Siccità: siamo pronti a una nuova estate senza acqua?

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Di Giorgia Bonamoneta

L’Italia deve prepararsi a un futuro di siccità cronica. Questo è il titolo di un articolo pubblicato su Nature il 16 luglio 2022. Stella Levantesi firma l’articolo nel quale propone le avvertenze degli esperti sul rischio siccità dopo quanto avvenuto la scorsa estate. 

L’estate 2022 infatti sarà ricordata come quella nella quale si è verificata la peggiore siccità degli ultimi settant’anni, almeno fino ad adesso. Stefano Fenoglio, professore di zoologia e idrobiologia dell’Università di Torino ricordava che l’estate 2022 si presentava così arida perché l’inverno precedente era stato secco e caldo. In Italia si è appena concluso uno dei mesi di gennaio più caldi di sempre e ancora la prima settimana di febbraio si presenta con temperature più alte della media stagionale. 

Fare 2 + 2 e immaginare un’estate 2023 di siccità non è affatto difficile. Fermo restando che le cause della siccità possono essere diverse e gli effetti sul clima sono dati da una serie di più fattori, l’azione più prudente sarebbe quella di mettersi al riparo dalla possibile siccità estiva. Siamo pronti a una nuova estate senza acqua? Spoiler: no.

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Siccità – photo credits: web

Il cambiamento climatico aumenta il rischio di siccità

Il problema della siccità in Italia e che viene trattata sempre come un evento emergenziale. Invece, come ricorda Stefano Fenoglio, professore di zoologia e idrobiologia dell’Università di Torino, l’Italia è molto esposta ai cambiamenti climatici e affrontarli dovrebbe essere una priorità. Si deve quindi pianificare una soluzione idrica a lungo termine, perché l’acqua che abbiamo è meno di quella che avevamo e dobbiamo pensare a un sistema che usi l’acqua in modo più parsimonioso. 

Le parole di Fenoglio sono di luglio 2022, ma sembra descrivere un fenomeno ben più ampio e che si sta verificando anche durante l’inverno 2022-2023. Una situazione critica per esempio è quella del Lago di Garda, una delle grandi riserve idriche italiane mezza vuota. Anche la neve, che secondo quanto calcolato è circa il 40% in meno rispetto la media stagionale, è un problema. In termini d’acqua si tratta di 700 milioni di metri cubi in meno rispetto alla media degli scorsi anni.

Senza la neve siamo anche senza acqua

Si sta facendo largo un allarme piuttosto spaventoso: senza neve, siamo senza acqua. L’inverno 2022-2023 è stato tanto caldo che la poca neve potrebbe voler dire un’estate con un fenomeno di siccità più grave di quello vissuto nell’estate 2022.

A rischio non c’è soltanto la salute umana, animale e ambientale, ma anche l’agricoltura. Infatti senza risorse idriche la prossima estate potremmo perdere molti prodotti e vederne diminuire la quantità tanto che i prezzi potrebbero salire ancora di più rispetto a quelli che oggi vediamo nei supermercati. Una combinazione spaventosa e che, senza le giuste soluzioni, può solo che peggiorare.

L’assenza di neve non è quindi un problema soltanto turistico per chi ama la settimana bianca e la siccità non è un’emergenza momentanea. Le temperature più alte della media in tutta Europa fotografano un cambiamento climatico al quale non stiamo dando la giusta attenzione.

Soluzioni contro la siccità estiva: il piano di Regioni e governo

Molti dei laghi italiani, luoghi naturali di stoccaggio dell’acqua, sono sotto la soglia considerata allarmante. Non si annuncia quindi soltanto un’estate di siccità, ma anche una primavera di emergenza idrica. Quali sono le soluzioni trovate e messe in atto? Quello che serve fare è semplice: utilizzare meno acqua e ripensare le coltivazioni. Più semplice a dirsi che a farsi.

Mentre viene pubblicato il decreto relativo all’indennizzo per gli eventi calamitosi eccezionali della siccità dell’estate 2022, continuano a mancare soluzioni concrete per il futuro prossimo. I rimborsi sono un palliativo del reale problema.

Un’operazione che va fatta il prima possibile è quella del monitoraggio, controllo e riparazione della rete idrica italiana, che perde il 42% dell’acqua immessa. Sono molti i lavori locali di riparazione avviati, ma è evidente che serve un segnale a livello nazionale contro lo spreco d’acqua e la dispersione della rete idrica.

Infine potrebbe essere utile iniziare non tanto a parlare di sovranità alimentare come al mantenimento della qualità dei prodotti italiani, quanto al diritto della popolazione di accedere ai prodotti e a un costo adeguato. Per esempio permettere l’utilizzo di OGM efficienti e ripensare prodotti e coltivazioni più sostenibili e che richiedano meno acqua. Si sta facendo? No e la proposta di creare tanti laghetti per stoccare l’acqua piovana non basta.

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Articolo di Giorgia Bonamoneta