Smetto quando voglio, i nerd diventano narcos

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Di Andrea Pastore

Smetto quando voglio, la divertente commedia con Edoardo Leo, è questa sera sui nostri teleschermi su Rai Movie. Un ironico spaccato sul precariato in Italia, trasformato dal regista Sydney Sibilia in vera e propria avventura di goffi narcos.

Smetto quando voglio, la storia di professori precari che si improvvisano criminali

Una storia, quella di Smetto quando voglio, che in alcuni casi ricorda alla larga quella del ben più serio Breaking Bad. Un ricercatore talentuoso di nome Pietro Zinni, interpretato da Edoardo Leo, è in grande crisi economica per via dei continui tagli alla ricerca dello stato. Per via dell’inettitudine del decano dell’Università che supervisiona il lavoro dei ricercatori si ritrova con l’assegno di ricerca non rinnovato.

Preso dalla disperazione decide di inventare una nuova droga. Si affida per questa assurda missione ad un gruppo di ricercatori precari come lui. Da quel momento in poi la commedia decolla, con spunti molto divertenti che vanno a colorare di surreale un problema concreto come quello del precariato in Italia.

Smetto quando voglio non si limita ad essere una semplice commedia, ma fa a suo modo riflettere. Estremizza e ridicolizza, quasi ad esorcizzarlo, il problema spinoso dei ricercatori che decidono di restare nel nostro paese pur sottopagati. Va a scavare nell’inettitudine del sistema italiano, con le sue magagne e surreali scale gerarchiche mai veramente meritocratiche.

Una menzione speciale va al cast del film. Il timido Pietro Zinni viene infatti affiancato da professori altrettanto disperati e desiderosi di un riscatto sociale, che condiscono la commedia di salse agrodolci ben mescolate.

Il film è stato un successo tale che la storia è stata prolungata per altri due film, a testimonianza del fatto che la sgangherata banda criminale di Leo ha lasciato il segno negli spettatori che hanno visto il film nelle sale cinematografiche del nostro paese.

Andrea Pastore