Questa recensione di Tiny Tina’s Wonderlands l’ho fatta decantare un pochino. Ho alternato sessioni di gioco single player a momenti di divertentissimo multiplayer; ho indagato le potenzialità del gameplay/gunplay ereditato da Borderlands 3, misurato la quantità di loot ricevuto con la sua qualità; testato il magnetismo del titolo affrontandolo in sessioni lunghe, medie, brevi; l’ho intervallato persino a Sua Maestà Elden Ring. E per quanto siano due esperienze a dir poco imparagonabili, posso affermare con gioia che “tiene botta”.
Si difende a spada tratta, è proprio il caso di dirlo, e per la giusta categoria di giocatore potrebbe risultare PERSINO più appetibile. Del resto, un looter shooter tradizionale nella forma, meno nella narrativa, come Tiny Tina’s Wonderlands; figlio tra l’altro di un riuscito, ma ancor più di nicchia DLC del secondo Borderlands: come potrebbe non essere di nicchia nel 2022?
Tiny Tina’s Wonderlands Recensione, Stallone da c**o
Descrivervi le ragioni per cui uno dei personaggi principali della vostra “campagna” (definizione azzeccatissima) si chiama “Stallone da C**o” (mettete voi le lettere al posto dei *) è più semplice di quanto crediate. Infatti, la trama di Tiny Tina’s Wonderlands si articola nel corso di una lunga sessione di Bunker and Bada**es; ovvero, Dungeons and Dragons senza la licenza per usare il suddetto nome originale.
E a fare da “bunker master” in questa sgangherata sessione in compagnia di altri personaggi iconici del cast di Borderlands 2, c’è la “Harley Quinn” di Borderlands: ovvero proprio Tiny Tina. La quale non si è limitata a confezionare una storia assurda piena di nomi anche più strani e improbabili di Stallone da C**o (che oltretutto è un unicorno di cristallo potentissimo nonché regina di uno dei reami della mappa di gioco). Ma ha anche costruito fisicamente l’intera regione in cui si ambientano le avventure dei giocatori con oggetti di fortuna, cartone, plastica, tappi di bottiglia, pezzi di cibo ecc..
In virtù di questa particolare scelta narrativa Tiny Tina’s Wonderlands è magnificamente raccontato con doppiaggi sgangherati, testi improvvisati, elementi introdotti nel gioco alla bell’e meglio MA proprio perché si vuole restare fedeli all’immersione nell’immersione. Quindi, al fatto che come videogiocatori dobbiamo immedesimarci nel personaggio che sta a a sua volta impersonando un elemento del cast di un GDR carta e penna classico. In tal senso, non è quasi possibile criticare la struttura narrativa di Tiny Tina’s Wonderlands, che viene rispettata e mantenuta per tutta la durata dell’avventura.
Solo volendo cercare il proverbiale pelo nell’uovo potrei arrivare al massimo a lamentare una lieve pesantezza sopraggiunta verso la fine dell’avventura. Che tuttavia non saprei se attribuire al modo in cui la storia veniva raccontata, come ho già detto eccezionale; o magari se alla storia stessa. La quale certamente perde il confronto con altre più articolate, anche nello stesso universo di Borderlands. Ma tra l’avere di fronte una storia migliore, raccontata in modo meno originale, e Tiny Tina’s Wonderlands, personalmente opto per la fantastica Tina.
Guarda mamma, come Borderlands!
Ludicamente, poi, la base di Tiny Tina’s Wonderlands è Borderlands 2 se avesse avuto il comparto tecnico/artistico di Borderlands 3 (e DLC). Ci sono le orde di nemici di grandezza crescente, dotati di armi differenti e caratterizzate in base alle mappe in cui li incontriamo; ci sono i millemila equipaggiamenti diversi tutti da scoprire man mano che si avanza nella campagna e si livella il personaggio modificandone le statistiche un punto alla volta. E in generale il feeling “pistole” alla mano è esattamente lo stesso di Borderlands 3. Il che però diventa presto più un “difetto” che un punto a favore.
Se dal contesto narrativo si potrebbe sperare, infatti, che oltre alla veste grafica medievaleggiante il gioco offra elementi di gameplay peculiari rispetto a Borderlands, in realtà non è così. Non del tutto almeno. Tiny Tina’s Wonderlands infatti pur non riciclando apertamente asset o grafiche specifiche, non si impegna nemmeno troppo per proporre soluzioni artistiche del tutto originali. Ed è un peccato, perché laddove lo fa riesce e convince con un riuscito connubio tra estetica steampunk e immaginario medieval-magico.
Al di là di questi ultimi commenti, che in un impasto ludo narrativo così vario e originale suonano tanto e forse sono nit-picking, non si può che lodare la varietà di equipaggiamenti di Tiny TIna’s Wonderlands. In particolare le molte magie equipaggiabili, davvero tutte diverse e ben caratterizzate. Non solo: utili e utilizzabili in contesti particolari dove farle “brillare” con maggior intensità e forza. Ad esempio, negli stage con molti nemici gli incantamenti che bloccano i movimenti entro un certo raggio diventano importantissimi; mentre le palle di fuoco, o le “sfere esplosive” in generale sono perfette quando ci si confronta con esseri di grandi dimensioni o Boss la cui vita va erosa lentamente.
Tiny Tina’s Wonderlands Recensione, in conclusione: D20 e lode
Tiny Tina’s Wonderlands è un ottimo looter shooter. Un perfetto nuovo episodio della serie Borderlands, quasi un Borderlands 4. Ed è incredibile che sia nato da un DLC che per quanto apprezzato all’epoca non aveva di certo segnato il mondo videoludico. Lo stesso personaggio principale e narratore, Tiny Tina, per quanto meravigliosamente folle e sregolata non è più l’unicum in un panorama multimediale che ci ha ormai abituati alle “Harley Quinn-like”. Nonostante questo, e nonostante come ho avuto modo di puntualizzare in TIny Tina non siano presenti particolari guizzi creativi, tutti i fan della serie, tanto per cominciare, non dovrebbero lasciarsi sfuggire questo capitolo.
Che pure, tenta di introdurre elementi peculiari qua e là. Come ad esempio una mappa dell’overworld stilizzata, nella quale ci muoviamo nelle vesti di una versione stilizzata del nostro pg. Che è, fra le altre cose, interamente customizzabile con un editor ricco e soddisfacente; anche troppo, dato il genere FPS che ci impedirà per la maggior parte del tempo di osservare i frutti del nostro lavoro creativo. Un Overworld in cui è possibile risolvere piccoli puzzle ambientali, e soprattutto scontrarci con nemici casuali nell’erba alta facendo partire un fight a tempo in un’arena di dimensioni ristrette.
Piccoli dettagli che hanno il sapore della sperimentazione, e che faranno piacere forse più al secondo giocatore target del titolo: i fanatici dei Giochi di Ruolo. Non puri, ovviamente, inteso che per gradire appieno il gioco è indispensabile avere un background ludico in cui gli FPS non manchino. Ma vi assicuro che avendo un minimo di conoscenza del mondo vergato a “carta e penna” vi godrete con maggior piacere le numerose prese in giro irriverenti che Tina ha inventato per il suo Bunkers and Bada**es.
In conclusione: se cercate un gioco che, proprio come Borderlands, dia il meglio di sè quando giocato in CO-OP; che vi riempia di statistiche e combattimenti impegnativi, di equipaggiamenti dall’estetica steampunk, ma con il cuore intriso di mana. Se non potete fare a meno di quel peculiare filtro Cell Shading, cifra stilistica di Borderlands di cui non siamo mai sazi, allora Tiny Tina è pronta a regalarvi ore e ore di divertimento. Sperando che dallo Spin-off del DLC, divenuto standalone poco prima della release del titolo oggetto di review oggi, possano fiorire ulteriori contenuti aggiuntivi.
TINY TINA’S WONDERLANDS RECENSIONE | TESTATO SU PC (EPIC)
Specifiche del PC su cui è stato eseguito il test:
- Sistema operativo: Windows 10 (64-bit)
- Processore: AMD 7 3700x
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3070
+Riferimenti a Dungeons and Dragons calzanti e divertenti
+Gunplay preso di peso da Borderlands 3
+Dialoghi e trama completamente folli
+Overworld carinissimo e dinamiche abbastanza innovative
-Gunplay… preso di peso da Borderlands 3
-Poche trovate veramente innovative
-Alla lunga, per la natura del genere, diventa ripetitivo