Tra i tanti alimenti che ci sono giunti dall’oriente, uno dei più importanti è sicuramente il riso. La sua diffusione in occidente è merito prima delll’impeto di Alessandro magno e poi degli arabi…
Non è chiaro quale sia l’esatto centro d’origine del riso (potrebbe essersi sviluppato nel Nord dell’India, nel sud della Cina o nell’Indonesia), ma è sicuro che la sua coltivazione sia antichissima: nella regione dello Hunan (patria di Avatar) si sono trovate tracce di riso grezzo in ciotole dell’8000 a.C.. Secondo alcune ricerche poi era già consumato allo stato selvatico nel 15000 a.C!

Il riso nell’antichità
Il riso si diffonde in estremo oriente conquistando per ultimo il Giappone nel 2000 a.C.. Per marciare sull’occidente invece deve attendere l’arrivo di Alessandro Magno, nel IV secolo a.C.. Il condottiero macedone, non soddisfatto di aver conquistato l’impero persiano, vuole infattti spingersi ancora oltre, vuole conquistare l’India!
Così egli parte per la sua missione, ma i suoi soldati non condividono il suo stesso furore… Dopo i primi parziali successi in Pakistan, l’esercito, fiaccato dal clima tropicale e terrorizzato dagli elefanti da guerra, si rifiuta di proseguire. Così Alessandro deve tornare in patria, ma le sue azioni avranno grande influenza sul futuro della regione, e tra le cose che porta con sé vi è il riso!

In Mesopotamia dunque comincia la sua coltivazione nel IV secolo a.C., da qui viene poi conosciuto in tutto il mondo greco e romano. Tuttavia, a causa della concorrenza degli altri cereali, come alimento ha scarso successo. Viene allora usato di più come spezia o cibo medicamentoso.

Il riso nel medioevo
Con la travolgente espansione araba il riso torna alla carica. Dapprima viene coltivato in Egitto nelle ricche oasi del Sahara (nel VI sec. d.C.) e poi viene introdotto in Sicilia e Calabria (nel sec. VIII d.C.) e in Spagna (nel VIII-IX sec. d.C). Questa volta il riso convince come alimento, tanto che pare siano stati i soldati di Carlo Magno, di ritorno dalle battaglie contro gli arabi, a introdurlo in Piemonte e Lombardia. Le repubbliche marinare poi contribuiscono al suo commercio.
Marco Polo riferisce che i cinesi già distinguevano 54 varietà di riso! Il riso si diffonde in tutta l’Italia, ma la sua roccaforte resta il Piemonte e la Lombardia. Merito dei loro terreni pianeggianti e compatti, dell’abbondanza di acqua proveniente dalle Alpi e delle opere di canalizzazione già esistenti. Già nel XIII secolo è famosa l’area di Vercelli, con l’abbazia di Lucedio, e nel 1550 nelle due regioni si hanno 55.000 ettari coltivati!

La diffusione oggi
Oggi invece in Italia di ettari se ne coltivano 234.000 (dati del 2017), di cui il 90% tra le province di Vercelli, Pavia, Novara e Milano. Gli altri areali importanti sono le valli veronesi, il Ferrarese, la valle Ombrone di Grosseto e la zona di Oristano (quest’ultima per le sementi). Siamo di gran lunga i primi produttori dell’UE! Altro produttori importanti sono Spagna, Portogallo e Grecia.
Vi è poi una particolarità: le varietà che coltiviamo per il nostro mercato sono diverse dalle varietà destinate al mercato estero. Infatti, mentre in Italia solitamente il riso è usato per cucinare i risotti, all’estero è principalmente usato come contorno o nelle insalate, dunque deve avere caratteristiche organolettiche e di cottura diverse.
Gli ettari coltivati in Europa sono niente però in confronto a quelle prodotte nel mondo. I primi dieci produttori si trovano tutti in Asia. Ai primi posti, come prevedibile, India e Cina. I due stati coltivano rispettivamente ben 43 e 30 milioni di ettari!

Un simbolo importante
Gli orientali vedono il riso anche come un simbolo di abbondanza, ricchezza e purezza, un’immagine alla quale anche gli occidentali sono giunti in qualche modo. Ecco perché da noi ai matrimoni è tradizione lanciare chicchi di riso sugli sposi: è un augurio di felicità e fecondità!
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Fabio Scarnato