Francesco Spano si dimette dal ruolo di Capo di Gabinetto del ministero della Cultura. Lo comunica il Mic.

Francesco Spano alla fine è stato costretto a dimettersi. Un’altra volta e ancora una volta per vicende legate al suo orientamento sessuale. “Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante” è il cuore della lettera di dimissioni da Capo di Gabinetto, inviate al ministro Giuli a poche settimane dal suo insediamento.

Così Francesco Spano nella lettera di dimissioni da capo di gabinetto indirizzata al ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Ed è quindi “nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”.

“Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del Capo di Gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il ministero della Cultura”. Lo dichiara il ministro della Cultura, Alessandro Giuli

Il passo indietro sarebbe dovuto alle pressioni politiche degli ultimi giorni dopo che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha annunciato che domenica sera trasmetterà un servizio su “due nuovi” casi Boccia al ministero della Cultura. Secondo il quotidiano, la decisione di dimettersi sarebbe avvenuta insieme a Giuli e ne sarebbe stata informata anche la premier Giorgia Meloni.

Intanto sempre il Fatto ha svelato una chat di FdI in cui sarebbero apparsi insulti al capo di gabinetto (definito “pederasta”) per i suoi orientamenti sessuali e per le sue posizioni sui temi Lgbtq. Spano era infatti finito nel mirino della destra e anche dell’associazione Pro Vita & Famiglia per essere stato accusato di aver finanziato, quando era direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) un’associazione Lgbtq, Anddos, accusata di favorire la prostituzione nei propri circoli