Splatoon 3 Recensione, la pennellata definitiva

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Di Lorenzo Mango

Splatoon 3 Recensione in breve | Splatoon 3 è la sublimazione, l’evoluzione definitiva di tutto ciò che la serie competitiva Nintendo è, in realtà, sempre stata. Fin dagli esordi su Wii U era chiaro che l’idea alla base di uno sparatutto competitivo non violento si introducesse in una nicchia che aveva bisogno di un prodotto più strutturato. Che partendo, cioè, dall’idea di allontanarsi dal concetto di violenza non disperdesse certe caratteristiche. Quelle che rendono un gioco esportivo intenso, competitivo e, in un certo senso, più “aggressivo” di un titolo solo single player. 

Ogni partita, persino le amichevoli, in Splatoon 3 possiede quel sapore unico che solo i migliori titoli multiplayer recapitano al giocatore. Il desiderio di prevalere, la soddisfazione di farlo padroneggiando il sistema di movimento a 360 gradi, i diversi moveset, spread, secondarie e ultimate delle armi sono compagni onnipresenti per il giocatore dedicato di Splatoon 3. E sebbene anche immergendosi solo nell’inchiostro online si potrebbe andare avanti per anni senza annoiarsi, non abbiamo nemmeno grattato la superficie dell’offerta ludica complessiva di Splatoon 3.

Semplicemente, quindi, Splatoon 3 è un videogioco che sa cosa vuole farci fare in ogni momento, e ci permette di farlo a vari livelli, in base alla nostra dedizione e abilità, senza mai perdere soddisfazione e divertimento. Tecnicamente è eccezionale, a parte qualche problema di netcode in fase di assestamento post release. E lato contenuti non ha paragoni nel panorama dei videogiochi nativamente competitivi, sia per l’online competitivo e PVE(mappe, armi, build, modalità ecc.) che per il single player. Pare sia proprio vero, quindi, che “la terza volta è quella buona”.

splatoon 3 recensione

SPLATOON 3 RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH 

(Disponibile in esclusiva su Nintendo Switch)

VOTO: 9.5

+Ha raggiunto la piena maturità competitiva, con tante modalità, armi e un ottimo bilanciamento generale
+La campagna in singolo è un gioco che non sfigurerebbe in una confezione a sè
+La lore, il setting e lo stile del mondo di gioco sono tra i più coinvolgenti e originali dell’intero settore videoludico 

-Se non siete avvezzi ai ritmi dei titoli competitivi non troverete lo sprone per giocare, nè on nè offline
-Qualche problema di troppo al netcode al lancio

splatoon 3 recensione

Splatoon 3 Recensione, competitivo come sempre…e meno male!

Splatoon 3 è un titolo competitivo, punto e a capo. Lo è quando due squadre da quattro giocatori si impegnano ciascuna per colorare più superficie possibile con inchiostro colorato. Lo è quando, nelle modalità competitive, splattare (uccidere) l’avversario diventa più importante. Senza mai dimenticare il focus di ogni modalità, certo. Fare goal con le vongole, portare la torre in fondo al percorso, conquistare le aree obiettivo ecc.. Poi, lo è anche qualora vogliate approcciarlo per il solo single player, o per il PVE che ha stravolto e arricchito incredibilmente il panorama di gioco da Splatoon 2 (la Salmon Run). Perciò se non giocate “competitivo” difficilmente vi divertirete. 

Non sentirete il brivido di compiere quella movenza particolare, quella manovra di fuga o quello skillshot precisissimo. Non avrete lo sprone che vi serve per divertirvi al 200% in più, quando imparate a usare il motion control per avere un tracking eccellente, quasi da aimbot. Poco importa se siete in singolo, in PVE o in multi: l’anima agguerrita è un ingrediente indispensabile per sentire il sapore dolce amaro dell’inchiostro che sparate. E va bene così, ovviamente: Splatoon 3 non è un gioco che deve piacere a tutti, non lo è mai stato. Ma è innegabile che già da Splatoon 2 si fosse raggiunta una qualità tale in ambito “soddisfazione e sportiva” da rendere imperdibile il gioco per gli amanti del genere. 

splatoon 3 recensione

Oggi, nel 2022, Splatoon 3 non è solo un corposo aggiornamento di Splatoon 2, come alcuni sembrano sostenere. Piuttosto, è tutto quello che Splatoon 2 ha provato a essere nel corso della sua lunga vita. “Ma meglio, più grande, più bello”. Più bilanciato, più divertente, più movimentato e persino, se possibile, più colorato. In Splatoon 3 non c’è un singolo aspetto di gioco, di lore, di setting che non sia stato rinnovato, partendo da Splatoon 2, così in profondità da portarlo all’eccellenza. Persino gli aspetti che già nel predecessore sembravano al culmine delle loro possibilità, come il sistema di ranking competitivo più meritocratico del settore, sono stati elevati all’ennesima potenza in Splatoon 3.

Nel caso specifico appena citato, sono stati accorpati i rank da C- a S+ in un’unica categoria che racchiude tutte le modalità. Consentendo ai giocatori meritevoli di salire di grado. Non in base a quante partite vincono, ma sulla base di innegabili abilità dimostrate in partita. Ciascuna delle quali vale tot punti competitivi (e una medaglia) a prescindere dalla vittoria nel singolo match. Anche quando il matchmaking non lavora al 100%, e si perdono più partite consecutive nella modalità “serie”, quindi. Vincere, insomma, conta meno che “giocare bene”. Senza contare, poi, che ora giocare con gli amici è facilissimo, anche in competitiva. E anche quando non si è in full stock da 4 giocatori. Finalmente, direi.

C’è pure un gioco di carte??? | Non serviva, e se non vi accorgeste della sua presenza nel gioco non ne avrete alcun nocumento. MA c’è, ed è anche ben realizzato: il gioco di carte di Splatoon 3. Una sorta di Tetris, con varie carte diverse basate su armi e personaggi del gioco che colorano tot quadratini di uno stage rettangolare. Come? Una sola modalità inutile ma bellissima non vi basta? Ne volete un’altra? Beh, allora dirigetevi nella lobby, e avanzate verso le porte scorrevoli vicino allo shop del cibo. Troverete una serie di armadietti che potete personalizzare AL 100% con oggetti cosmetici super iper arci POP. Wow. 

Datemi subito i DLC, PER FAVORE

Per concludere la recensione di Splatoon 3 vorrei dirvi: credetemi, vi capisco. Vi capisco se l’impressione che Splatoon 3 vi ha dato, dall’esterno, magari da non giocatori, è quella di un grosso DLC di Splatoon 2. Non aiuta di certo che, a fronte di tutte le differenze tra le armi in Splatoon 2 e quelle in Splatoon 3 (bilanciamenti di danni, spread, le nuove ultimate e le secondarie diverse) sia possibile trasportare i propri salvataggi del 2 nel nuovo capitolo.

Sbloccando quindi livelli, armi, abiti e via così senza sforzo. Ma oltre alle considerazioni che ho già velatamente espresso riguardo il fatto che no, niente è rimasto identico nel processo di trasferimento, vorrei che pensiate a un fatto. Al fatto che Splatoon 3 è appena stato rilasciato, con i medesimi presupposti del secondo capitolo, la stessa vita media attesa, e una rinnovata sicurezza, da parte di Nintendo, riguardo la solidità del brand e della console su cui è installato. 

Numerosissimi DLC “usciranno dalle fo**ute pareti“, sotto forma di aggiornamenti gratuiti, nuove armi, nuove modalità. Nuovi Splatfest periodici, soprattutto. Quelle adorabili manifestazioni durante le quali chiunque, anche i giocatori meno competitivi, possono sentirsi parte di una sfida che trascende il singolo match. E coinvolge invece gusti e preferenze personali, animo di squadra (quando si sa di essere parte di un team più vasto che sta combattendo per la tua causa). C’è persino, in Splatoon 3, una nuova modalità pensata apposta per il triplice voto: la battaglia a tre colori. Un vero macello di divertimento, molto meno competitivo del solito, dato l’elevato numero di giocatori nella mappa, e i tre colori coinvolti; ma anche molto più divertente a mio avviso.

Pertanto no, Splatoon 3 non è un DLC mancato di Splatoon 2. Piuttosto è un meraviglioso nuovo “punto zero” da cui ripartire con una lunga serie di stagioni, aggiornamenti, DLC, divertimento e competizioni. Un gioco competitivo praticamente perfetto.