Tesserati Golfisti: molte ricette senza risultati

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Di Redazione Metropolitan

A fine anno più di qualcuno si prende la briga di criticare o giustificare i numeri statistici pubblicati dal sito di Federgolf. E comunque si giri la frittata, il piatto piange a dirotto

Leggiamo così -su social e testate di settore (rigorosamente on-line)- diverse analisi sul numero dei tesserati golfisti che ogni circolo annovera fra le proprie fila a fine di questo dicembre 2019. Prima di esaminarne la distribuzione, appuriamo che rispetto al 2018 c’è comunque una contrazione che abbatte la soglia psicologica dei 90mila tesserati: siamo 89655…

Photo credits: Federgolf

Causa del calo o limitazione danni

La prima cosa che dovremmo domandarci è come mai sono nati e prolificano alla grande i cosiddetti tesserifici: circoli virtuali che in cambio di poche decine di euro (oltre i 100 della tessera FIG) ti annoverano fra i loro soci. Un bel risparmio rispetto agli oltre 1000 euro all’anno mediamente richiesti anche dal più modesto circolino a 9 buche.

L’amata tessera
Photo Credits: Federgolf

L’esigenza, a mio avviso, è nata dal perdurare della crisi economica e dall’atteggiamento dei Circoli che continuano a contendersi soci/giocatori senza ricercare alcuna alternativa di nuovi introiti. Investimenti necessari per migliorare servizi ed attirare nuovi clienti, soci ma anche semplici avventori giornalieri.

Tesserati golfisti all’estero

Forse dovremmo andare oltre cortina ad imparare come si fa ad avere 484mila tesserati golfisti in Svezia (dato 2019 con 9 milioni di popolazione e 4 mesi di buona stagione); o anche in Germania dove i tesserati sono 600mila su una popolazione di 86 milioni ma con le stagioni non proprio comparabili con le nostre.
In Spagna -paese per molti aspetti assimilabile al nostro- abbiamo a fine 2019 circa 271mila tesserati golfisti più 41mila giocatori non iscritti ad alcun club, questi ultimi molto probabilmente simili a quelli dei nostri tesserifici. Con meno di 47 milioni di abitanti la Spagna ha una densità di campi superba; in gran parte determinata dalla gradevolezza delle stagioni ma anche dalla lungimiranza degli imprenditori e dello stato.

Interessante considerare poi, come il dato dei giocatori non iscritti, venga monitorato da anni dalla federazione spagnola palesando una costante attenzione ai movimenti dei giocatori. Già nel 2003 gli indipendenti erano attorno al 20% dei tesserati golfisti e tali son rimasti fino al 2007, per poi scendere gradualmente, anche se in modo irregolare, fino al 15% attuale. Quindi, cari Circoli, c’è poco da scandalizzarsi, siamo solo all’inizio.

Stemma federazione spagnola di Golf
Photo credits: Real Federación Española de Golf

Tesserati in Spagna

La Spagna con oltre 300mila tesserati ed una popolazione di 47 milioni di abitanti è sicuramente una realtà da studiare: ha un clima simile al nostro sud -dove i pochi campi presenti riescono anche a chiudere definitivamente. Il Paese ha un’economia basata sul turismo -come da noi, ma non si può dire- e riescono ad avere il triplo dei giocatori! E’ senz’altro un esempio. Ed è bello pensare che noi “poveri” appassionati ci arrovelliamo per trovare soluzioni o indicazioni che potrebbero modificare il terribile trend del Golf Italiano.

E la Federazione Italiana Golf? Oltre a bearsi degli strepitosi risultati dell’Open e della Ryder del futuro, oltre a perdere i collaboratori più validi, oltre a sperperare tutto quanto lo sperperabile dei denari in bilancio…qualche domanda se la fa?

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