Steven Soderbergh: una vita all’insegna dei trionfi

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Di Elisa Adamo

Steven Soderbergh, noto regista e produttore cinematografico statunitense, vincitore del premio Oscar per la migliore regia con il film Traffic, è nato ad Atlanta il 14 gennaio 1963, oggi compie 60 anni. In occasione del suo compleanno scopriamo più da vicino chi è Steven e com’è nata la sua passione per il cinema. Lo celebriamo passando in rassegna i suoi film cult: Sesso, bugie e videotape, Erin Brockovich, Traffic e la famosa trilogia Oceans’s. Essi fungono da pubblica dichiarazione dell’innato e immenso talento di cui è dotato.

Steven Soderbergh: le origini e i primi passi

Steven Soderbergh Oscar al migliore regista 2001- Ph Credits  Steve Granitz
Steven Soderbergh Oscar al migliore regista 2001- Ph Credits Steve Granitz

Il regista Steven Soderbergh, secondo di sei figli, è nato ad Atlanta, in Georgia in una famiglia di origini svedesi. Vive la sua adolescenza a Baton Rouge, in Louisiana, dove suo padre ottiene una cattedra al College of Education del Lousiana State University. É proprio in questa cornice che la passione di Steven per il cinema non tarda ad emergere e a manifestarsi con una forza esplosiva. Infatti ad appena 13 anni si iscrive ad un corso di pellicole d’animazione e gira il suo primo corto in 16 mm Janitor.

Subito dopo il diploma parte per Los Angeles, dove trova lavoro come editore freelance: esperienza di breve durata, in quanto decide di ritornare Baton Rouge, dove inizia a scrivere sceneggiature. La prima occasione di dimostrare le sue abilità giunge nel 1986 quando il gruppo rock Yes gli propone di girare un documentario su un loro concerto. Con il video Yes: 9012 Live ottiene una candidatura ai Grammy e questo consente al giovane Steven Soderbergh di calcare le prime scene del panorama cinematografico, facendosi conoscere.

Sesso, bugie e videotape: il primo successo di Steven Soderbergh

Il 1989 è un anno molto importante per Steven Soderbergh che a soli 26 anni realizza il suo primo lungometraggio Sesso, bugie e videotape, vincendo l’illustre Palma d’oro al 42° Festival di Cannes come miglior film. Con questo film si guadagna anche una nomina all’Oscar e al Golden Globe per la sceneggiatura. Vediamo la trama più nel dettaglio. L’avvocato Jhon, interpretato da Peter Gallagher, e la casalinga Ann, interpretata da Andie MacDowell, hanno un matrimonio infelice. Lui ha una relazione extraconiugale con Cynthia, la sorella di Ann e lei, frigida e sessualmente repressa, è in terapia.

La situazione prende una nuova piega quando Graham Dalton, interpretato da James Spader, vecchio amico del college di Jhon, entra nelle loro vite. L’uomo rivela ad Ann di avere un feticismo piuttosto bizzarro: colleziona videocassette contenenti interviste in cui donne analizzano la loro vita e la loro sessualità. Ann e sua sorella Cynthia prendo parte a questo gioco erotico, svelando dinanzi alla telecamere i loro segreti personali. Questa scelta mette in moto una serie di dinamiche inaspettate, che porterà i personaggi a fare i conti con le loro bugie e ad affrontare le verità dalle quali si nascondevano.

Con questa pellicola Steven Soderbergh delinea i temi che sono i filo conduttore della sua filmografia. Prima di tutto la prepotenza del sesso come strumento per parlare di sentimenti e di vita e poi la vera natura dell’uomo, che viene messa a nudo con crudezza. Per il regista esiste solo ciò che è reale, ossia i fatti. L’abile maestria di Steven consiste nel saper scavare a fondo nelle coscienze delle persone, sviscerando la natura umana nel profondo attraverso sceneggiature scorrevoli e fluide.

Erin Brockovich: il trionfo della giustizia

A questo inizio florido ed emozionante fa seguito un successo dopo l’altro, sancendo in maniera indiscutibile l’eccelsa capacità di Steven Soderbergh. Nel 2000 arriva nelle sale cinematografiche un’altra pellicola di grande successo Erin Brockovich – Forte come la verità, film drammatico che fa vincere alla talentuosa Julia Roberts l’Oscar come migliore attrice protagonista. Il film narra la vera storia di Erin Brockovich, madre trentenne di tre figli, single, che inizia a lavorare come segretaria presso uno studio legale. Erin ad un primo sguardo si presenta come una donna molto appariscente e volgare, tuttavia possiede caparbietà e un forte senso della giustizia.

Infatti, nello studio legale segue una pratica immobiliare e indagando scopre che uno stabilimento del colosso industriale Pacific Gas and Eletric ha contaminato le falde acquifere di Hinkley riversando nelle acque cromo, altamente cancerogeno. Questa azione scellerata ha provocato tumori agli abitanti della cittadina californiana. Guadagnandosi pian piano la stima del suo datore di lavoro e la fiducia dei residenti, Erin riesce a far ottenere a loro un risarcimento. Trionfa così la giustizia. Erin non è il classico personaggio eroico delle storie vere, infatti si presenta come rozza e grossolana e non fa nulla per nasconderlo. Questo è quello che emerge almeno in apparenza o meglio quello che Erin vuole che la gente veda di sé, in quanto nella realtà dei fatti è una donna profonda, onesta che soffre e non tollera vedere gli altri soffrire.

Traffic e il premio Oscar per la migliore regia

Il vero trionfo arriva nel 2001 con il film Traffic, che gli fa vincere il meritato premio Oscar per la migliore regia. Con questo film Steven Soderbergh si distingue per la sua autenticità e raffinatezza, consacrandolo allo status di autore. Il film si caratterizza per la narrazione di vicende incrociate e un cast corale. In Messico due poliziotti Javier Rodriguez, interpretato da Benicio del Toro, e Manolo Sanchez, interpretato Jacob Vargas, sono impegnati a ostacolare il traffico di droga lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Essi si trovano coinvolti nel mondo della corruzione e, nonostante i tentativi fatti per non essere invischiati, vanno incontro ad una brutta fine.

Nel frattempo negli Stati Uniti il giudice della Corte Suprema, Robert Wakefield, interpretato da Michael Douglas, è incaricato dal Presidente di dirigere l’attività antidroga, collaborando con le autorità messicane. Il giudice, però, vive a casa una situazione difficile in quanto la figlia sedicenne precipita nel tunnel della dipendenza. Dopo una serie di peripezie Wakefield si rende conto della necessità di essere più presente in famiglia e abbandona il suo incarico. A San Diego due agenti della DEA arrestano un narcotrafficante Eduardo Ruiz che, in cambio dell’immunità, incastra il suo capo Carlos Ayala. Helena, la moglie di Carlos, assolda un killer per far uccidere Ruiz, ma l’attentato fallisce. Helena entra in affari con Juan Obregòn, capo del cartello di Tijuana.

La trilogia Ocean’s

Nel 2001 esce al cinema il primo della trilogia Ocean’s Eleven. Steven Soderbergh riunisce nel cast Brad Pitt, Julia Roberts, George Clooney e Matt Damon. La storia è il remake di Colpo grosso, film con Frank Sinastra del 1960, che adattata ai giorni nostri dà vita ad un risultato di grande tendenza e di successo. Nel film l’esperto di truffe Danny Ocean appena uscito di prigione, pianifica insieme al suo amico un colpo all’incasso di un casinò di Las Vegas, il cui proprietario è un certo Tony Benedict. Per lo scopo vengono reclutati specialisti in ogni campo.

A questo film fa seguito nel 2004 Ocean’s Twelve. Nella seconda pellicola i singoli membri della banda di Ocean’s vengono rintracciati da Tony Benedict, il quale esige che gli vengano restituiti i suoi soldi con gli interessi. La crew approda in Europa per saldare il debito. Il loro nuovo obiettivo è di appropriarsi del certificato emesso dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali nel 1602 conservato ad Amsterdam. Tuttavia un altro ladro, che si firma Night Fox, li batte sul tempo e nasce così una competizione tra ladri.

L’ultimo film della trilogia che approda sugli schermi nel 2007 è Ocean’s Thirteen. Vediamo in scena anche Al Pacino nel ruolo di Willy Bank, che vuole aprire un nuovo casinò a Las Vegas e ha tradito Reuben Tishkoff, amico di Danny Ocean. Con lo scopo di vendicarsi Ocean richiama in servizio gli amici della banda. L’obiettivo questa volta è di derubare il casinò di Bank durante la serata di apertura. In questo film c’è meno tensione rispetto al primo e l’elemento dominante è il divertimento. I 3 film uniscono insieme i classici elementi della truffa organizzata con uno stile fresco e naturale, con totale assenza della violenza. A dominare sulla scena è la spensieratezza e l’umorismo.

Gli ultimi successi e l’anno sabbatico

Nel 2008 dirige due film Che- L’argentino e Che- Guerriglia entrambi incentrati sulla lotta guidata da Guevara contro la dittatura in Bolivia. Con questi due film Steven Soderbergh nel 2009 al premio Goya vince il premio per la migliore sceneggiatura. Nel 2011 dirige il film Contagion e a cui fa seguito una grande quantità di altri film con annesso successo. Alla mostra del cinema di Venezia dichiara la sua intenzione di prendersi un anno sabbatico una volta terminati gli ultimi 3 progetti in produzione.

Insomma il prolifico e talentuoso regista Steven Soderbergh non ha mai sbagliato un colpo, portando a casa premi e riconoscimenti uno dietro l’altro. Questo ci insegna che seguire le nostre passioni non è mai sbagliato, in quanto se ci dedichiamo ad essi con impegno e dedizione i risultati e le soddisfazioni non tardano ad arrivare.

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Elisa Adamo