Torna la proposta di FdI sulla sepoltura dei feti: scoppia la polemica

Foto dell'autore

Di Arianna

Arriva la proposta da parte di Fratelli d’Italia, come riportato da Adnkronos, riguardo la sepoltura dei feti, anche senza il consenso dei genitori. Già proposta durante la precedente legislatura con un testo depositato al Senato, ritorna anche oggi a meno di un mese dalle elezioni con la firma di Isabella Rauti.

Torna la proposta sulla sepoltura dei feti di Fratelli d’Italia: “Proposta oscurantista”

Torna la proposta da parte di Fratelli d’Italia la sepoltura dei feti. La notizia ha fatto il giro del web e non solo, provocando subito polemiche, in merito alla proposta: Chiara Gribaudo (Dem) ha subito esordito: “Una proposta oscurantista e contro le donne”. Una pratica che potrebbe, ancora una volta, portare a vedere l’aborto come pratica meramente negativa. Il tutto alimentato dalle parole, riportate da Adnkronos, del senatore Fdi, Luca De Carlo, cofirmatario del testo Rauti. “La proposta, ‘Disposizioni in materia di sepoltura dei bambini non nati’ non è mai stata incardinata in commissione, evidentemente alla maggioranza non interessava”. Il senatore continua dicendo: “Se a lei sembra normale che una vita venga smaltita come un rifiuto speciale va bene, a me no. Io credo che sia vita pure sotto le 28 settimane. Una donna che decide per ‘x’ motivi, forzata, di interrompere la gravidanza, avrà il diritto di poterlo farlo e il feto avrà il diritto di essere seppellito”.

Ma leggiamo insieme il testo, composto da un unico articolo. Ci sarebbero quindi “disposizioni che, con specifico riferimento ai bambini non nati di età inferiore a ventotto settimane, prevedono il riconoscimento del diritto alla sepoltura, non solo in presenza della formale richiesta dei genitori, ma anche laddove questa risulti mancante. Tutto ciò è in coerenza con l’articolo 1, primo comma, della legge 22 maggio 1978, n. 194, sull’interruzione volontaria della gravidanza, nel quale si enuncia la tutela della vita umana, fin dal suo inizio, da parte dello Stato”. Si sottolinea, inoltre, che se i genitori non fanno richiesta di sepoltura, ad occuparsene sarà l’Asl di riferimento. Il testo infatti continua così: “In caso di aborto verificatosi presso una struttura sanitaria, anche quando l’età presunta del concepito è inferiore a ventotto settimane e pari o superiore a novanta giorni, qualora il genitore, i genitori o i parenti fino al secondo grado non provvedano o non lo richiedano entro quindici giorni, l’inumazione, la tumulazione o la cremazione è disposta, a spese dell’unità sanitaria locale competente per territorio, in un’area cimiteriale dedicata o nel campo di sepoltura dei bambini del territorio comunale in cui è ubicata la struttura sanitaria. A tali fini i feti sono riposti in una cassetta, secondo la data in cui è avvenuta la procedura di revisione strumentale o farmacologica della cavità uterina. Tale data è indicata sulla cassetta”.

Seguici su Google News