Il 2 febbraio 1979 moriva Sid Vicious, il bassista dei Sex Pistols, a causa di un’overdose di eroina. Il musicista fu trovato morto in una stanza di hotel a New York: lo stesso luogo in cui, appena quattro mesi prima, egli trovò morta accoltellata la fidanzata Nancy Spungen.

Sid Vicious: una morte avvolta nel mistero

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Il mistero avvolge la morte della ventenne, in quanto Sid Vicious fu l’unico indagato, incapace tuttavia di ricordare cosa fosse accaduto e quindi di dare una versione. Vicious uscì dal carcere su cauzione, pagata dalla casa discografica, senza comunque aver mai chiarito la faccenda dell’omicidio di Nancy.

Un amore consumato velocemente e voracemente, così come la carriera del musicista, decisamente breve ma non per questo meno intensa. L’attività musicale nei Sex Pistols durò infatti soltanto un anno, dal 1977 al 1978, periodo in cui il gruppo incise l’album Nevermind The Bollocks.

Vicious incarnava lo spirito di una vera e propria rockstar, di quelle che ci vengono in mente se pensiamo al celebre slogan “Sex, drugs and rock ‘n’ roll”. Sempre ubriaco e sempre strafatto (era stata proprio Nancy Spungen a iniziarlo all’eroina, contro il volere della band), tanto che del celebre disco riuscì effettivamente a incidere solo due tracce. Eppure è ancora oggi uno dei musicisti più ricordati e blasonati, una vera e propria icona. Un fuoco d’artificio consumatosi subito ma che ha illuminato a giorno il mondo della musica punk.

Chiara Cozzi

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