Sembra una puntata di Black Mirror, ma è la realtà. Una 16enne in Inghilterra, insieme ai genitori, ha sporto regolare denuncia nei confronti di uno stupro avvenuto nel metaverso. La polizia è stata unanime nel concordare che la violenza subita è esattamente identica a una violenza nel mondo reale.
Stupro nel metaverso: come è possibile?
Al momento dei fatti la vittima indossava un visore, ed era alle prese con un gioco immersivo. E, nel mondo virtuale, è stata accerchiata e aggredita da un gruppo di avatar maschili. Così la polizia britannica è alle prese con quella che è una vera e propria violenza sessuale di gruppo a tutti gli effetti, anche se avvenuta in una realtà virtuale. Si tratta della prima indagine di questo tipo nel Regno Unito. La vittima, la cui identità è anonima, ha 16 anni.
Fisicamente, la ragazza non ha subito alcun danno, ma l’accaduto non può e non deve essere sminuito e accostato alla sfera del “gioco”. “C’è un impatto emotivo e psicologico sulla vittima – spiega un alto funzionario di polizia al Daily Mail – che è più duraturo di qualsiasi lesione fisica”. Inoltre, la componente immersiva dell’esperienza del metaverso rende ancora più difficile per un bambino distinguere tra ciò che è reale e ciò che è finzione.
Cosa dice la giurisprudenza?
Purtroppo i limiti giuridici della questione sono ancora molto poco definiti. Al Daily Mail, un inquirente ha affermato che il metaverso è già “pieno” di reati sessuali. Fa riferimento al caso della psicoterapeuta Nina Jane Patel, che ha scritto dell'”incubo surreale” di essere stuprata in gruppo nel gioco “Horizon Venues”. Il fatto che l’abuso sia avvenuto nel mondo virtuale, ha spiegato in un articolo, “non ha diminuito il suo impatto su di me da adulto”. E restano paura, vuoto, senso di colpa. “Posso facilmente immaginare come possa aver influenzato una bambina”.
Infatti, il post pubblicato nel 2022 sul suo blog Medium racconta un’esperienza, vera o verosimile, da racchiudere in poche righe: “Sono stata molestata e violentata sessualmente mentre giocavo a Horizon Worlds (videogioco di Meta)”. L’avatar, femminile, avrebbe subito una violenza di gruppo. E, paradossalmente, sono arrivati anche commenti surreali: “La prossima volta scegli un avatar maschile”, “Non essere stupida non era reale”, “È una patetica richiesta di attenzione?”
La vittima 16enne, anche in questo caso, è stata braccata a sua insaputa: non aveva motivo di aspettarsi che sarebbe stata violentata. Non si sa ancora a quale gioco stesse giocando quando si è verificata la presunta aggressione, ma attualmente sappiamo che non esiste un gioco online in cui l’obiettivo per i giocatori adulti sia quello di stuprare i bambini. Purtroppo, non è la prima denuncia di questo tipo. Oltre alla violenza, di per sé inqualificabile e deleteria esattamente come nel mondo reale, è caccia ai pedofili che utilizzano avatar e realtà virtuale per adescare bambine e bambini.
Marianna Soru
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