Mantenere la stabilità del sistema vitale del pianeta è difficile, ma possibile. La scienza non è mai stata esplorata in modo così artistico come nell’ultimo documentario Netflix di David Attenborough, Superare i limiti: la scienza del nostro pianeta, che con lo scienziato Johan Rockström analizzano assieme al team di Our Planet, il collasso della biodiversità sulla Terra e in che modo questa crisi possa ancora essere evitata.
Come salvare il nostro pianeta
L’impatto accelerato delle attività umane degli ultimi 60 anni ha iniziato a destabilizzare l’ambiente in cui viviamo, dando il via a una nuova era geologica, chiamata Antropocene, in cui il sistema economico globale è il driver primario di cambiamento sulla Terra. Il documentario prende le mosse da un saggio dello stesso Johan Rockström, pubblicato in lingua inglese ad aprile 2021: nel libro si parte dai nove “confini” che sono stati identificati dagli scienziati come quelli che non devono essere superati se vogliamo mantenere l’equilibrio dell’ecosistema terrestre. Dei nove processi su scala globale che sono alla base della vita sulla terra, di cui quattro hanno superato le condizioni di sicurezza, tanto da comportare gravi rischi per il futuro benessere degli uomini.
Per evitare il peggio occorre avviare la più rapida transizione economica della nostra storia: un obiettivo che non significa tornare al medioevo e che può essere realizzato, a patto di assistere a un’energica iniziativa politica e sociale. La salute degli esseri umani è strettamente connessa a quella degli animali e dell’ambiente naturale; è un fatto ormai noto alla comunità scientifica che si propone di affrontare in maniera chiara questioni ampie e complesse determinanti per il nostro futuro: la crisi climatica e il collasso della biodiversità sulla Terra.
David Attenborough: l’infanzia e l’Olocene
David Attenborough è stato fin da bambino un amante dell’esplorazione, dell’avventura, della natura selvaggia. Era il 1937, quando trascorreva le sue giornate in una vecchia miniera di ferro in disuso, alla ricerca di fossili. È grazie a quelle ore a frugare tra le rocce che ha cominciato ad osservare la storia della Terra, a comprenderne i suoi lenti cambiamenti, ma anche quelli più repentini come le estinzioni di massa. Fu con l’ultima, quella che provocò la scomparsa dei dinosauri, che il 75% delle specie viventi sul pianeta svanì assieme a loro. Alla vita non rimaneva altro che ricostruirsi e così fu. Così è nato il mondo che conosciamo, la nostra epoca, l’Olocene. È stato il periodo di maggiore stabilità, ma anche dell’invenzione dell’agricoltura. Adesso rappresentiamo più di un terzo del peso dei mammiferi sulla terra, l’altro 60% sono gli animali che alleviamo per mangiare.
E oggi? Ad oggi, abbiamo sovrasfruttato il 30% degli stock ittici; abbiamo abbattuto oltre 15 miliardi di alberi all’anno; abbiamo sbarrato, inquinato e esaurito giacimenti di fiumi e laghi, riducendo le popolazioni di acqua dolce di oltre l’80%; metà delle terre fertili del pianeta è diventata terreno agricolo; il 70% della massa totale di uccelli è addomesticato; giungendo ai limiti del nostro pianeta in un’epoca riconducibile all’Antropocene, in cui l’uomo sta al centro della più grande devastazione di massa e la storia tende a ripetersi. Superare i limiti: la scienza del nostro pianeta, cerca di fornire un po’ di luce per giungere la fine del terrificante tunnel dell’oggi, mentre Rockström e Attenborough ci guidano attraverso le cose che l’umanità deve fare se non vogliamo vivere in un mondo che, come lo descrive Rockström, non può supportare il livello di (in)civiltà di cui godiamo attualmente.
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Giuliana Aglio