La Strage di Bologna fu uno degli episodi più bui della storia italiana dalla seconda guerra mondiale. Fu un attentato commesso sabato 2 agosto del 1980 alla Stazione ferroviaria di Bologna Centrale. E’ considerato, dagli storici, uno degli attentati terroristici più violenti del Paese durante gli anni di Piombo. Ricordiamo anche: Piazza fontana del ’69, Piazza della Loggia e quello del treno Italicus entrambi del ’74.

Strage di Bologna, il giorno dell’attentato

Gli storici definiscono gli ”anni di Piombo” quell’arco di tempo che va dalla fine degli anni ’60, all’inizio degli anni ’80. Fu un periodo molto burrascoso a livello politico e sociale, caratterizzato da forti scontri con forze dell’ordine, attentati terroristici e sequestri di persone come quello di Aldo Moro del ’78.

Il 2 agosto alle 10:25, un’ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata venne fatto esplodere nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. La bomba fece crollare l’ala Ovest dell’edificio. La valigia con l’esplosivo fu posta su un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell‘ala Ovest, allo scopo di aumentarne l’effetto. L’onda d’urto fu così grande da far crollare l’edificio e investire anche un treno fermo al primo binario.

I soccorsi arrivarono immediatamente, molti cittadini, insieme ai viaggiatori presenti, aiutarono le vittime e contribuirono a estrarre le persone sepolte dalle macerie. Nei giorni successivi si scatenarono le proteste e le manifestazioni di sdegno verso il governo. Il giorno dei funerali delle vittime, celebrati il 6 agosto in Basilica di San Petronio, gli unici applausi andarono al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

Strage di Bologna photo credits: avvenire.it
Strage di Bologna photo credits: avvenire.it

Chi commise l’attentato della strage di Bologna il 2 agosto

Gli attentatori erano componenti di gruppi di estrema destra, più precisamente i ”Nuclei Armati Rivoluzionari”. I responsabili uccisero 85 persone e i feriti furono oltre 200. Le indagini sospettavano fin dall’inizio a un coinvolgimento neofascista e dopo un lungo iter giudiziario condannarono Lucio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza. La sentenza finale del ’95 condannò anche Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Nel 2017 si aggiunse Luigi Ciavardini e nel 2020 quelle di Gilberto Cavallini.

Federica Tocco

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