Taxi fermi in tutta Italia

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Di Redazione Metropolitan

È partito alle 8 di questa mattina lo sciopero nazionale che vede i taxi fermi in tutta Italia. La durata prevista è di 48 ore, arco di tempo nel quale i tassisti si impegneranno a protestare contro l’Articolo 10 del Ddl Concorrenza.

Le cause dello sciopero contro il Ddl Concorrenza

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A non convincere i tassisti sono in particolare due passaggi dell’Articolo 10 della riforma sulla concorrenza. Nel primo, la legge affida una delega al governo in materia di “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Sostanzialmente la norma affida all’esecutivo il compito di legiferare introducendo nuove forme di trasporto che utilizzano applicazioni e che mettono in contatto diretto i passeggeri e i conducenti. Questa mossa mette i tassisti in competizione con colossi del trasporto come Uber e Lyft, sistemi in cui chiunque, anche senza licenza o alcun tipo di permesso, può trasportare persone da un punto all’altro del Paese. Per esempio, persone accomunate da una stessa tratta da percorrere in un determinato momento possono attraverso questi sistemi accordarsi tra loro, proprio attraverso le piattaforme digitali, e percorrere la tratta insieme, seguendo le regole del contatto sottoscritto al momento dell’adesione alla piattaforma. In pratica si tratta di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile, che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Tutto ciò è inconcepibile per i sindacati dei tassisti. “Qualcuno dirà che siamo il ‘vecchio’ contro la ‘modernità’, che siamo dei privilegiati che ostacolano il mercato, e tutta un’altra serie di falsità, mentendo, sapendo di mentire. La realtà è che la nostra battaglia è la lotta di 40mila lavoratori contro la speculazione finanziaria, ma anche la difesa dell’utenza e del servizio pubblico contro meccanismi come algoritmi e libero mercato, che li andrebbero a strangolare nel momento del bisogno”.

Il secondo punto dell’articolo dieci del Ddl concorrenza che viene contestato è quello che chiede “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”. In altre parole, prevede una forma di pubblicizzazione della presenza di alternative ai normali taxi. In particolare su questa iniziativa si è aperto lo scontro frontale fra Governo e associazioni di categoria. Per qualcuno infatti andare avanti con la riforma significa stare al passo con i tempi, garantire alternative al trasporto urbano non di linea per una fetta di popolazione che non ha più intenzione di prendere un taxi per tutta una serie di motivi e che quindi preferisce organizzarsi in un altro modo. Non è però così per le associazioni del settore, che mettono in guardia politica e opinione pubblica dal fatto che, con il Ddl concorrenza, si crea un pericoloso spartiacque fra un servizio pubblico e un futuro in cui si sostituirebbero migliaia di operatori di taxi con “tre soggetti che si spartiscono l’intero mercato, per sfruttare il lavoro e imporre condizioni svantaggiose all’utenza”, ha dichiarato il segretario di Unica Taxi Cgil Nicola Di Giacobbe. 

Lo sciopero di protesta contro il Ddl Concorrenza

È condivisa ormai da giorni tra i tassisti italiani la volontà di far percepire il proprio disappunto riguardo il Ddl Concorrenza, contro il quale ben poco hanno fatto le semplici voci dei sindacati. Dunque quest’oggi i taxi di tutta Italia si fermeranno per 48 ore, in segno di protesta contro il mancato stralcio, chiesto dagli stessi tassisti, dell’articolo 10 del Ddl Concorrenza. Sono quasi tutte le sigle che appoggiano e quindi stanno prendendo parte alla mobilitazione.

Sono stati darsi i tentativi per così dire diplomatici che hanno tanta di risolvere in modo pacifico la questione, cercando di evitare disordini pubblici. Nulla è servito. Dopo il fallimento dell’ultima convocazione dei sindacati ad opera della viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova, i tassisti hanno concordato sul fatto che un’azione concreta potesse essere la strada giusta da percorrere. Secondo quanto riportato dai rappresentati della categoria, i vari incontri per discutere delle problematiche non hanno avuto esito positivo “perché l’articolo 10 del Ddl Concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali. Siamo sempre più convinti che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un Ddl Concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati”.

Parallelamente allo sciopero si terrà anche una manifestazione a Roma. La capitale vedrà quindi sfilare sul suo suolo tassisti provenienti da tutta Italia. Il raduno e la partenza erano previsti per questa mattina alle 10 da Piazza della Repubblica, con destinazione Piazza Venezia, dove si alterneranno gli interventi dei sindacalisti. Nel frattempo il Ddl Concorrenza vedrà la sua seconda lettura dopo le modifiche apportate al Senato. L’iter della riforma continua oggi alla Camera con la discussione in Commissione Attività produttive dei circa 400 emendamenti presentati. L’obiettivo della maggioranza sembrerebbe essere quello di chiudere le votazioni entro la fine della prossima settimana, con l’approdo del testo in Aula che potrebbe avvenire nella terza settimana di luglio.

Ginevra Mattei

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