Tennis, il futuro è sulle spalle di Luca Nardi

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Di Maria Laura Scifo

Il tennis italiano è tornato ad essere prolifico di talenti. Se ha del clamoroso il fatto che ben tre tennisti si siano spinti agli ottavi di finale dell’Open di Miami, anche il futuro sembra tranquillamente in cassaforte e sulle spalle di un classe 2003 pronto ad emergere. Si tratta di Luca Nardi, salito alla ribalta qualche settimana fa per aver battuto nientemeno che il suo idolo Novak Djokovic. Certo, ora ci sarà da rimanere con i piedi per terra e lavorare duro, ma chi mostra certi colpi, magari anche solo una volta all’interno di una partita, vuol dire che dentro li ha e che ci sono tutte le possibilità per diventare un gran giocatore.

Luca Nardi: “Ero tesissimo prima di affrontare Djokovic”

(Credit foto – Federtennis Marche pagina Facebook)

Negli scorsi giorni il tennista classe 2003 ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Super Tennis in cui ha voluto ripercorrere il clamoroso successo contro Novak Djokovic: “Ero tesissimo prima di quel match. Sapevo che vincendo avrei potuto affrontare Djokovic. Dopo la vittoria ho visto tutta la sua partita contro Vukic. La notte prima non ho dormito tanto. il giorno della partita non riuscivo a stare fermo con le gambe. In campo però ho sentito una tranquillità estrema. volevo godermi il momento e direi che è andata piuttosto bene. Ho avuto una sensazione di euforia per tutta la notte dopo la partita e tutto il giorno successivo. Appena sono tornato a casa, i miei si sono messi a piangere di gioia. Ho cercato di parlarne ma non più di tanto, perché volevo staccare un po’ da quella partita”.

Poi ha parlato anche dell’ingresso nella top 100: “In questi mesi ho lavorato tanto sul piano fisico, perché era lì il mio gap principale, e penso di aver fatto un buon lavoro. Il punto forte della collaborazione con Giorgio è il nostro rapporto fuori dal campo. Stiamo trovando un buon equilibrio con lui e Marco de Rossi, che è qui al mio fianco a Napoli. Stiamo lavorando bene anche in campo e spero che i frutti del lavoro possano continuare ad arrivare“.

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