Svezia, il Covid ora rallenta. Ma non è solo una questione di strategia

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Di Redazione Metropolitan

La Svezia ha raggiunto, senza aver adottato un lockdown, la più bassa percentuale europea di contagi. Le scelte, tuttavia, si sono basate su caratteristiche salienti del paese e i risultati non sono del tutto positivi.

Un cartello svedese sulla distanza sociale (Businness Insider)

La Svezia ha raggiunto la media di 12 nuovi casi di Covid per ogni milione di abitanti. Tuttavia, i dati dei mesi scorsi suggeriscono un’analisi più approfondita della situazione

Lo ha riferito il Telegraph: la Svezia ha il tasso di casi di coronavirus più basso d’Europa, superando Norvegia e Danimarca. Presso il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie il paese scandinavo ha infatti riportato una media di 12 nuovi casi per milione di abitanti. I vicini si attestano rispettivamente su 14 e 18. Un risultato ottenuto senza aver attuato alcun lockdown, che è stato invece scelto come misura in quasi tutto il continente. È stata dunque la strategia più corretta? In un certo senso si, ma le radici dei risvolti positivi sono ben più profondi.

I mesi scorsi

La scelta della Svezia di non istituire rigide misure di sicurezza ha attirato le critiche di tutti gli altri paesi dell’Ue. Sono infatti rimaste aperti negozi, bar, ristoranti, scuole e uffici, pur con l’istituzione del limite massimo di 50 persone nello stesso luogo. La stesso Agenzia per la sanità pubblica svedese aveva dichiarato di contare sulla responsabilità degli svedesi nell’applicare il distanziamento sociale e l’autoisolamento. Responsabilità che gli svedesi mettono in pratica nella vita quotidiana, dal rispetto dell’ambiente al sistema fiscale (tasse alte con bassissima evasione fiscale e impiegate nei servizi con eccellenti risultati).

La strategia ha pagato poco nei primi mesi, quando i numeri di casi e decessi sono impennati (rispettivamente 58.797 e 5.211 al 19 giugno). Con l’arrivo dell’estate i ritmi di crescita di questi ultimi hanno rallentato, fino a raggiungere gli ottimi risultati attuali. I numeri totali restano comunque alti per un paese di 10 milioni di abitanti: i 57 morti ogni 100.000 abitanti sono vicini ai 58 dell’Italia, la cui popolazione è di circa 6 volte superiore. Mentre Paesi con numero di abitanti simili alla Svezia hanno raggiunto risultati decisamente migliori: il Portogallo 17, la Danimarca 10, la Finlandia 6.

Scelta coraggiosa o errore grossolano?

In conclusione, il risultato del paese scandinavo deve essere considerato con attenzione. Le misure adottate hanno indubbiamente portato dei risultati, ma bisogna ricordarsi che sono state prese in un paese con caratteristiche peculiari. La popolazione, per esempio: basti pensare che le città con più di 150.000 abitanti sono 7, contro le 27 in Italia e le 53 in Inghilterra.
I paragoni tra la Svezia e gli altri paesi rimangono dunque poco sensati, visti i diversi punti di partenza. E poiché i risultati non sono inattaccabili (il numero di tamponi è la metà di quelli della vicina Norvegia), è meglio essere cauti nei proclami.