Continua il nostro viaggio nell’universo femminile della rubrica LetteralMente Donna. Nello scorso numero abbiamo parlato della grande scrittrice femminista Simone de Beauvoir. Restiamo comunque nel novecento per parlare di una famosa autrice della letteratura nostrana: Sibilla Aleramo
La vita tormentata di Sibilla Aleramo
Nata Marta Felicina Faccio, Sibilla Aleramo è certamente una delle scrittrici più tormentate del ventesimo secolo. È una donna infelice per la relazione con il marito, abbandonato nel 1902 insieme al figlio Walter a causa di difficili rapporti familiari che implicheranno il suo trasferimento a Roma. Impegnata attivamente nei movimenti femministi, viene a contatto con il grande molto culturale dell’epoca pervaso dal futurismo. Avrà relazioni con nomi importanti, relazioni burrascose e talvolta omosessuali, diventando prima fascista e poi nel dopoguerra comunista.
Sibilla e Dino, storia di un grande amore
Il più grande, famoso e tormentato amore di Sibilla Aleramo fu senza dubbio quello con il poeta Dino Campana che conobbe durante la prima guerra mondiale. Il poeta non era al fronte per una presunta nefrite ma in realtà si trattava di una malattia mentale. Il rapporto tra lui è Sibilla fu devastante, tormentato e al tempo stesso fisico e passionale. Una grande amore che fini quando l’Aleramo deciderà di portare Campana in visita al professor Tanzi, uno noto psichiatra dell’epoca. Questa storia d’amore è stata raccontata dal cinema italiano nel film “Un viaggio chiamato amore” di Michele Placido.
Le opere di Sibilla Aleramo
Tante sono le opere di questa scrittrice divise tra prosa e poesia. Tra i suoi componimenti poetici ricordiamo la sua prima raccolta di poesie intitolata “Momenti” e il poema drammatico in tre atti “Endimione” dedicato a Gabriele D’Annunzio. Un opera importante per la prosa è senza dubbio il romanzo “Una donna”. Si tratta della sua prima pubblicazione letteraria con cui il nome Marta Felicina Faccio viene sostituito dal famoso pseudonimo Sibilla Aleramo. Si tratta del drammatico racconto della sua vita dall’infanzia alla fine della relazione con il marito alla ricerca di una vita libera e indipendente dalle costrizioni coniugali. Un viaggio biografico che continuerà anche in opera successive come “Dal mio diario. 1940-44”, “Diario di una donna” e “Lettere a Elio” con il racconto dei suoi ultimi drammatici anni di vita. La famosa scrittrice muore nel 1960 dopo aver visto un ultima volta il figlio Walter, in seguito un primo infruttuoso incontro avvenuto in occasione della morte del marito, avvenuta 30 anni dopo l’abbandono della sua famiglia.