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Super Mario Bros. – Il Film: la recensione di un amore lungo quarant’anni

Nato dallo sforzo comune di Illumination Entertainment e Nintendo, Super Mario Bros. – Il Film è una grande lettera d’amore a tutti quei fan nati e cresciuti insieme all’idraulico italiano e a suo fratello Luigi. Scritto, diretto e animato da chi è fan del piccolo baffuto dal cappello rosso, l’adattamento cinematografico di Super Mario è un film d’animazione leggero e spensierato, che rende giustizia ad una delle più grandi icone pop moderne. Citazioni, dolcezza e una trama leggera sono un tuffo nel passato e nel futuro dell’idraulico italiano.

Super Mario Bros. – Il Film: un omaggio al “Marioworld

Super Mario Bros. – Il Film: Mario e il regno dei funghi

Idraulici senza lavoro e con uno spot autoprodotto appena mandato in onda (tra l’altro, citazione geniale e molto difficile da capire ai più), Mario e Luigi non se la passano bene. Vecchi colleghi che li prendono di mira, famiglia che non crede in loro e l’unica chiamata lavorativa che diventa un disastro. Sotto Brooklyn, un misterioso tubo verde li risucchia, trasportandoli in un mondo fantastico. Verranno però divisi: Mario nel regno dei funghi, Luigi nel regno del perfido Bowser, il cattivo pronto a tutto per conquistare i regni e l’amore della principessa Peach. Proprio lei incontrerà Mario e insieme partiranno per salvare il mondo e, soprattutto, Luigi. La trama di Super Mario Bros. – Il Film è sostanzialmente tutta qua, senza grandi colpi di scena e senza velate filosofie. Quello che colpisce più del film, quindi, più che la storia, scarna a dir poco, è la fedeltà con cui il “Marioworld” è stato riprodotto al cinema. Perché essenzialmente non è un film su Mario, ma un film sul mondo videoludico creato in quarant’anni di onorata carriera. Un grande omaggio alle figure e ai personaggi che hanno contribuito allo sdoganamento del videogioco come medium.

Non è la prima volta che Mario riceve un arrangiamento cinematografico. Lo sfortunato film del 1993, primo adattamento filmico di un videogioco, è ricordato più per la sequela di meme e per l’imbarazzo da parte di Nintendo. E non è un caso quindi che siano aspettati vent’anni per riproporre al cinema il personaggio, in una sfida non certo semplice. L’ostacolo da sormontare è stato quello di portare a schermo, con fedeltà, quello che Mario rappresenta nel panorama videoludico. Un gameplay platform puro, a discapito di una narrazione profonda. Quella alla The Last of Us o alla Metal Gear Solid, per intenderci. Ovviamente, non è mai stato il compito dei platform, genere videoludico che fa della parte ludica, appunto, l’unico elemento portante. E il lavoro di Shigeru Miyamoto e Chris Meledandri in produzione è stato fantastico. Quello che hanno deciso di fare, non è stato di dare una profondità in fondo inutile al personaggio, ma di voler portare al cinema quel gioco fatto di piattaforme, cubi da distruggere e Koopa da schiacciare. Senza paura o artificio. Con sana umiltà e come unico obbiettivo di riprodurre quelle sensazioni senza snaturarle. Infatti, le sezioni del film che tanto ricordano i giochi Nintendo sono quelle che funzionano di più, portandoci a chiedere quando Mario distruggerà il prossimo blocco.

Per poterlo rendere un prodotto filmico si è deciso di dare ai due idraulici italo-americani un background narrativo da cui partire. Una famiglia sconclusionata formata da un padre con un accento forse anche eccessivo e una madre tipicamente italiana. Ma di fondo, questa narrazione è pressoché inutile allo sviluppo della storia. È solo la miccia che permette la scrittura di un logico filone narrativo, che altrimenti sarebbe stato troppo difficile da mettere in campo. Ciò che risulta importante, quindi, è il saper rendere a schermo una sessione tipica da videogioco. E Super Mario Bros. – Il Film ci riesce dannatamente bene.

Come dicevamo, sia il fatto che Nintendo abbiamo voluto aspettare venti anni per riportare il baffuto Mario al cinema, sia il fatto che si sia affidata al lavoro di Illumination Entertainment, non sono un caso. Il team francese non si prodiga in ricerche di vene autoriali, ma assolve al compito in modo egregio. Rende Mario fedele sia ai videogiochi seguendo uno stile alla Mario Odissey (anche la trama praticamente è la stessa), sia ad un look più cinematografico e d’animazione 3D. Si concentra sui personaggi e sui character design con una professionalità e un rilevanza adatti alla casa videoludica nipponica. Esattamente quello che Nintendo chiedeva.

Tra fanservice e omaggio

Per molti probabilmente il film può risultare in un certo modo stucchevole. Il filo del rasoio tra Fanservice totale e omaggio è molto sottile ed un pubblico meno attento può cadere nella trappola della prima via. Ma a noi non è sembrato così per una serie di fattori. Innanzitutto, il lavoro dei giovani registi Aaron Horvath e Michael Jelenic è ottimo, come detto prima. La resa del platform puro, del superamento dell’ostacolo è fantastica. Poi, il lavoro di scrittura di Matthew Fogel riesce in un’ora e mezza a condensare quaranta anni di storia del brand incalzando lo spettatore di citazioni e rimandi costanti. E quando diciamo costanti non scherziamo: ogni fotogramma è ricolmo di amore per il brand e per la sua storia. Saranno forse necessarie altre due o tre visioni per coglierle tutte. Dal cabinato “Jumpman” a ogni singolo nemico, anche quelli in lontananza. Si è quasi riuscito a riprodurre il collezionismo spasmodico per le monete o le stelline del videogioco e l’alta ri-giocabilità dei livelli, al cinema. Un lavoro non sappiamo quanto voluto ma encomiabile. Anche il worldbuilding è molto solido: da Donkey Kong e la sua rivalità con Mario, dai Toad fino a Peach, che qua gioca un ruolo inverso rispetto al solito. È l’eroina che combatte contro Bowser, non la principessa da salvare. Scelta molto apprezzata e ben costruita. ma il vero fattore che rende il film uno dei migliori adattamenti videoludici al cinema, è la colonna sonora immortale di Koji Kondo rievocata ad ogni nota di quelle canzoni 8-bit che sono rimaste impresse come tatuaggi nella mente dei videogiocatori (nel film arrangiate magnificamente da Brian Tyler). Sfidiamo chiunque a non provare un vero senso di nostalgia quando parte la canzone di Bowser o quella di Mario.

Insomma, questo Super Mario Bros. – Il Film è un prodotto sicuramente senza una sceneggiatura forte e una trama profonda. La storia è semplice e lineare, un mezzo per poter esprimere altro. Ma la pellicola è tanto di più. È una lettera d’amore a tutti i fan, a quelli di vecchia e nuova generazione. Un biglietto di ringraziamento per chi ha passato anni con Mario e Luigi. E il senso di nostalgia e affetto quasi fraterno che si provano per l’idraulico Italo-americano non possono far altro che farci amare Super Mario Bros. – Il Film.

Alessandro Libianchi

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