Nella notissima casa d’asta londinese Phillips c’è stato un cambio di ruoli. Infatti Stephen Brooks, CEO della compagnia per quasi tre anni, si è dimesso dal suo ruolo “per motivi personali”. Lui, brillante figura nel mondo dell’arte contemporanea, lascia il posto a Edward Dolman, che era già CEO prima di passare al ruolo di presidente esecutivo.

Cosa è successo alla casa d’asta Phillips?

La nuova casa d'asta Phillips  recentemente inaugurata a Milano © Artribune
La nuova casa d’asta Phillips recentemente inaugurata a Milano © Artribune

La notizia arriva da ARTnews. In una nota infatti si legge: «Stephen ha guidato l’azienda attraverso un notevole periodo di crescita durante il suo mandato e i suoi contributi hanno aiutato a costruire l’infrastruttura per il continuo successo di Phillips». La dichiarazione alla rivista è di Edward Dolman, presidente esecutivo di Phillips. Che, come dicevamo, era già stato CEO della maison dal 2014 al 2021. E ora sostituirà momentaneamente Brooks. «Lo ringrazio per i suoi numerosi contributi all’azienda e gli auguro il meglio».

Brooks succedeva proprio a Edward Dolman, che passava allora al ruolo di presidente esecutivo della società. Insieme a lui Cheyenne Westphal, presidente globale. Il curriculum professionale di Brooks, d’altronde, non passava inosservato. A partire dalla sua carriera da Christie’s, dove ha ricoperto brillantemente i ruoli di Chief Financial Officer, Chief Operating Officer e Deputy Chief Executive. Sempre per la maison di Pinault, Stephen Brooks è stato responsabile di tutte le funzioni aziendali. Incluse finanza, tecnologia, marketing e client strategy e il suo straordinario contributo è risultato essenziale per la modernizzazione l’azienda.

Da Phillips, Brooks ha fatto il suo ingresso nel 2021, appena dopo lo scoppio della pandemia. Nel 2022, la casa d’aste ha registrato un fatturato eccezionale di $ 1,3 miliardi (e un aumento mostre del 32% rispetto al 2019, il suo anno migliore di sempre). Nel 2023, stando ad Art News (Phillips non ha ancora diffuso risultati ufficiali), ha realizzato invece vendite all’asta per $ 840,7 milioni. Vale a dire il -15% rispetto al totale dell’anno precedente; nonostante la presenza indiscussa di capolavori tra le fila della casa, come l’Abstraktes Bild di Richter transitato per quasi $ 35 milioni a novembre. O, ancora, il diamante rosa da $ 13,3 milioni. Ricordiamo inoltre anche l’inaugurazione di una nuova super sede asiatica lo scorso marzo, ad Hong Kong, nonché di una nuova apertura strategica nel cuore di Milano.

Marianna Soru

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