretta per concentrarsi sul racconto introspettivo e amaro di un individuo che anela alla felicità ma apparentemente senza successo.
“Bojack Horseman” è essenzialmente una satira sul mondo dello spettacolo hollywoodiano (cinematografico e televisivo) e sono tanti i bersagli massacrati da Bojack e i suoi amici.
Poi la serie diventa un vero e proprio viaggio nella psiche di un cavallo (!) che ha sofferto nella vita ma anche predisposto a provocarsi sofferenze infinite, ferendo i pochi amici che ha attorno.
Ciò nonostante, “Bojack Horseman” non rinuncia mai al divertimento ed è proprio questo clima da (come direbbero gli americani) Dramedy che rende questo show uno dei gioiellini seriali degli ultimi anni.
04. Utopia
Su certi aspetti, le serie televisive britanniche hanno una marcia in più rispetto ai colleghi statunitensi. Attori di grande livello, storie affascinanti, meno filtri e il ritmo dosato alla perfezione. Poi ci sono vere e proprie gemme come “Utopia”.
Coi i suoi colori così sgargianti e gli improvvisi scoppi di macabra violenza, la creatura televisiva di Dennis Kelly è probabilmente uno dei prodotti di genere più affascinanti e crudeli mai visti.
Il clima è grottesco e talvolta tragicomico ma l’incubo ad occhi aperti vissuto dai quattro protagonisti non ha proprio nulla di spensierato e anzi ci spinge verso riflessioni tutt’altro che stupide e spesso preoccupanti nella loro ambiguità.
“Utopia” non è mai giunto nel nostro paese ed è un vero peccato date le sue non poche qualità (non a caso, è imminente un remake americano) ma non è impossibile recuperarlo anche sottotitolato.
Quindi PROVVEDETE SUBITO!
03. Boardwalk Empire
Che posso dire? Se ambienti una serie nei primi anni del Novecento americano (l’epoca del proibizionismo, dei grandi gangster e della Grande Depressione), hai la mia curiosità.
Se scegli come protagonista principale il mio attore preferito in assoluto (Steve Buscemi), hai la mia attenzione.
Se il creatore di questo prodotto televisivo è Terrence Winter(uno degli autori de “I Soprano”) e il suo socio è nientedimeno che Martin Scorsese, allora hai il mio amore incondizionato.
“Boardwalk Empire” è una serie che non ha mai riscosso un grandissimo successo in Italia e il motivo si trova sicuramente nel suo genere d’appartenenza e nel contesto storico affrontato.
Il che è un vero peccato poiché lo show di Winter e Scorsese è un prodotto HBO puro e semplice.
La confezione è eccellente, gli attori in splendida forma, la scrittura è ottima e il protagonista incredibilmente sfaccettato.
Il Nucky Thompson di Buscemi non è certamente complesso quanto un Tony Soprano ma di sicuro è un antieroe difficile da etichettare e il protagonista ideale per una storia che mischia realtà e finzione.
02. The Leftovers
Dall’omonimo romanzo di Tom Perrota, “The Leftovers” è probabilmente una delle serie più complesse e profonde viste negli ultimi anni.
Una storia scatenata da un elemento surreale (la sparizione improvvisa del 2% della popolazione mondiale) che porta gli esseri umani alla disperazione e alla follia.
Bisogna dire che “The Leftovers” è quel genere di serie che bisognerebbe vedere più spesso: non alla portata di tutti ma capace di utilizzare il mistero per affrontare tematiche come la ricerca della fede e il mistero della vita.
Non sapremo mai se la “Dipartita” sia il principio dell’Apocalisse o un qualcosa che non può essere spiegata dalla logica umana.
Quello che conta è il percorso che ciascun personaggio compie per comprendere sé stesso in una vicenda che assume contorni sempre più bizzarri e assurdi.
Ognuno reagisce in modo diverso alla perdita di qualcuno ma quando la dipartita avviene in modo improvviso e inspiegabile, come si può reagire?
Tenti di proseguire con la vita di tutti i giorni o sei costretto a diventare un’altra persona per comprendere il nuovo mondo e di conseguenza sopravvivere?
Queste e altre domande popolano le tre stagioni di “The Leftovers”, una delle migliori serie tv degli ultimi anni e sicuramente una delle più temerarie.
I think I’ll just Let the Mystery be
01. Fargo
Un saggio sul Male. Quello che popola ogni angolo del mondo e che spesso è celato dietro una parvenza di “normalità”.
I fratelli Coen furono molto chiari con il lavoro capolavoro cinematografico ma Noah Hawley amplia le tematiche del film realizzando una delle migliori serie antologiche degli ultimi anni.
Quello di “Fargo” è un mondo perfido, cinico, violento e tragicomico. I suoi abitanti sanno essere picchiateli e problematici ma anche imprevedibili nella loro mediocrità.
L’essenza dello show la si trova nelle schegge impazzite che mettono in moto i raccapriccianti eventi che macchiano il North Dakota tanto caro ai Coen.
Perché il Male si manifesta purtroppo in innumerevoli forme, attraverso persone apparentemente ordinarie o criminali incalliti per poi giungere ai massimi rappresentanti della malvagità umana (Lorne Malvo e V. M. Varga).
Seguendo le linee guida della poetica coeniana, “Fargo” è però intriso anche di tanto umorismo nero e di quel pizzico di surreale che lo ha reso prima un film e poi uno serie televisiva irresistibili e davvero stimolanti.
Seguici su Facebook e Instagram!