Star Wars: L’ascesa di Skywalker : la fine nostalgica di una mitica era

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Di Andrea Mari

È arrivato il giorno tanto atteso: il lungometraggio che chiude la lunghissima epopea iniziata da George Lucas e terminata dalla Walt Disney è arrivato nelle nostre sale cinematografiche. Abbiamo assistito in anteprima stampa alla proiezione del film: ecco le nostre impressioni, senza spoiler.

È difficile. Tanto complicato, in verità, per mille motivi. Con “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” si è ufficialmente conclusa la fantastica storia di fantascienza che ha caratterizzato, indissolubilmente, le nostre vite. Non bisogna per forza essere “nerd” per ammirare la bellezza di questa saga (meglio chiamarla epopea) straordinaria: i nove film, più gli spin-off, compongono, insieme ad altri lungometraggi, le fondamenta del cinema internazionale.

Star Wars ha avuto il merito di sdoganare il genere fantascientifico rendendolo fruibile a tutti. Fruibile ed apprezzabile. Obiettivo davvero complicato, alla fine. E l’ha fatto in grandissimo stile: le mitiche colonne sonore, i personaggi iconici con e senza spade laser, l’eterna lotta tra il bene (Jedi) ed il male (Sith), gli effetti speciali straordinari e la trama mai banale, hanno reso questa saga la più famosa della storia del cinema.

Così famosa da “colonizzare” le nostre vite: tutti (o quasi) possediamo un gadget di Star Wars in casa. È normale come il sorgere ed il tramontare del sole. Un viaggio lungo ben 42 anni che ha accompagnato due generazioni e che farà innamorare altri milioni di futuri appassionati. Ed oggi siamo giunti al capolinea di questa corsa “stellare”. Felici per aver vissuto sulla nostra pelle l’epico finale ma tristi per la conclusione delle avventure galattiche dei nostri eroi. Buoni e cattivi.

Un brivido impossibile da sopprimere

Qualcuno uscirà dalle sale cinematografiche contento del prodotto mentre altri fans sfodereranno la critica elencando tutte le mancanze del film. Ma tutti saremo accomunati da una sensazione che ci attanaglierà le viscere: quando sentiremo per l’ultima volta, almeno nei cinema, la colonna sonora d’apertura di “Star Wars: L’ascesa di Skywalker“, un misto tra eccitazione e nostalgia ci pervaderà il cuore. E quel brivido lo custodiremo gelosamente passandolo, in futuro, alle nuove schiere di Jedi e Sith.

Ecco le nostre impressioni sul film diretto da J.J Abrams dopo aver assistito all’anteprima stampa del capitolo finale della saga di Star Wars.

Star Wars: L'Ascesa di Skywalker
Star Wars: L’ascesa di Skywalker

“Star Wars: L’Ascesa di Skywalker”: colonne sonore sempre ok

I primi due capitoli dell’ultima trilogia hanno spaccato nettamente la critica: c’è chi si è detto soddisfatto di “Episodio VII” ed “Episodio VIII” e chi, invece, è uscito dalle sale cinematografiche con un senso di stizza abnorme. Encomi e critiche si sono scontrati in una guerra senza fine come Jedi e Sith sguainando argomentazioni taglienti come spade laser. Ieri abbiamo assistito all’anteprima riservata alla stampa di “Episodio IX“: senza spoiler, cerchiamo di approfondire lo scheletro di “Star Wars: L’ascesa di Skywalker“.

Superiamo, immediatamente, il fantastico scoglio formato dall’iconica colonna sonora iniziale adornata dalle parole in giallo che, salendo, si dissolvono nella “galassia lontana, lontana“: come per gli altri otto film, probabilmente è il momento più romantico ed eccitante. Un vero e proprio sali-scendi di emozioni difficilmente descrivibili che funge da gradevolissimo antipasto. Soprattutto per i fans di lunga data. Uno dei punti di forza clamorosi della saga di Star Wars è certamente il ricco menù delle colonne sonore di cui si fregia il lungometraggio: come nei passati film, ritroviamo la bellezza delle musiche che ci hanno traghettato per ben 42 anni. Gli anni passano ma le sensazioni restano le stesse.

Ma questa era la parte semplice, no? J.J. Abrams, almeno su questo, è andato maledettamente sul sicuro! Potevano bastare le colonne sonore per concludere al meglio una delle saghe più leggendarie della storia del cinema internazionale? Ovviamente no.

“Episodio IX” è Il migliore della terza trilogia

Il titoletto dice tutto, o sbagliamo? Ebbene, vogliamo ripeterlo forte e chiaro: “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” è il miglior lungometraggio dell’ultima, e conclusiva, trilogia di film dedicata al filone di fantascienza inaugurato da George Lucas e preso in consegna negli ultimi anni da Walt Disney. Il più simile ai film canonici. La trama è frizzante e spiega quasi al cento per cento (qualche piccolo approfondimento andava sviscerato) tutto il percorso intrapreso dai principali protagonisti degli episodi precedenti.

Rey e Kylo Ren (ovvero Ben Solo) arrivano, dopo vari accadimenti che non staremo qui a spoilerarvi, alla piena maturazione acquisendo quella consapevolezza che riuscirà ad instradarli verso il proprio destino finale. Un epilogo che, a bocce ferme, li vede indissolubilmente legati in una lotta senza quartiere: la Jedi è l’ultima speranza della Ribellione mentre il Leader Supremo del Primo Ordine combatte per affermare il suo potere e per scacciare i fantasmi del passato. La fusione tra vecchie conoscenze e personalità nuove funziona davvero bene: nessuna delle tante glorie del passato, infatti, riesce ad oscurare la scena ai protagonisti attuali diventando quel tocco in più di sale in un minestrone ben amalgamato.

Star Wars: L'ascesa di Skywalker
Star Wars: L’ascesa di Skywalker

Effetti speciali e parte comica

Gli effetti speciali, ma cosa ve lo diciamo a fare, rappresentano un punto di forza colossale che rende il film a tratti epico. Universo sconfinato, mondi lontani, creature straordinarie, scene di volo e di lotta (non solo con le spade laser) e le immancabili detonazioni, stupiscono perennemente l’occhio dello spettatore catapultandolo sempre al centro della scena. Questa volta, se possibile, molto più delle precedenti.

Il lato comico è presente ma non risulta forzato: “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” ospita dei momenti ironici che stemperano, anche giustamente, l’azione imperante che caratterizza quasi la totalità del lungometraggio. Queste scenette vengono spesso traghettate dai robot iconici (C-3PO e RD-D2) e dai nuovi arrivati (BB-8 ed il simpatico D-O, al debutto assoluto), dal prode Wookiee Chewbecca e dal duo composto da Finn e Poe.

L’imperatore Palpatine in “Star Wars: L’ascesa di Skywalker”

Lo sappiamo, lo sappiamo. Siamo del tutto consapevoli che buona parte dell’attenzione mondiale era puntata sul grande ritorno dell’immortale imperatore Palpatine, colui che riuscì a sterminare quasi tutti i Jedi diventando il tiranno assoluto della galassia ed il primo, vero, nemico della Ribellione capeggiata da Luke Skywalker, Leia Organa e Han Solo. Peccato non avesse fatto i conti, ai tempi, con il suo discepolo Darth Vader. All’anagrafe Anakin Skywalker.

Cosa possiamo raccontarvi dell’ex Cancelliere? In questo film, onestamente, poteva esser utilizzato leggermente meglio. Il che non si significa che non svolga il suo compito a dovere, eh. Teniamo a precisarlo. Ma dopo aver assistito alla semplicistica dipartita di Snooke e alle turbe di Ren, ci saremmo aspettati un qualcosa in più dal cattivo supremo di Star Wars. È caratterizzato bene, malvagio al punto giusto ed è ammantato da quell’aura di epicità che difficilmente potrà mai scadere. Avrebbe potuto ballare anche la “Macarena” in tutù: sempre carismatico sarebbe risultato.

Ma ciò che lo rende ancor più “incantevole” è il contesto nel quale viene calato: da fantasma del passato, pronto a risorgere per terminare il lavoro lasciato in sospeso anni prima, emerge da un tempio Sith con tanto di trono lugubre, caratterizzato benissimo, della Regioni Ignote. Nonostante avrebbero potuto rendere ancor più mitica la sua figura, l’imperatore Palpatine svolge benissimo la sua parte. Ci direte la vostra sul re dei Sith, da oggi.

Star Wars: L'ascesa di Skywalker
Star Wars: L’ascesa di Skywalker

Cosa non ci è granché piaciuto di “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” [SPOILER ALERT]

In questo piccolo capitolo del nostro viaggio nell’ultimo episodio di Star Wars saranno presenti degli spoiler. Ripetiamo: DA QUI IN AVANTI ESISTE LA CONCRETA POSSIBILITÀ DI TROVARE SPOILER! Patti chiari ed amicizia lunghissima, quindi.

Il film è bello, davvero. Ma non perfetto, almeno per noi. Pur avvicinandosi moltissimo ai film “tradizionali” di Star Wars. Ma non indugiamo oltre: ecco cosa non ci è granché piaciuto del film diretto da J.J. Abrams. Gli scontri con le spade laser tra Rey e Kylo Ren non sono all’altezza delle vette epiche raggiunte da Obi-Wan Kenoby e Anakin Skywalker in “Episodio III“. Secondo il nostro parere, non si avvicinano lontanamente a quel canone di bellezza lì. Carini, ma non abbiamo strabuzzato gli occhi. Vogliamo essere cattivi: un po’ banali e ripetitivi, a tratti.

Gli unici personaggi caratterizzati davvero male (che peccato!) sono i famigerati Cavalieri di Ren, élite di guerrieri scelti fedelissimi di Kylo. Si vedono raramente, fanno ben poco e svolgono un ruolo troppo marginale nell’economia della trama. Maledizione: i buoni planano nell’alcova nemica ed uno dei gruppi più misteriosi dell’universo di Star Wars rimane nell’ombra? Ripetiamo: che peccato!

Ne lungometraggio, finalmente, viene a galla la vera storia di Rey: scopriamo chi è, perché fu abbandonata e da dove viene. Ecco, questo passaggio ci ha lasciati leggermente col “cerino in mano“: dopo una preparazione lunga due film, speravamo si approfondisse ancor di più il passato dell’ultima Jedi rimasta. Viene spiegato tutto, eh. Ma i frame dedicati non ci hanno saziato del tutto. Un po’ frettoloso.

“Star Wars: L’ascesa di Skywaker” ricalca velatamente “Episodio VII”, per caso?

La stessa sorte di Rey viene patita dall’imperatore Palpatine: bellissimo ed epico, certo. Ma il suo ritorno poteva esser gestito molto meglio. Qualche domanda, sinceramente, resta parzialmente sotterrate negli eoni del tempo. Una su tutte: “Come mai è vivo?” In ultimo, se possiamo permetterci, il lungometraggio ci ha ricordato troppe volte “Episodio VI“, il capitolo finale della prima trilogia. Lo svolgimento della trama, spesso, sembra ricalcare prepotentemente il film del 1983 intitolato “Il ritorno dello Jedi“.

Due situazioni sembrano confermare la nostra tesi: il finale dedicato a Kylo Ren e Leia Organa e la battaglia aerea tra la flotta della Ribellione, capeggiata dall’intramontabile Millenium Falcon, ed i “Star Destroyer” equipaggiati con armi di distruzione di massa (e pianeti) similari alla mitica Morte Nera.

Le nostre conclusioni

Questo polpettone stellare è troppo lungo. Ne siamo maledettamente consapevoli. Era doveroso, nel limite del possibile, addentrarsi in “Star Wars: L’ascesca di Skylwaker“. Nel complesso, il film è riuscitissimo. J.J. Abrams e Walt Disney hanno svolto un ottimo lavoro chiudendo al meglio l’ultima trilogia che compone la story-line dell’epica epopea spaziale. Il finale è nostalgico e le ultime scene ci riportano indissolubilmente ad “Episodio VI“.

Ma va bene così. Il titolo è azzeccatissimo ma si concretizza nell’ultima battuta del lungometraggio. Meglio tardi che mai. Consigliamo vivamente di assistere alle proiezioni cinematografiche di “Episodio IX“. E che la Forza sia sempre con noi: per domare questa sensazione d’abbandono che ci conduce verso il Lato Oscuro sintetizzato da rabbia e frustrazione, ne avremo davvero bisogno…

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