Terapie domiciliari anti-Covid: medici a confronto

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Di Redazione Metropolitan

Siamo ormai giunti alla fine di novembre, le fasi di sperimentazione dei vaccini anti-Covid stanno per giungere al termine e per alcuni di essi proseguono le procedure di autorizzazione.

Lo scienziato e farmacologo Silvio Garattini, nonché Fondatore e Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, esprime però la sua delusione in merito affermando che sarà molto difficile ripartire a gennaio. Intanto, si attende il 2 dicembre per conoscere il piano di vaccinazione che Roberto Speranza, Ministro della Salute, presenterà alle Camere.

C’è ancora tanta confusione e il CTS (Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile) ha approvato alcune linee guida nazionali per gestire direttamente dal proprio domicilio i sintomi da Covid, se si ha il sospetto di aver contratto la malattia. I medici consigliano, però, di valutare con molta attenzione la situazione prima di avviare la terapia.

Giuseppe Remuzzi, Direttore Scientifico dell’Istituto Negri, afferma che il vaccino non basterà per estinguere il Covid ma consiglia, a coloro che hanno effettuato il tampone, la somministrazione di antinfiammatori sotto la supervisione del proprio medico di base.

Inoltre, è stato realizzato un vademecum con l’Istituto Superiore di Sanità e il Centro Europeo di Prevenzione e Controllo delle Malattie. I risultati di tale documento, che risponde alle preoccupazioni in merito, derivano da una sperimentazione eseguita su 50 positivi che sono guariti senza recarsi in ospedale. Il formulario sarà pubblicato sulla rivista “Clinical and Medical Investigations”.

L’Ordine dei Medici della Lombardia consiglia il cortisone solo se la febbre ha una durata di 5-7 giorni e se si hanno problemi di saturazione.

La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) suggerisce, in caso di febbre superiore ai 38 gradi con problemi di respirazione, di assumere il cortisone dopo sette giorni di sintomi e di introdurre anche l’eparina.

Anche Matteo Bassetti, infettivologo e Primario del Reparto di Malattie Infettive di Genova, consiglia di aspettare almeno quattro giorni di sintomi prima di assumere i farmaci.

Il Vicesegretario Nazionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) non esita ad esprimere la sua: la somministrazione di cortisone ai pazienti con un quadro clinico critico anche trascorse le 72 ore.

Questi sono, però, soltanto dei suggerimenti nell’attesa di una terapia specifica.