A seguito della decisione di Gazprom di tagliare il 15% delle forniture di gas in Europa, appare spontaneo l’insorgere di qualche preoccupazione da parte di cittadini e imprese. Ma la fornitura è ancora entro i livelli ottimali: il fabbisogno italiano è coperto dalle scorte disponibili. Sebbene le ragioni del taglio delle forniture di gas siano intuibile reazione alle sanzioni contro la Federazione, non sono ancora state notificate le ragioni ufficiali. Intanto, continua la corsa europea verso l’indipendenza energetica: l’Unione ha recentemente stretto accordi con Israele ed Egitto per sopperire ad ogni eventuale crisi. Cingolani avverte: “puntiamo sulle trivelle in Italia”.
Gazprom taglia il 15% delle forniture di metano; cosa fare se il gas russo diventa un problema
Sebbene sia notevole il taglio forniture di gas russo, la necessità stagionale di gas non è in realtà la proccupazione più pressante per la Penisola, soprattutto all’inizio di una tra le estati più calde degli ultimi anni. Il fabbisogno italiano di 160 milioni di metri cubi di gas naturale è coperto dai circa 200 milioni di metri cubi disponibili nelle riserve del Paese. Se nel periodo immediato non sembra sollevarsi alcun rischio di carenza delle scorte, l’Unione Europea ha fatto fronte all’eventualità siglando recentemente due accordi. Il primo di questi accordi con Israele, che possiede la grande fornitura di ben 690 milioni di metri cubi grazie a due piattaforme di trivellazione. Il secondo è stato firmato con l’Egitto, che metterebbe a disposizione i suoi metanodotti per il trasporto e la logistica del prodotto israeliano.
Non sembra quindi profilarsi alcuna crisi energetica né per il nostro Paese né per l’Europa, sottolinea in un tweet Ursula Von Der Leyen, ricordando tuttavia l’interesse europeo per la creazione di impianti per le energie rinnovabili. Il Ministro della transizione ecologica Cingolani si mostra invece più cauto: “puntiamo sulle trivelle in Italia“. L’affermazione del Ministro va contestualizzata: dal 2000 al 2020 sono aumentate vertiginosamente le importazioni energetiche verso l’Italia senza un corrispettivo aumento della produzione. Tuttavia, sebbene sia ormai certo che il nostro Paese non subirà alcuna crisi energetica, è anche vero che sembra affacciarsi l’ipotesi rincaro.
Rincari in bolletta: le alternative del governo e l’ipotesi di una vera transizione ecologica
Il taglio delle forniture di gas russo comporta, come già successo, l’ipotesi del rincaro e della ormai evidente speculazione di molte aziende fornitrici. La soluzione immediata sarebbe quella di calmierare i prezzi. Ma appare anche chiaro che tale soluzione, oltre ad essere difficilmente sostenibile nel lungo periodo, comporterebbe ulteriori costi in altri settori economici. La direzione da seguire è quella dell’energia green, la cui potenzialità è stata accantonata dai costi di investimento per la creazione di impianti fotovoltaici ed eolici. Investire nell’energia rinnovabile tuttavia comporterebbe, se non una soluzione immediata, un passo avanti fondamentale sia per l’indipendenza energetica, che per la carbon footprint del Paese.
Alberto Alessi