Superlega: dal calcio alla politica

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Di Redazione Metropolitan

È nata la Superlega, un torneo esclusivo organizzato da 12 tra i club più ricchi e potenti del calcio mondiale. Il risultato? Un terremoto che ha colpito non solo il mondo del calcio, ma anche il panorama politico europeo: Johnson, Macron, Draghi e Orban si sono detti contrari, schierandosi con chi ritiene questo progetto una negazione dei valori fondanti dell’UE. Commissione europea in posizione attendista.

Draghi, Johnson, Macron e Orban contro la Superlega

In prima linea per salvaguardare la funzione sociale del calcio, Mario Draghi si schiera in modo netto e commenta così la notizia: “Il governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto SuperLega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport“.

Sono ben 6 le società inglesi che hanno aderito al progetto e che rientrano quindi tra i club fondatori: Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Tottenham. Detto ciò, Boris Johnson si è detto indignato da questa notizia e totalmente contrario. Una risposta forte che riassume le numerose contestazioni degli appassionati britannici. Oltre le distanze con l’UE, la SuperLega diventa un nemico comune.

Un progetto elitario, rivoluzionario, che creerebbe un vuoto tra l’olimpo del calcio e tutto il resto del movimento. Contro questi ideali si schiera anche il francese Emmanuel Macron. Una scelta etica che strizza l’occhio alle presidenziali 2022.

L’ungherese Viktor Orban si erge in difesa dei valori europei e oppone alla SuperLega. Il portavoce del governo di Budapest ha precisato che “il primo ministro Orban crede nell’unità dello sport a livello europeo, così come nel principio di solidarietà, e accoglie con favore la forte opposizione della Uefa ai piani per creare una SuperLega europea. L’Ungheria è convinta che la bellezza e la grandezza del più grande gioco del mondo risieda nel fatto che appartiene a tutti e che i ricchi non possono appropriarsene”.

La Germania boccia il progetto, ma la Merkel si astiene

A metà strada invece Angela Merkel che non commenta in prima persona la vicenda. Delegato a rilasciare un parere sulla notizia è Manfred Weber che definisce la SuperLega “Una cattiva idea”. La Germania si schiera dunque contro il progetto: Bayern Monaco e Borussia Dortmund, le società che avrebbero dovuto rappresentare il calcio tedesco, si sono tirate fuori dalla SuperLega.

L’altro lato della medaglia: Sanchez

Posizione diametralmente opposta per Pedro Sanchez. Nei 12 club fondatori della SuperLega sono presenti 3 spagnole: Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid. La potenza e il prestigio di queste società è ciò che potrebbe portare Sanchez a schierarsi in favore del progetto. Intanto il ministro allo Sport, Jose Manuel Rodriguez Uribes, ha commentato così la notizia: “Non vogliamo che il nuovo progetto danneggi il calcio spagnolo, vogliamo che abbia un effetto positivo“.

La Commissione europea attende nuovi sviluppi

La Commissione europea, come successo con la Merkel, non si schiera. Linea attendista in attesa di nuovi sviluppi. Isolati alcuni commenti come quello del vicepresidente Margaritis Schinas: Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, basato sulla diversità e l’inclusione. Non c’è spazio per riservarlo ai pochi club ricchi e potenti che vogliono legami stretti con tutto ciò che le associazioni rappresentano: campionati nazionali, promozione e retrocessione e sostegno al calcio dilettantistico di base. Universalità, inclusione e diversità sono elementi chiave dello sport europeo e del nostro stile di vita europeo“.

Sassoli il vero anti-SuperLega in Europa

A combattere in prima linea la nascita della SuperLega è David Sassoli, dell’Europarlamento. Molte le sue interviste sul tema, queste le sue parole: “In Europa il calcio appartiene alle persone, con un modello basato sulla correttezza e la solidarietà. Uno degli articoli dei trattati europei fa riferimento alla dimensione europea dello sport, intorno alla cooperazione e alla trasparenza con gli organi competenti in materia. L’iniziativa di questi grandi club europei è contro questi principi. Ecco perché sono fermamente contrario a questo progetto. Il calcio mobilita somme finanziarie considerevoli ed è inaccettabile avere il monopolio della ricchezza nelle mani di poche persone. Si dovrebbe invece usare una logica di inclusione, di ridistribuzione delle risorse, per consentire ai club più piccoli di sopravvivere. E anche di sognare”.

Quello attorno alla SuperLega è un dibattito che è appena iniziato. Una notizia che ha scosso l’Europa, non solo calcistica, un progetto che potrebbe rappresentare una rivoluzione senza precedenti.