Treno deraglia sulla tratta Torino-Ivrea: colpa anche dei passaggi a livello

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Di Redazione Metropolitan

E’ di 2 morti e 23 feriti il bilancio delle vittime dell’incidente che nella tarda serata di ieri ha coinvolto un treno e un Tir sulla tratta ferroviaria Torino-Ivrea.

Erano circa le 22 e 30 di ieri quando un treno di Trenitalia, composto da 5 unità, stava giungendo al passaggio a livello all’altezza del comune di Caluso. Qualcosa, però, è andato storto e il veloce cammino del treno è stato intralciato da un Tir che stava portando un trasporto eccezionale dalla Repubblica Ceca ed è rimasto fermo in mezzo ai binari.

L’impatto, pur con l’attivazione del freno di emergenza, è stato inevitabile e violentissimo. I container trasportati dal Tir sono stati sbalzati in aria e finiti nei campi attorno al luogo dell’incidente. Due carrozze del treno sono deragliate sino a sfiorare una casa cantoniera adiacente.
A morire nell’impatto sono stati due uomini: Roberto Madau, il macchinista 61enne del convoglio e Stefan Aureliana, il conducente del mezzo di scorta tecnica del Tir rimasto coinvolto nell’incidente e di un secondo Tir parte del trasporto.
Dei 23 feriti tre risultano in gravi condizioni, in particolare la capotreno che è stata trasportata con l’elisoccorso al Cto di Torino, dove è stata operata per una delicata frattura del bacino dopo essere stata intubata e indotta in coma farmacologico.

Sulla dinamica dell’incidente è stato aperto un fascicolo dal procuratore Giuseppe Ferrando, accorso sul posto non appena saputa la notizia. 
Tra i primi ad essere indagati vi è il conducente del tir rimasto sui binari, il 39enne lituano Darius Zujis, risultato negativo all’immediato alcoltest a cui è stato sottoposto e che potrebbe rispondere dell’ipotesi di reato di disastro ferroviario.

Fondamentale sarà ricostruire l’esatta dinamica dei fatti; per ora pare che Trenitalia non fosse a conoscenza del passaggio dei Tir che eseguivano il trasporto eccezionale e che, invece, sarebbe dovuto essere previamente comunicato per organizzare il transito dei treni.

Le ipotesi sulla dinamica dei fatti

Da una prima ricostruzione sembra che il Tir abbia iniziato il transito sui binari quando il semaforo era già lampeggiante, prima di diventare rosso. In quel momento, complice la lentezza del mezzo, le sbarre si sono chiuse e il Tir è rimasto incastrato in mezzo senza vie di fuga, sino al terribile impatto con il treno che non sarebbe stato informato del trasporto eccezionale.

Differente sarebbe, invece, il racconto dell’autista del Tir, il quale ha riferito di avere iniziato il passaggio con il semaforo ancora verde, successivamente diventato rosso in pochi secondi, senza riuscire dunque a concludere il transito prima del passaggio del treno.
Andavamo a 5 all’ora, pianissimo, le luci del passaggio a livello erano verdi, ma quando il mio collega era in mezzo le sbarre si sono abbassate, le luci erano rosse ed è arrivato il treno. Sarà durato tutto pochi secondi” – ha riferito l’autista del secondo Tir parte del trasporto eccezionale.

Il tratto ferroviario coinvolto dall’incidente è stato momentaneamente chiuso per consentire la pulizia della zona, la riparazione delle strutture nonché le rilevazioni utili per le indagini. Trenitalia ha però messo a disposizione un servizio di pullman per percorrere il tratto inibito.

Il Codacons punta il dito contro i passaggi a livello

Sull’incidente è intervenuto anche il Codaconds, sottolineando per l’ennesima volta la pericolosità dei passaggi ferroviari carrabili, causa di moltissimi incidenti negli ultimi anni.
I passaggi a livello rappresentano un pericolo per la sicurezza ferroviaria e per la pubblica incolumità e vanno eliminati del tutto – ha affermato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. I passaggi a livello sono senza dubbio pericolosi e vanno eliminati del tutto, sostituendoli con sottopassaggi o sopraelevate. Le autorità competenti e le Regioni devono intervenire immediatamente mettendo a bando i passaggi a livello e obbligando i gestori delle ferrovie a realizzare passaggi alternativi, anche attraverso sanzioni pesantissime“.

Di Lorenzo Maria Lucarelli