Un grande classico che dopo ben 23 anni dalla sua uscita, vede la luce su console di Next Gen. Una saga videoludica che ha fatto venire i brividi grazie alle sue ambientazioni raccapriccianti, un mito che ricorda quello di Orfeo ed Euridice ma con protagonisti i nostri cari James e Mary. Konami e Bloober Team hanno fatto un lavoro straordinario a riportare in auge Silent Hill 2 e in questa recensione vi parlerò di questo remake, i cambiamenti e le sensazioni provate mentre giocavamo (e ci spaventavamo) per voi.
“Questa nebbia di oggi mi ricorda qualcosa”
Innegabile: anche a voi è capitato, in presenza di una nebbia intensa, di dire “sembra di essere a Silent Hill“. È indice della capacità che ha avuto la serie di giochi di entrare nell’immaginario collettivo sin da subito, da quel folgorante e angosciante esordio del 1999 fino ai giorni nostri con parecchi nuovi capitoli, spin-off e remake, sfociando anche su grande schermo nel 2006. Un brand che è tornato in auge con il recente Silent Hill 2 Remake, già disponibile su PS5 e PC, una nuova incarnazione che ha stupito fin da subito in positivo, soprattutto considerando le prime perplesse reazioni emerse dopo il primo trailer e le prime immagini.
L’odissea di James e Mary a Silent Hill
“Ti aspetto nel nostro posto speciale”. Con queste parole, Mary invita il marito James a incontrarla nella “calda e accogliente” Silent Hill. La cosa che affligge tutti è una e una soltanto: Mary è morta di una malattia incurabile ben 3 anni prima. Un viaggio che inizia in una stazione di servizio che dà sul lago Toluca adiacente a Silent Hill e prosegue attraverso le strade ammantate di nebbia della cittadina e alcuni incontri fuori dal comune. Ben presto James scoprirà che le strade di Silent Hill non sono quelle di una tranquilla cittadina, che le cose non sono sempre come sembrano, e che la radiolina che trova presto in una delle abitazioni può essere la sua migliore amica per identificare le inquietanti presenze che bazzicano per le strade e le abitazioni, rendendo il suo cammino irto di pericoli oltre che di misteriosi enigmi.
Non ci sono solo mostri qui
Durante il nostro viaggio alla ricerca di Mary, incontreremo varie persone “normali”, dalla diciannovenne Angela Orosco, in cerca di sua madre e del fratello, al pittoresco e corpulento Eddie Dombrowski, un riparatore afflitto da un trauma che lo perseguita, fino alle enigmatiche figure di Laura, una bambina dispettosa e misteriosa ma, soprattutto, Maria. Maria è Mary, ma non è Mary. È quello che James avrebbe sempre voluto che Mary fosse: sensuale ma dolce, provocante ma indifesa, capace di amarlo da subito, senza alcun perché.
Un remake di Silent Hill 2 con qualche cambiamento
Il lavoro svolto su questo remake dimostra una cura assoluta e un’amore per l’opera originale, che non viene mai stravolta, bensì ampliata e ridimensionata per sorprendere ogni giocatore, smussando gli angoli dove necessario.
Chi conosce bene l’originale, sa quanto “legnoso” fosse il combattimento e il sound design (dato anche dalle tecnologie dei primi anni 2000) e comunque è riuscito ad amare la saga in se. Il remake va a migliorare non solo con estrema fedeltà le riproposizioni della trama, ma anche il combattimento e l’immersione nelle ambientazioni raccapriccianti, con un sound design più godibile a luci spente e cuffie alle orecchie. Può sembrare superfluo specificarlo, ma fidatevi da giocatore non proprio amante dei jumpscare, o comunque non così veterano, aver avuto il coraggio di giocare Silent Hill 2 Remake con cuffie e luci spente, ha il suo perché (se i miei vicini stanno leggendo, vi chiedo scusa per qualche urletto o imprecazione)
Non è come vi ricordate
Come vi dicevo, il remake di Silent Hill 2 è ridimensionato e smussato agli angoli, in modo da cambiare qualcosa e depistare la nostra mente, con ricordi legati all’originale che cambiano nella versione moderna. Prendete tutto quello che sapete, per quanto riguarda il gameplay, e mettetelo da parte. Tutto è stato tutto ripensato nei minimi dettagli per fare in modo di rendere l’esperienza nuova sia per i veterani che per coloro che approdano per la prima volta nella nebbia fitta del titolo. Banalmente, la pistola, che troveremo dopo qualche ora di gioco, è generalmente nello stesso luogo, ma non nello stesso punto, appunto per confondere ed evitare che qualche furbetto tirasse via la guida del titolo originale per trovare le risposte.
La difficoltà cambia…TUTTO
Per dovere di cronaca, vi dico che ho affrontato la prima partita mettendoci circa 15 ore, solo perché nonostante la velocità con cui cercavo di andare avanti, non potevo non godermi ogni singolo dettaglio senza cercare le risposte ovunque, risolvere i vari enigmi e segreti che si celavano dietro.
A proposito di enigmi: in base alla difficoltà che imposterete, cambierà la difficoltà degli enigmi, rendendo anche più divertente risolverli tra una partita e l’altra. Esempio: se avete una combinazione dettata da 3 numeri da scoprire a difficoltà Normale, in modalità Difficile saranno 5 i numeri.
Perfetto per trarre in inganno chiunque pensi di potersi segnare tutto su un foglio e battere il gioco alle sue stesse regole: sebbene in alcuni casi si possa fare, nel senso che alcuni codici non cambiano da una partita con l’altra, molti altri sì e non potete sapere quali.
Tieni giù le mani!
Il beneficio maggiore per la quale si notano tante migliorie, come detto prima, è il combattimento: la mobilità di James è più fluida, e l’aggiunta della schivata permette di gestire meglio i combattimenti, sia con creature che con boss.
Questa funzionalità aggiuntiva è un salvavita sia per i Lying Figure (i mostri che sembrano racchiusi in una camicia di forza fatta della loro stessa pelle), che per i Mannequin. Tutti ricordiamo quei simpaticissimi nemici che tendono a rimanere “dormienti” finché non ci avviciniamo troppo e/o li illuminiamo con la torcia. Insomma, degli infami che ti attaccano a sorpresa e nemmeno la radio è in grado di captarli una volta che rimangono immobili.
La schivata è molto più fluida rispetto a quella dei remake di Resident Evil 4: James si china di lato leggermente, dandosi uno slancio e spostando la sua hitbox con qualche frame di vantaggio, dando anche una finestra di attacco ottima se azzeccate il tempismo.
Silent Hill 2 Remake recensione
Un tubo d’acciaio è per sempre
Le risorse non sono poche, ma sono comunque limitate, e soprattutto bisogna imparare a conoscere gli avversari per anticiparne le mosse. Ogni creatura va idealmente affrontata in maniera diversa. Per esempio, è fondamentale controllare ogni angolo morto, per verificare che non vi si nasconda un mannequin. Le infermiere vanno invece approcciate sulla distanza, e le lying figure hanno il brutto vizio di strisciarti alle spalle, silenziosissime.
A tal proposito ci viene in aiuto l’altoparlante del DualSense, che è in grado di segnalarci, attraverso i disturbi della radiolina, la presenza di nemici. Uno strumento utilissimo che fa il paio con l’ottima gestione della mappa di gioco, sulla quale James segna di volta in volta enigmi non ancora risolti, punti di interesse, porte chiuse, e indicazioni utili per proseguire.
Vai all’ Altro Mondo!
Anche qui c’è stata una rilavorazione positiva. Tutti i combattimenti sono stati perfezionati, grazie anche alla costruzione in se di questi scontri: le boss fight sono divise, chi più chi meno, in fasi che portano i boss a modificarsi e cambiare approccio di attacco. Anche i mostri cambieranno il proprio aspetto in base se siete nel mondo normale o nel “Altro Mondo“. Evitando di rovinarvi la sopresa, soprattutto per chi non ha mai giocato il titolo, il boss più utopico (chi vuole intendere, intenda) non me lo ricordavo così bello da affrontare: l’intero scontro è stato ridimensionato, più esplicito nel tema e che muta con il proseguimento dello scontro.
Vige sempre la regola del colpo letale in un punto: mirate sempre alla testa (ove ce ne sia una, o non sia corazzata) e risparmierete munizioni per abbattere i nemici più tosti. Tra pistola, carabina e fucile a pompa, potremmo sbizzarrirci con vari stili di gioco, tutti intercambiabili con i tasti del D-Pad. Con R2 invece partirà un colpo con arma da mischia (trave chiodata, tubo d’acciaio)
I brividi da sound design
Come ho detto prima, non sono un veterano dei giochi horror/psicologici, quindi aver messo le cuffie e spento la luce per immergermi nella recensione è stato un passo grandioso per me, anche per godermi appieno l’esperienza. Il livello di coinvolgimento, tensione e ansia che si raggiunge grazie alla fusione di suoni, musiche, sviolinate da jumpscare e anche il solo silenzio è totale.
Ogni rumore, scricchiolio di porta, NPC che sbatte la porta e ti fa saltare dal divano; questo è Silent Hill 2, perché più di qualsiasi altro titolo, ha capito che la paura non è il tipico jumpscare che ti aspetti, ma va a scavare più sulla psicologia del personaggio.
James è un marito vedovo in cerca della sua amata, è normale che sia psicologicamente instabile vedendo una città piena di mostri e nessun posto dove trovare la moglie. La tensione che vi trasmetterà il titolo è costante, crescente, quasi da farvi mancare l’aria e respirare di nuovo una volta oltrepassata una porta.
Le creature in Silent Hill 2 sono poche e ciascuna è caratterizzata da suoni specifici che la rendono riconoscibile persino in situazioni di scarsissima visibilità. Se dal fondo di un corridoio sentivo dei versi, fermarmi ad ascoltare mi permetteva di capire chi ci fosse ad aspettarmi, dove si trovasse più o meno e agire di conseguenza.
Ho imparato piuttosto in fretta a distinguere ogni creatura, persino dai passi perché se i Lying Figure producono dei suoni quasi strascicati, delle infermiere si può invece percepire il leggero rumore dei tacchi.
In Conclusione
Atmosfera, tensione, ansia. Trasmette tutto questo Silent Hill 2 Remake, un ritorno in grande stile che riesce a riproporre quelle sensazioni che erano proprie dell’originale e tornano anche nella versione adattata all’attuale generazione videoludica. È ottimo il lavoro realizzato da Bloober Team, in perfetto equilibrio tra fedeltà all’originale e innovazione, che riesce a mascherare con scrittura e suggestioni visive un gameplay che mantiene inevitabilmente alcuni limiti che vengono dal passato. A tanti anni dal debutto del 2001, Silent Hill 2 è ancora una storia che supera per coinvolgimento e forza evocativa tanti film horror che arrivano tra sale e piattaforme.
SILENT HILL 2 REMAKE | PROVATO SU PS5
- L’atmosfera cupa, macabra e che ti fa provare tensione ad ogni angolo
- Gli enigmi e i mostri che animano le diverse ambientazioni in cui ci troviamo a passare.
- Molto fedele al gioco originale, pur modificando alcune sfumature
- Sound design magistrale e immersivo
- Alcune meccaniche esplorative da rivedere
- Mantiene alcune legnosità dovute all’adattamento del titolo originale
VOTO: 8.5
Angelo Roberto Di Mauro
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