Si apre a Parigi il processo relativo a quella che è nota come la strage di Bataclan del novembre 2015, a parlare è la madre di Valeria Solesin, l’unica vittima italiana.

Strage Bataclan: parla la madre di Valeria Solesin

Si apre a Parigi, davanti ad una corte speciale, presso lo storico Palazzo di giustizia sull’Île de la Cité, a due passi da Notre-Dame, un processo storico ed il più grande che la Francia abbia mai conosciuto per un affare criminale. Parliamo di quella che è nota come la Strage di Bataclan, una serie di attentati terroristici di matrice islamista, di cui molti punti sono ancora oscuri, nonostante gli anni di indagini.

Furono in tutto 6 gli attentati che tra il 13 e il 14 novembre 2015 colpirono la sala del Bataclan, un ristorante nei pressi dello Stade de France e diversi bistrot tra il X e l’XI arrondissement. I morti furono circa 130, i feriti 500, tra le vittime ci fu anche l’italiana Valeria Solesin.

Luciana Milani, la madre della ragazza ha dichiarato che sarà tra le parti civili del processo, come riporta la fonte Il Gazzettino. Quello che si augura e che questo possa portare alla riaffermazione della Francia come nemico del terrorismo e Paese che fa di tutto per difendere i propri principi, i principi della presenza dello Stato e della difesa dei suoi cittadini, anche quelli non francesi.

Auspica anche che si possa fare chiarezza non solo sulle dinamiche, ma soprattutto sul perché gli attentatori, che provenivano in gran parte da episodi di piccola delinquenza, si siano radicalizzati arrivando a provocare la morte di 130 persone. La donna potrebbe anche ritrovarsi faccia a faccia con gli attentatori, ma ” Non mi spaventa” dice.

Gli imputati presenti saranno venti, tra i quali l’unico superstite di quei gruppi, Salah Abdeslam, che non riuscì o non ebbe il coraggio di farsi esplodere. A rappresentare la famiglia, a cui il governo ha garantito il patrocinio gratuito, sarà l’avvocato parigino Constance Dewavrin Lupinacci.

Chi era Valeria Solesin?

Valeria Solesin, originaria di Venezia, aveva 28 anni all’epoca dell’attentato. Si era diplomata nel 2006 al liceo scientifico Benedetti del capoluogo veneto e si era laureata presso l’Università di Trento. Da quattro anni viveva a Parigi, dove era dottoranda in demografia presso la prestigiosa Università della Sorbona, studiava sociologia e si occupava di temi legati alla famiglia e ai bambini.

In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi, raccogliendo interviste ed entrando nello specifico di alcune realtà cittadine, molto diverse tra l’Italia frammentata in tanti comuni grandi e piccoli e la Francia, con Parigi catalizzatrice della comunità transalpina. La madre ha anche ricordato la sua esperienza con i clochard di Parigi, per conoscere la realtà di quello che studiava.

Quella sera era al Bataclan con il fidanzato e una coppia di amici per il concerto del gruppo rock Eagles of Death Metal. Come spiega un’amica di famiglia, che fu la prima a dare la notizia della scomparsa della ragazza sui social media, Valeria non era ancora entrata nella sala nel momento del primo blitz dei terroristi, nel caos, la ragazza ha perso la borsa con il cellulare ed i documenti, nessuno l’ha poi più vista. Gli altri tre ragazzi che erano con lei sono riusciti a sopravvivere.

Valeria è diventata un esempio per tante studentesse, ci sono iniziative culturali e Borse di studio in tutta Italia che portano il suo nome. Quello che ci si augura come afferma, il fratello della ragazza è che questo processo aiuti a tenere viva la memoria di Valeria e di tutte le persone rimaste vittime dell’attentato oltre a portare giustizia.