Negli anni ’10 abbiamo assistito ad un fragoroso ritorno nella cultura pop delle avventure di Sherlock Holmes. Si pensi a “Sherlock“, serie andata in onda dal 2010 al 2017 con Benedict Cumberbatch, in cui le geniali intuizioni del detective inglese vengono catapultate al centro di una Londra dei giorni nostri. O ancora a “Elementary” (2012-2019), dove Jonny Lee Miller e Lucy Liu sono Holmes e Watson in una loro versione del terzo millennio, trapiantata nella città di New York.

Appena prima di questa esplosione di prodotti audiovisivi dedicati al personaggio di Sir Arthur Conan Doyle, nel 2009 arriva nelle sale “Sherlock Holmes“. Con due attori del calibro di Robert Downey Jr. e Jude Law, diretti da Guy Ritchie, il film diventa subito cult.

La storia è basata sul fumetto di Lionel Wigram e segue Holmes e Watson mentre cercano di risolvere il mistero che aleggia intorno alla figura di Lord Blackwood. Un uomo condannato a morte per i suoi crimini, ma che sembra essere risorto per continuare a celebrare riti occulti che si concludono con efferati assassini…

Mentre aspettiamo di poter rivedere questo film stasera su Italia 1, snoccioliamo alcuni dettagli poco noti sul dietro le quinte del film che ha fatto $524,028,679 al botteghino mondiale.

Troppo giovani o troppo vecchi: gli attori che non avrebbero dovuto essere in “Sherlock Holmes”

Inizialmente per il ruolo di Sherlock Holmes Ritchie aveva eslcuso di poter ingaggiare un attore americano. Per una parte così radicata nella cultura e nell’immaginario inglese, cercava infatti un attore britannico. Inoltre, avendo in mente un film sulla formazione del detective, avrebbe voluto un attore più giovane di Downey che era già nel bel mezzo dei suoi quarant’anni.

Prima di Jude Law, per la parte dello storico compagno di Holmes, erano stati presi in considerazione Russel Crowe e Sam Worthington (che però fu poi coinvolto nel kolossal “Avatar“). L’inclusione di Law nel film, mise fine alle trattative per il coinvolgimento dell’attrice Sienna Miller, la fidanzata con cui avevano da poco chiuso i rapporti.

Esattamente al contrario di quanto accaduto con Downey, Rachel MacAdams (nella pellicola nei panni di Irene Adler), stava per essere esclusa dal regista in quanto troppo giovane per interpretare una donna che ha avuto una storia con Holmes nel suo passato. Sembra che fu proprio l’attore protagonista ad insistere perchè venisse ingaggiata per il film.

L’iconica colonna sonora

Il compositore Hans Zimmer ebbe l’idea di utilizzare un pianoforte rotto per comporre la colonna sonora che accompagna le avventure di Holmes e Watson. Dopo aver cominciato a sperimentare suoni e melodie su un piano scordato trovato in un pub, il premio Oscar per le musiche de “Il Re Leone” racconta di non essersela sentita di distruggere questo strumento che sembrava essere stato tanto amato e curato.

Chiese quindi al suo assistente di trovare un secondo pianoforte e fu questo ad essere usato per assecondare i loro esperimenti anticonvenzionali. Il piano fu distrutto in un garage sotterraneo della 20th Century Fox e fu con quello che venne composto il motivo principale del film.

Un film che si allontana dal canone

Quando prese in mano la sceneggiatura del film, Guy Ritchie dichiarò subito con convinzione che nella sua versione di Sherlock Holmes non avrebbe inserito i due clichè più noti legati al personaggio: la tradizionale frase “Elementare, Watson” e il tipico cappello da caccia che, insieme alla pipa, caratterizza l’immagine che i più associano al detective inglese.

Anche il personaggio di Watson si allontana leggermente dalla tradione. Jude Law arrivò alla sua interpretazione con la voglia di cambiare prospettiva sul personaggio e di renderlo più tenace e brillante di quanto non fosse stato ritratto negli adattamenti precedenti.

Questi accorgimenti di Ritchie certamente contribuiscono alla freschezza di una versione cinematografica di Sherlock Holmes, che già punta molto sull’azione.

Debora Troiani

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