The Bastard Son & The Devil Himself, il sottile confine tra bene e male

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Di Benedetta Vicanolo

Bisogna essere sinceri fin da subito: The Bastard Son & The Devil Himself è una serie tv brutta ma sviluppata bene. Ci sono tanti, troppi problemi di cui parlare e di cui si potrebbe discutere a profusione convogliando le varie considerazioni nel fatto che è evidente ci siano stati dei problemi nell’adattamento del romanzo fantasy young adult Half Bad di Sally Green, dal soggetto passando per la sceneggiatura fino al ciak finale. Quindi perché ne sto parlando? Perché superato lo scoglio più grosso delle prime sei puntate, che malamente cercano di orientare lo spettare in un mondo alternativo popolato da sistemi e regole a noi sconosciute, The Bastard Son & The Devil Himself fa venire i brividi per l’avanguardia dei suoi argomenti, per i suoi momenti al limite dello splatter, per la sua iconografia di riferimento e per le vibes che riprendono la narrazione della saga Queste Oscure Materie.

Di che cosa parla The Bastard Son & The Devil Himself?

Photo Credit: Teddy Cavendish/Netflix

Siamo al limite del fangirlismo, lo ammetto, ma non è forse voluto, studiato, posizionato? Non è forse questo l’elemento principale a cui auspicano i produttori delle principali serie tv mainstream? Da Elite a Fate, esiste una moltitudine di prodotti che non fanno di certo della profondità narrativa il loro punto forte. Invece credo che The Bastard Son riesca a fare un lavoro di approfondimento e che, anche se con tantissime difficoltà, riesca a raccontare del labile confine che separa bene e male, con una semplicità disarmante, vincendo spogliandosi da ogni retorica. Il discorso a questo punto diventerebbe davvero troppo complesso da riassumere in una rielaborazione (mezza) critica della serie tv in sé, ma secondo me The Bastard Son & The Devil Himself vince dove altri hanno fallito, ovvero dove il fandom ha creato una narrazione ridicola rispetto a una storia che aveva poco da raccontare. La storia di Nathan Byrne ci trasporta in un universo impossibile proponendo delle dinamiche non così difficili da immaginare, permettendo di sviluppare una riflessione rispetto ad argomenti come la diversità, l’eredità culturale, l’inadeguatezza, il peso dell’adattamento e perfino lo stato di diritto, ma andiamo con ordine.

Se non l’avete ancora vista oppure l’avete iniziata e mollata perché non stavate capendo nulla, allora siete approdati nel posto giusto per voi. Propongo qui di seguito una sessione breve ma intensiva d’istruzioni d’uso per chi ha voglia di aiutarmi a convincere Netflix a rinnovare la serie per una seconda stagione. Il titolo stesso della serie è fuorviante, sebbene di grande effetto: il diavolo non è davvero il diavolo, utilizzato come semplice sinonimo di cattivo. Ma che vuol dire essere cattivi nel mondo di The Bastard Son & The Devil Himself? La serie racconta la storia di Nathan Byrne, figlio di Marcus Edge, ovvero lo stregone sanguinario più pericoloso al mondo. Dopo che la madre di Nathan muore in circostanze misteriose, lui e la sua sorellastra Jessica sono affidati alla nonna materna e tenuti sotto stretto controllo di una sorta di consiglio della magia, preoccupato che Nathan possa sviluppare le stesse qualità del padre e diventare pericoloso per la comunità. Il mondo di The Bastard Son & The Devil Himself è diviso in Fairborn Witches e Blood Witches (in italiano sono stati tradotti con Incanti del Fairborn e Incanti di Sangue, ma non mi impelegherò negli orrori della traduzione italiana che hanno reso ancora più complicata la comprensione), purtroppo non viene specificato esplicitamente quale può essere la principale differenza tra i due schieramenti. Tuttavia sappiamo che gli stregoni di sangue sono più potenti e temuti e, per questo, in tutto il Regno Unito viene data loro la caccia dai Fairborn e molti Blood Witches sono stati costretti a scappare nell’Europa continentale, ultima roccaforte di sicurezza neoliberale. Marcus Edge è uno stregone di sangue che, mangiando i cuori dei Fariborn a cui toglieva la vita, riesce ad appropriarsi dei loro poteri. Per questa ragione Marcus è lo stregone più potente del mondo, vero e proprio idolo dei Blood Witches di tutto il mondo soprattutto per le sue leggendarie e sanguinarie avventure da giustiziere.

Nathan scopre di essere il figlio di Marcus e che i Fairborn decidono di tenerlo in vita a causa di una profezia che indica lui come la causa della morte del padre. Quando le cose inizieranno a prendere una strana piega e il confine tra bene e male diviene più confuso e distorto, Nathan è costretto a iniziare un viaggio accompagnato dalla Fairborn Annalise e dall’enigmatico Gabriel alla ricerca di giustizia e verità, ma lui non sa che scoprirà molto di più. The Bastard Son & The Devil Himself è innanzitutto una storia di formazione, gli incanti acquisiscono i loro poteri al compimento dei diciassette anni e Nathan dovrà affrontare la sua eredità e lo sviluppo della sua identità in un crescendo fluido, scorrevole, mai forzato. Nathan si chiede perché su di lui ricadano le colpe di un padre che non ha mai conosciuto, si domanda che cos’è l’amore e com’è farlo, si vive la sua sessualità con confusione ma anche con molta naturalezza spostando lo sguardo da Annalise a Gabriel e viceversa e, infine, indaga sul senso di giustizia che è probabilmente il valore più difficile da processare durante la crescita.

L’estetismo della violenza

La serie è visivamente meravigliosa e non nasconde nulla allo sguardo dello spettatore: dita mozzate, pugni, sangue, gole tagliate, torture e decomposizione dei corpi. Tuttavia è nella violenza visiva che si nasconde il potenziale più ampio della serie, che ci fa intravedere un potenziale enorme, che potrebbe essere qualcosa di molto più complesso di un semplice teen fantasy. Lo splatter viene estetizzato all’estremo acquistando valore nel suo significato finale: il corpo di un Fairborn ucciso schiacciato da una gabbia che si restringe diventa parte del fuso di un albero nelle cui vene scorrerà il sangue dell’uomo come linfa vitale; oppure, mangiare i cuori si scopre essere una tradizione degli Incanti di Sangue per onorare i propri defunti custodendo il loro potere nonostante la loro morte.

Ci sono tanti significati nascosti in The Bastard Son & The Devil Himself ma altrettante difficoltà nel riuscire a carpirli tutti; tuttavia una volta messo in moto l’ingranaggio e quindi aver capito la lore del racconto, sarà praticamente impossibile limitarne la dipendenza.

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Benedetta Vicanolo