Stasera in tv “Pane, amore e…”: Sophia Loren insegna il mambo a Vittorio De Sica

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Di Federica De Candia

Il favoloso Regno di Napoli. Il più adatto a esprimere la nostalgia, per il linguaggio dialettale, per la vita rustica e popolare. Non ha bisogno d’inventare Dino Risi, regista nel 1955 della serie “Pane, amore e…“, che per ben due volte fu diretta da Luigi Comencini; si limita a guardare e a raffigurare la vita vera, i suoi costumi, le sue superstizioni, i suoi miracoli. Il primo film, tra i precedenti, ad essere a colori. Tra scugnizzi, umili e illustri, la Sorrento di quel tempo sospeso, bello perché scomparso, torna stasera in tv in “Pane, amore e…“. Che ognuno completi il titolo con ciò che più amerà di questo film. Come se ci fossimo separarti soltanto ieri da questa pellicola, da quelle schegge di colore che dipingono la costiera e la giovinezza.

Sophia Loren, “la margiassa“, con la sua popolaresca irruenza, con quel vestito rosso esuberante come le mosse del suo mambo, doveva far dimenticare la smagliante “bersagliera“, Gina Lollobrigida. Precedente protagonista. E Vittorio De Sica, riconfermato interprete del maresciallo Carotenuto. Immortale visione nella divisa da carabiniere, un po’ fatuo, dongiovanni, e pittoresco seduttore. Arriva sempre il momento di rivedere quel vecchio film: stasera in tv “Pane, amore e…“. C’è molto sentimento in ogni sua cosa.

“Pane, amore e…”, film con Sophia Loren e Vittorio De Sica – Video YouTube

Poeti per forza si diventa a Pane e amore

“Cincillù iamme!”. La carrozzella con il cavallo si muove, a quella richiesta tenera e perentoria. Verso i vicoli partenopei e la sua gente, arriva da Sagliena il cavalier Antonio Carotenuto, al comando della stazione locale dei vigili urbani. Sono luoghi che si abbuiano e si rischiarano, strette feritoie. Vi arrivi la prima volta ma è come non esservi separati mai. Dove può capitare anche un’azzuffata, al sapore di pesci di in faccia, davanti “L’ostricaro fisico“. Perché a Napoli ti danno la laurea se sei un rispettosissimo venditore di mare! Tira le reti, stacca i frutti di mare dagli scogli e appendi questo titolo onorifico che fa del tuo mestiere che ti sporca le mani, una casta.

Dalla pescivendola Donna Sofia, arriva l’eco persuasivo di “magnateve a robba vive“, scandito sempre da un “we..” finale. Le donne, lì, si tirano i capelli. Si scompongono e pulsano di rivalità. Vittorio De Sica, nel suo ruolo di maresciallo, cercherà di rimpossessarsi della sua vecchia dimora abitata dalla procace e voluttuosa pesciaiola. E sarà ospitato in casa della bigotta e casta Donna Violante, Lea Padovani. Sulla condotta morale di Carotenuto vigilerà, con il rigore di una caserma e la pudicizia di una cappella, la sua domestica Caramella. Questo ruolo è di Tina Pica, con quella inconfondibile voce. Come se per parlare avesse inventato un suono tutto suo. Orgoglioso timbro, ma come proveniente da una caverna, ha dato al film la stessa impronta delle recite in teatro. Cuore e viscere da palcoscenico.

“Pane, amore e…”, scena Tina Pica con celebre battuta “fratello vatti a coricare!” – Video YouTube

La Loren, De Sica e… Tina Pica

 

“Sembravi un gatto nel sacco.. guarda che spalle, tu sei la venere di Raffaello. Sant’Andrea della Valle, se ti vede il comandante!“. Tina Pica risuona nella memoria. Carabiniera in divisa da cameriera. La forza del personaggio ha il volto e le rughe di una donnina, a cui il suo maestro Eduardo De Filippo, rivolse le parole più belle in una dedica: “A lei che con la sua arte ha dato vita a tante povere creature del mio sogno, creature che lasceranno ombre vive nella storia del teatro umoristico“.

E il sangue napoletano di De Sica, anche se nato a Sora così egli stesso lo definiva, lo rende viveur dell’umorismo, scanzonato e guappo napoletano. Ma gentiluomo sempre. Elegante e raffinato, con le costanti di umanità e garbo nel recitare. Alla voce “Marescia’”, nel cinema risponde solo lui: quel conquistatore un po’ frivolo, tutto istinto e malizia. E Sophia Loren, pare dovesse avere un ingaggio molto più modesto di quello spettante alla Lollobrigida. La sua scelta, in “Pane, amore e…“, contribuiva ad alimentare quel dualismo che metteva in rivalità le due dive. Sofia Lazzaro, primo pseudonimo d’attrice, era agli albori. Mentre la Lollo era nel pieno fulgore. Furono i Bartali e Coppi del cinema.

“Pane, amore e…”- Sophia Loren e Vittorio De Sica – Video YouTube

A passi di mambo…

“Quant’è bella Sorrento”. Lo dice pure Tina Pica. Questa sera torna in tv “Pane, amore e…“: Napoli così com’è, con certe pietre e certa gente, e un film che le assomiglia. Quella terra di ‘Tanto l’aria s’adda cagna‘, e della giovane attrice emergente di Pozzuoli. Ma una scena divenne leggenda. Perché ogni ballo in un film, sembra fermarsi nella mente dello spettatore. Dai movimenti convulsivi di Jep Gambardella, al valzer sognante di Claudia Cardinale e Alain Delon ne “Il Gattopardo“, con l’occhio ‘brillante’, come il nome delle note di Verdi. O l’Amapola di “C’era una volta in America“, ballata in coppia, guancia a guancia con De Niro, con la sola orchestra nel vuoto della sala tutta loro.

Così fu per quel mambo: “Comandante ci facciamo questo mambo?“. “E ched’è?“, la risposta. Il resto lo fecero i passi decisi, nel vestito aderente della Loren, e la divisa da carabiniere di De Sica che la seguiva, invocando la disinvoltura. In una recente intervista, Sophia non smentì questa sensazione: “Quanto mi piaceva ballare il mambo, però De Sica non era capace“. E fu storia, fino all’ultimo ancheggio. Fino all’ultima mossa sparata per gelosia, per chi, vicino, abbracciato, ballava da fermo. E non seguiva nessun ritmo se non quello del cuore. Nasce così il mito di un film, con un lui che non sa ballare. Si dice. O forse, fu l’ennesima galanteria di un uomo di passione, De Sica, che lascia la scena alla compagna, ricopiando solo i passi dopo di lei. Mantenendo così il segreto, di chi ha sentimento e la musica l’ha dentro.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici!