L’evoluzione della lingua italiana d’uso comune è ormai inesorabile e non può essere fermata. Negli ultimi tempi proprio l’introduzione di nuovi termini presi in prestito da altre lingue ha innescato un acceso dibattito e anche l’Accademia della Crusca è intervenuta a riguardo, sottolineando come i neologismi al giorno d’oggi non siano affatto una novità. 

Il linguaggio nel mondo digitale

Sono ben 1000 le nuove parole introdotte nello Zingarelli, parole che utilizziamo tutti i giorni e che ci aiutano a comprendere come si comunica oggi.

Quando si approda al mondo digitale la situazione è ancora più complessa: qui, oltre a neologismi che descrivono emozioni e situazioni, troviamo anche i famosissimi emoticon.

Come ben spiega l’articolo di ExpressVPN, gli emoji ci permettono di comunicare efficacemente con utenti che provengono da qualsiasi parte del mondo. Spunto di riflessione molto importante offerto dall’articolo è l’importanza di una VPN che ci fornisca una navigazione sicura, in modo tale da immergersi nell’universo degli emoticon, salvaguardando la propria privacy digitale.

Sono quasi 4000 le faccine e simboli che utilizziamo giornalmente per esprimere emozioni e opinioni.

Un modo di comunicare universale

Sono oltre 2 miliardi gli utenti attivi solo su WhatsApp in tutto il mondo. Le applicazioni di messaggistica istantanea, ma anche social come Facebook e Instagram, hanno giocato un ruolo fondamentale nella creazione di questo nuovo linguaggio diventato ormai universale.

I nuovi termini

I nuovi termini, entrati a far parte del nostro linguaggio comune, non sostituiscono quelli già esistenti, anzi.

Termini come “boomer”, “flexare”, “cringiare” descrivono concetti nuovi che fino a qualche anno fa non facevano parte del nostro quotidiano.

A volte i neologismi vengono usati anche a scopo strategico nel marketing. Un esempio è il “greenwashing” termine che descrive un ambientalismo di facciata. Attraverso il greenwashing si sponsorizzano prodotti e aziende definiti più sostenibili, con il solo obiettivo di creare azioni capitalistiche attorno a queste realtà che, di fatto, non rispettano l’ambiente. 

L’universo dei memi

Particolarmente interessanti sono i memi ovvero contenuti digitali (solitamente immagini) che con poche parole e con molta ironia riescono a veicolare nell’immediato un concetto, uno stato d’animo o una situazione.

Il fenomeno, molto ben spiegato dall’articolo di StudioSamo, ha origini ben lontane ma è soprattutto nell’era dei social che è diventato ancora più popolare. 

Gli emoticon

Esistono una data e un’ora precise che sanciscono l’utilizzo delle emoticon come consuetudine per esprimere qualcosa: ore 11:42 del 19 settembre 1982.

Il professore d’informatica Scott E. Fahlman utilizzò “:-)” e “:-(” per indicare uno scherzo o il suo opposto. Pochi simboli per esprimere efficacemente un concetto.

Chiaramente il fenomeno riguardò dapprima solo gli addetti ai lavori, ma con l’avvento di internet e delle chat gli emoticon presero piede.

Oggi gli emoticon non si contano più e, come è possibile vedere in questo servizio di SkyTg24, ne esiste una per ogni situazione.  

La netiquette

Questo nuovo linguaggio, fatto di faccine, meme e nuovi termini, ha delle regole ben precise espresse dalla netiquette.

Potremmo definire la netiquette come il “galateo di internet”, ovvero come l’insieme delle regole che dovrebbero essere utilizzate dalla comunità digitale per relazionarsi correttamente con gli altri utenti del web.

L’etichetta della rete, insomma, ci aiuta a conservare un tono di voce neutrale ed educato quando vogliamo partecipare a un dibattito su internet e sentiamo la necessità di esprimere la nostra opinione.